365 giorni, Libroarbitrio

.DOPO DI NOI. il nuovo libro di poesie di Lié Larousse sarà presentato a Teatro Cardinal Pizzardo – Torvaianica

Si terrà domenica 7 aprile 2024 alle ore 11:30 la presentazione del nuovo libro di poesie di Lié Larousse dal titolo .Dopo di noi. al Teatro Cardinal Pizzardo sito in piazza Ungheria a Torvaianica durante il Festival di Primavera diretto ed organizzato da Ivan Caponecchi in collaborazione con Progetto Insieme e Città di Pomezia che vede la partecipazione di straordinari artisti durante tutta la manifestazione.

Ad accompagnare l’autrice ci sarà il cantautore Emilio Stella con l’esposizione delle illustrazioni create per il libro dalla pittrice Francesca Cortona.

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Ci vediamo giovedì 8 febbraio in diretta dalla casa del Festival di Sanremo 2024 con il mio ultimo romanzo NATO SOLO – Lié Larousse

Potete trovare Lupo in tutte le librerie ma anche in tv!

Vi aspetto giovedì 8 febbraio in diretta dalla Casa del Festival di Sanremo 2024, vi parlerò del mio ultimo romanzo NATO SOLO dei miei nuovi progetti e di molto altro.

Un ringraziamento speciale al mio sponsor Davide Petronzio, che anche quest’anno sarà al mio fianco durante la settimana del Festival della Canzone per il salotto letterario Casa Sanremo Writers ’24.

Grazie a tutti voi amici lettori

Lié Larousse

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Santa Lucia: il processo alla donna e il Femminicidio ai tempi degli imperatori – di Lié Larousse


In questi giorni si celebra la Dea celtica Brigid, meravigliosa divinità associata alla primavera, al fuoco e alla fertilità, è ritenuta inoltre protettrice dei poeti, dei guaritori, dei druidi, dei combattenti e degli artigiani, di cui in particolare dei fabbri. Proprio in questi giorni di rituali e preghiere a questa meravigliosa Dea, ed anche di approfondimento sul tema del femminicidio e dei processi alle streghe, ho sentito forte il desiderio di approfondire i miei studi su una nostra Santa, che voglio proporvi in questo periodo di richiamo alla luce interiore, sto parlando di Santa Lucia.
La conosciamo attraverso i detti popolari, le storie per bambini e quelle religiose ma sappiamo davvero cosa le sia accaduto e come sia diventata Santa?
Ecco la storia di un’altra donna morta in nome della propria libertà:

