365 giorni, Libroarbitrio

Shantaram – Gregory David Roberts

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Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita.
Nel mio caso è una lunga storia, con tanti personaggi.
Sono stato un rivoluzionario che ha soffocato i propri ideali nell’eroina, un filosofo che ha smarrito l’integrità nel crimine, un poeta che ha perso l’anima in un carcere di massima sicurezza. Scappando di galera – ho scavalcato il muro principale, fra due torrette di guardia armate di mitragliatrici – sono diventato l’uomo più ricercato del mio paese. La buona sorte mi ha tenuto compagnia per mezzo mondo, e mi ha seguito fino in India. Sono entrato nella mafia di Bombay, ho fatto il trafficante d’armi, il contrabbandiere, il falsario. Mi hanno messo in catene in tre continenti, mi hanno preso a botte, bastonato, privato del cibo. Sono andato in guerra. Sono fuggito sotto il fuoco nemico. E sono sopravvissuto, mentre altri intorno a me morivano. Uomini quasi sempre migliori di me. Uomini migliori le cui vite sono state frantumate da un errore, spazzate via da un istante sbagliato d’odio, amore o indifferenza. Li ho seppelliti, ed erano tanti. Troppi. Il dolore delle loro storie e delle loro vite è entrato a far parte della mia esistenza.
Ma la mia storia non parte da quegli uomini, né dalla mafia: inizia il primo giorno a Bombay. Il destino ha calato la mia carta in quella città. La fortuna ha distribuito le carte che hanno portato a Karla Saaranen. E io ho cominciato a giocarla, quella mano, fin dal primo momento in cui ho guardato i suoi occhi. Insomma, questa storia inizia come tante altre; una donna, una città e un pizzico di fortuna.

365 giorni, Libroarbitrio

“L’amore e il cranio” Charles Baudelaire

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Sopra il cranio dell’Umanità siede
Amore. E lì, assiso
come sul trono, lui, profano, ride
d’uno sfrontato riso,

ride e soffia bollicine rotonde
che si levano in alto
come volessero approdare a mondi
sotto celesti volte.

Il globo fragile, luminoso,
si slancia con veemenza,
vomita l’anima leggera esplosa
come aurata parvenza.

A ogni bolla con lamentosa voce
io sento il cranio dire:
questo gioco ridicolo e feroce
quando potrà finire?

Perché quello che la sua bocca espelle,
crudele, e in aria spande,
è, o mostro assassino, il mio cervello,
la mia anima, il mio sangue.

L’AMOUR ET LE CRANE

L’amour est assis sur le crane
De l’humanité,
Et sur ce trone le profane,
Au rire effronté,

Souffle gaiement des bulles rondes
Qui montent dans l’air,
Comme pour rejoindre les mondes
Au fond de l’éther.

Le globe lumineux et frele
Prend un grand essor,
Crève et crache son ame grele
Comme un sogne d’or.

J’etends le crane à chaque bulle
Prier et gémir:
– ” Ce jeu féroce et ridicule,
Quand doit-il finir?

” Car ce que ta bouche cruelle
Eparpille en l’air,
Monstre assassin, c’est ma cervelle,
Mon sang et ma chair!”