– Lucia era una nobile fanciulla siracusana, promessa sposa fin da piccolissima ad un giovane concittadino patrizio di credo pagano. Rimasta precocemente orfana del padre, fu cresciuta dalla sola madre Eutichia, donna buona ed altruista, che la educò all’amore verso i più poveri e bisognosi.
Quando Lucia aveva 19 anni, la madre si ammalò di un flusso emorragico che la indeboliva progressivamente. Vedendo che la situazione peggiorava, Lucia, dopo aver ascoltato il racconto del brano del Vangelo nel quale si descrive la guarigione di una donna ammalata come la madre, grazie al tocco del manto di Gesù, convinse la madre a recarsi in pellegrinaggio al sepolcro di Sant’Agata perché pensava che dopo aver toccato la tomba della Santa, la madre sarebbe guarita proprio come la donna del vangelo!
Giunta al luogo sacro il 5 febbraio del 304, immediatamente dopo aver toccato il sepolcro, Lucia fu subito colta da un’insolita stanchezza e si assopì sognando Sant’Agata.
Nella visione la Santa che, la salutò chiamandola con l’appellativo di “sorella Vergine in Cristo”, le profetizzò la sua futura Santità e rivelò che lei stessa, per la sua forte fede, aveva già interceduto per la guarigione della mamma.
Risvegliata, appurando la reale guarigione della madre decise di consacrare ufficialmente la propria esistenza a Cristo.
Tornata a Siracusa, la giovane convinse la madre a desistere dai progetti matrimoniali e a distribuire ai poveri la parte del patrimonio della famiglia a lei destinato per la sua dote e si dedicò assiduamente all’aiuto ai Cristiani che a causa delle persecuzioni di Diocleziano erano costretti a nascondersi nelle catacombe di Siracusa.
Avendo cominciato a vendere le sue sostanze ed a fare la distribuzione hai poveri dei suoi averi, ne pervenne la notizia alle orecchie del promesso sposo che offeso da tale gesto e indispettito da tanta arroganza, la denunciò al Prefetto Pascasio accusandola di cristianesimo. Erano quelli gli ultimi anni delle feroci persecuzioni di Diocleziano verso i cristiani e un’accusa del genere si traduceva quasi sempre in una condanna a morte.
Inoltre la scelta fatta da Lucia si scontrava con le tradizioni del tempo: lei era la promessa sposa di una persona importante e, in quell’epoca, non erano sicuramente le donne che potevano annullare i contratti di matrimonio.
Lucia venne presa dai soldati e condotta dinnanzi al tribunale di Pascasio, dove però si mostrò serena e lieta in volto. Il prefetto, sapendo che essa apparteneva a nobile famiglia e vedendo che era giovanissima e di una rara bellezza, la trattò dapprima con buone maniere, consigliandola a lasciare la superstizione cristiana e ad offrire incenso agli idoli pagani. La rimproverò pure perché sciupava la dote che poteva servire allo sposo ed infastidito dalla sua resistenza le disse: Tu hai dissipato le tue sostanze con uomini dissoluti.
Ma Lucia rispose: Io ho posto al sicuro il mio patrimonio e il mio corpo non conosce l’impurità. Voi invece siete schiavi della corruzione del corpo e allontanate le anime degli uomini dal Dio vivente per farle servire al diavolo e agli angeli suoi. Preferire le ricchezze passeggere ai beni eterni.
E Pascasio in tono minaccioso: Ti farò condurre in un luogo infame, dove sarai, costretta a vivere nel disonore e così lo Spirito Santo fuggirà da te.  
Lucia, nella sua calma imperturbabile, rispose ancora: Non viene deturpato il corpo, se non dal consenso della volontà. Se tu comandi che io subisca una violenza contro la mia volontà, la mia castità avrà il merito di una doppia corona.
Pascasio confuso e adirato, ordinò di trascinare Lucia in un luogo infame, radunando, per maggior vergogna, tutto il popolo.
Ma avvenne un grande prodigio! Lucia era immobile, da non poterla nessuno delle guardie riuscire a smuoverla. Vi provarono i più robusti soldati, ma Lucia resta ferma, mentre quei forti cadono spossati. La legano ai piedi e alle mani, con delle corde, e incominciarono a tirare tutti insieme; ma quella rimane incrollabile come un monte.
Pascasio, furibondo, dà ordine di far venire molte paia di buoi. Sforzi inutili! Neanche gli animali riescono a smuoverla.
Pascasio, sempre più cieco dalla rabbia, le grida: Quali sono le tue arti magiche?
Lucia rispose: Queste non sono arti magiche, ma è la potenza di Dio.
Ma quegli diventa maggiormente furibondo e ordina che sia acceso un gran fuoco attorno a lei, che vi si getti pece, resina olio, affinché sia consumata al più presto. Vano tentativo anche questo!
Le fiamme ardono ma non toccano la santa martire, la quale, sorridente alla letizia degli angeli, canta inni al Signore.
Gli amici di Pascasio la tolgono di là, per finirla col pugnale. Mentre il carnefice si accinge a vibrare il colpo fatale, Lucia, piegate le ginocchia, prega e dice agli astanti: “Fra breve sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano cadranno dall’impero e finiranno miseramente. Come la città di Catania ha in venerazione sant’Agata, così anche voi onorerete me.”
Era il 13 dicembre 304

di Lié Larousse












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Caterina de Medici e la Chiesa: il femminicidio nascosto dietro la maschera della stregoneria

Torniamo a parlare di magia, streghe e stregoneria, questa sera lo facciamo con un’altra straordinaria figura femminile Caterina De Medici mandata al rogo dalla cattiva lingua del capitano Vacallo, ma prima vi parlo di lei.
Giovane bellissima fanciulla pavese, figlia di un uomo modesto, un insegnante di scuola, il quale la da’ in sposa ad un uomo chiamato “il Pinotto” che la costringe a prostituirsi, inizia presto a disegnarsi per Caterina un destino funesto, riesce a fuggire dal matrimonio ma vagabonda cercando lavoro come domestica. Prende servizio per il capitano Giovanni Pietro Squarciafico, il quale si innamora e a cui da tre figlie di cui solo due riconosciute come sue perchè dopo la nascita della terza viene allontanata dalla casa per volere del vescovo di Casale Monferato, per prendere servizio presso una nobile di Casale ed è in questa casa che si dice sarà iniziata alle pratiche magiche. Nel 1612, mentre prestava servizio per una nobile famiglia conosce il capitano Vacallo che si innamora di lei immediatamente, ma Caterina non ne vuole sapere, e viene accusata dallo stesso di essere sotto l’incantesimo ad amorem praticato dalla bellissima Caterina, viene così cacciata. Poco dopo trova servizio presso il senatore Melzi. Due mesi dopo l’arrivo di Caterina nella casa, il padrone iniza a stare male gravemente, i medici non riescono a trovare cure utili alla salvezza del senatore. Sentito dell’accaduto il capitano Vacallo va in visita al Senatore e riconosce tra i servi Caterina la strega, viene immediatamente accusata di aver affatturato il padrone, i medici che nel frattempo non riescono a trovare una cura o il motivo della malattia approfittano del capro espiatorio, che li assolve da eventuali responsabilità professionali, dichiarando l’innaturalità, e dunque l’origine magica, dello stato del Melzi. Immediatamente sottoposta a tortura Caterina de Medici viene processata e dichiarata colpevole, il 4 marzo 1617 viene strangolata e successivamente arsa su una baltresca, cioè un palco, innalzato per la prima volta proprio per quella occasione. L’avvenuta esecuzione della condanna della Medici è annotata nel Registro de’ giustiziati nella nobilissima scuola di S. Gio. Decolato detto alle case rotte dall’anno MCDLXXI in avanti con queste parole:
«1617. Adì 4 marzo. Giust.a fatta su la Vetra; fa abbruggiata una Cattarina de Medici p. Strega, la quale aveva malefiziato il Senatore Melzi; et fu fatto una Baltresca sopra la Casotta; fu str[an]golata su la detta Baltresca all’atto, che og’uno poteva vedere, e prima fu menata sopra un Carro, et tenagliata. Sotto l’Off.o del Sig.r Capit.o di Giust.a; questa fu la prima volta che si facesse la Baldresca.»

E ancora:
«Impurissima femmina, strega fattucchiera funestissima, avvelenatrice inumanissima; che da quattordici anni, abiurata la religione cristiana, e obbligatasi al principe delle Tenebre ha frequentato i luoghi infernali e conciliabile de’ demoni, li ha nefandamente adorati, e danzato, mangiato e giaciuta con essi: e con arti diaboliche e veneficii ha tratto o procurato di trarre molti uomini ad amarla, ed ha affascinati ed uccisi molti bambini col sottrarre dai loro corpicelli il virai sangue; e finalmente e tanti delitti ha commesso, che il senato, nell’udirne il racconto, inorridì».

.La Quercia Stregata. fotografia di Lié Larousse

Per concludere: il femminicidio come lo conosciamo oggi ha delle radici , purtroppo, ben fondate nei secoli addietro, prendiamo l’Inquisizione, l’uomo di quel tempo, il maschio dittatoriale che scarica ogni responsabilità, incapacità e proprio disagio sulla donna, questo uomo è ovunque, nelle istituzioni ecclesiastiche, politiche, sociali, domestiche, è il padre padrone, il marito padrone, il padrone assoluto della donna, che inevitabilmente si ritrova ad esserne vittima privata di ogni diritto umano.

Sono molto triste, e voi?

Lié Larousse

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UN BAMBINO SBAGLIATO il nuovo romanzo di Giovanni Lucchese – Arkadia Editore – articolo di Lié Larousse

“Forse alcuni esseri umani vivono la loro vita alla maniera di Annibale.
Si comportano in modo strano, fanno cose a cui non sappiamo dare una spiegazione e le ripetono ogni giorno senza fermarsi mai, corrono su e giù per tutto il tempo e si sentono sempre più arrabbiati, ma forse lo fanno per distrarsi, così non devono guardare le sbarre della loro gabbia e possono far finta di non trovarsi in prigione. Forse stare sempre in movimento li aiuta a non pensare al futuro che li aspetta, che sarà uguale al loro presente e identico a ogni giorno che hanno vissuto, senza cambiare mai niente. Perché se corri come un matto su una ruota che gira su sé stessa non arrivi mai da nessuna parte, ma magari alla fine sei così stanco da poterti addormentare senza impazzire dalla rabbia e non hai più la forza si stare a chiederti il perché di tante cose”

“L’autore Giovanni Lucchese durante una presentazione dei suoi libri”

Avete mai avuto quella strana sensazione di sentirvi osservati anche se ci siete solo voi nella stanza? Magari avvertite proprio una presenza e allora iniziate ad aggirarvi per casa un po’ irrequieti, preoccupati e perché no, curiosi, improvvisamente incontrate lo specchio, lui è lì da sempre, eppure, vi ci specchiate ora come fosse la prima volta e solo in questo preciso momento vi sembra di guardarvi davvero.
Quanto intimorisce vedersi per la prima volta?
A questa domanda ci risponde un bambino, che correndoci incontro, ci porta in un viaggio nel passato, alla scoperta dell’essere umano e di tutte le sue peripezie per diventare adulto.
Con lo scalpore, le speranze, le delusioni, i sentimenti, la vivacità, l’ingenuità, la voce che sa avere solo un bambino, Giovanni Lucchese con il suo “Un bambino sbagliato” , ci fa vivere momenti di cruda realtà e tenera schiettezza attraverso l’innocenza genuina che tutti noi abbiamo avuto in un momento preciso della nostra vita, quel momento quando da bambini non sapevamo ancora ingannarci, illuderci, giudicarci, quel momento quando esprimere un sogno impossibile non ci spaventava affatto, piuttosto lo sentivamo un nostro diritto.
Ogni personaggio, ogni mirabolante avventura simboleggiano un insegnamento da accogliere ed imparare, come il non vergognarsi e il non avere paura di ciò che si è, di ciò che si desidera e sogna.
“Un bambino sbagliato” è un meraviglioso, commovente e spassoso racconto di vita, un romanzo biografico di formazione che tutti dovremmo leggere, lo consiglio di cuore.

Lié Larousse

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Madame Lenormand la maga scrittrice di Napoleone Bonaparte

Continua il nostro viaggio nella magia e nelle figure che più l’hanno saputa rappresentare e di cui abbiamo testimonianza, oggi vi racconto brevemente di Marie Anne Adélaide Lenormand.
Scrittrice ed esoterista francese era famosa per le sue “predizioni” , componeva filtri ed aveva la passione di confezionare sacchetti magici di protezione e d’amore. Divenne presto famosa per le sue doti ed anche Napoleone Bonaparte si serviva delle sue arti divinatorie, è stato infatti ritrovato uno dei diari della Lenormand, dove consiglia l’Imperatore a non affrontare i nemici a Waterloo, perché sarebbe stato sconfitto.



<<Quando Napoleone morì in solitudine nell’isola di Sant’Elena, in un suo vecchio corsetto che aveva indossato durante molte battaglie vittoriose, fu trovato cucito all’interno della fodera un sacchetto ormai consunto dal tempo contenente erbe e piccoli oggetti magici.
Il modo in cui Madame Lenormand procedeva a confezionare i sacchetti protettivi era il seguente: di giovedì in Luna crescente, al calar del sole, accendeva una candela azzurra e triturava a mortaio le seguenti erbe: radice di iris, legno di sandalo, fiori di lavanda, chiodi di garofano, fiori di violetta, foglie di fragola, tre grani di granturco, un pezzetto di stagno, e per ultimo irrorava il tutto con tre gocce di zibetto.
Poi formulavaquesta preghiera:
“Io ti evoco Sachiel
grande angelo dominatore del giovedì
Tu che hai il potere di comandare e dominare
invia gli spiriti tuoi
con il forte vento del sud fino a me
tramua la loro forza nella mia
dando protezione e salute a (nome del richiedente)
nell’atto che io compio, così sia”

Al termine sigillava il tutto con tre gocce di cera. La mistura così ottenuta veniva travasata in un sacchetto di tela azzurra e questo sigillato con un nastrino dello stesso colore annodato per tre volte. Infine Ella lasciava che la candela si consumasse completamente e terminava con un ringraziamento all’angelo Sachiel.>>
tratto dal libro I segreti della Strega

Ovviamente chiunque di voi può approfondire lo studio su questa meravigliosa figura femminile, una donna forte e di carattere, crea Ella stessa un nuovo mazzo di carte divinatorie ancora oggi famose nel mondo esoterico, inoltre, nonostante sia stata più volte fatta carcerare proprio da coloro che le chiedevano aiuto, non si è mai arresa nè nascosta affrontando a testa alta la sua missione di vita.

Io vi faccio e mi faccio questo augurio:
.Che da questo nuovo anno
io possa vivere ciò che sono liberamente
senza vergogna,
senza dover nascondere la mia natura
qualsiasi essa sia.

Lié Federica Cortona Larousse

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.Tradizione. – Buon 2024

.scatto all’alba del primo giorno. – fotografia di Lié Larousse

. è mia tradizione
il primo giorno passeggiare
pochi minuti dopo l’alba
lungo il sentiero
d’erba spontanea e foglie di quercia,
il cielo lapislazzuli accoglie
corvi, tortore e pettirossi
che volando raccontano
come sarà
il nuovo anno.

di Lié Larousse

.L’uscita. – fotografia di Lié Larousse

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Le Streghe, il Natale e una nuova storia: “Le 14 notti magiche” – Lié F.C.Larousse

Lié Larousse ritratta dal fotografo Lorenzo Mastroianni

Per secoli si è narrato della crudeltà delle Streghe, che, addirittura, durante la Vigilia di Natale spaventassero i bambini nel sonno e i neonati nella culla.
Storie raccontate da uomini, maschi ovviamente, praticamente anziché narrare dell’uomo nero come canta una ninna nanna, si portava sulla scena la Donna Nera, perché?
A questa domanda risponderò nei prossimi giorni, oggi voglio riscrivere con voi la storia delle Grandi Maestre, una piccola dolce narrazione inedita, con l’augurio che possa arrivare al vostro cuore.

“Era giunta la sera della Vigilia del giorno Santo.
La più grande delle Maestre, che tutti nominavano Strega, aveva terminato di sigillare nel suo cuore e in quello delle sue discepole lo Spirito dell’Amore, chiamato però, in questo peridodo dell’anno “Spirito del Natale”.Questo Spirito del Natale era proprio un dono potente perchè raccoglieva in sè la forza dei venti e il coraggio della notte necessari a realizzare i bei sogni di tutti i bambini.
Per creare questo dono prezioso, la Grande Maestra insegnò alle sue discepole streghe a parlare con gli animali, ad ascoltare la voce del vento, a guardare dritto negli occhi il Sole, a danzare alla musica della Luna, a riconoscere la cura nascosta nelle erbe spontanee, ed infine, a viaggiare nello spazio e nel tempo per incontrare gli Antenati.
Le Streghe, una volta pronto il dono prezioso, lo confezionarono in un bacio da lasciare delicatamente sulla fronte a tutti i bambini del mondo.
Ora, siccome i bambini del mondo sono sempre stati davvero tantissimi, le Streghe e la Grande Maestra, non potendo consegnare il meraviglioso dono in una notte sola, decisero di consegnarlo in ben quattordici notti, dando a questo splendido evento il nome di “Le quattordici notti magiche” e all’ultima notte poi, felici di aver donato tanto amore, volavano nel cielo basse basse per salutare i bambini, lanciando loro un bacio nell’aria trasformandosi subito in una pioggia di caramelle rosse, a rappresentare proprio la dolcezza che ogni Strega porta per tutti noi nel suo cuore, sì, tutti noi, p
erchè anche noi grandi, un tempo, siamo stati bambini.”

Auguri a tutti noi di ritrovare la magia delle 14 notti, di ritornare a parlare con la Natura e con il Divino che è nel nostro cuore.
Felice Spirito dell’Amore a tutti.
Lié F. Cortona Larousse

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Caccia alle streghe: una questione di politica ecclesiastica – Germania

Baldung Hans – “Il palafreniere stregato”

Abbiamo visto alcune figure importanti in Italia ed alcuni luoghi più celebri, ma la “Caccia alle streghe” ha toccato il mondo intero e posso dire dopo attenti studi, posso proprio confermare che, secondo me, è stata e sarà sempre una questione di politica ecclesiastica!

Vediamo per esempio cosa accadde in Germania al tempo di Martin Lutero: l’affermarsi della Riforma, con il conseguente conflitto tra cattolici e protestanti, e la frammentazione del potere politico, hanno un ruolo negativo ed incrementano la “caccia alle streghe”, deresponsabilizzare le istituzioni e spostare l’attenzione del popolo su altro, mettendoci l’uno contro l’altro, cosa che tutt’oggi siamo abituati a veder fare dalle nostre di Istituzioni. Lutero, non si sofferma mai sul fenomeno stregoneria, per non dare nell’occhio, tuttavia nei suoi scritti e nei suoi pensieri Satana ha un ruolo centrale e presente: il diavolo è a suo avviso una presenza costante e attiva nel mondo e la lotta contro il suo potere assume caratteri che rasentano l’ossesività. Di conseguenza essendo le donne soggette all’ammaliazione di Satana, e quindi demonizate loro stesse e appelate a Streghe, in quanto sue emissarie e complici dei suoi misfatti, dovevano essere fermate in maniera determinata e determinante, da qui il bisogno della “caccia”. Inoltre, la compresenza in molte aree germaniche di gruppi cattolici e riformati creava frequenti situazioni di tensione e l’accusa di stregoneria ne era la diretta conseguenza, più o meno cosciente, di tali conflitti, spingendo membri di un’intera comunità a scagliare accuse contro gli esponenti di un’altra comunità.
Questo si verificò a Freudenberg, dove il vescovo di Wurzburg,Julius Echter von Mespelbrunn, cercò di perseguitare come streghe e stregoni alcuni membri del gruppo protestante, al fine di prostralo e raffozare così il cattolicesimo.

A raccontare l’accadatu con l’arte figurativa ci pensò Baldung Hans detto Baldung Grien con la sua incisione Il palafreniere stregato, conosciuto oggi più modernamente con il nome “Lo stalliere addormentato e una strega”

Lié Larousse

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Chi è stata la prima strega?

Secondo alcune ricerche, la prima strega della storia fu Aradia. La strega aveva tante seguaci che curavano le malattie, parlavano con gli dei, realizzavano pozioni magiche e incantesimi oltre a rituali vari.

La prima strega che, invece, venne fatta bruciare – non era ancora il periodo della Caccia alle streghe – fu Petronilla de Meath. Di lei non si sa molto, se non che il suo rogo avvenne a Kilkenny, in Irlanda, nel 1324. “De Meath” non è il suo cognome, ma indica il luogo in cui era nata intorno al 1300. Era serva nella casa di una donna ricca di nome Alice Kyteler, figlia unica di proprietari terrieri che, a 17 anni, sposò William Outlaw, un uomo molto ricco.

Alice Kyteler ebbe vari matrimoni, il quarto marito, un baronetto, iniziò a stare male e alla fine morì. La donna fu accusata di avvelenamento da attribuire ad atti di stregoneria. Il vescovo accusò Alice, il figlio William e alcuni dei suoi servi tra cui Petronilla. Alice e il figlio, per la posizione influente che avevano in società, riuscirono a passare dalla parte della ragione, facendo arrestare il vescovo.

Le conseguenze di tutto le pagò Petronilla: quando il vescovo fece ritorno alla sua diocesi, la giovane serva fu processata e accusata di essere una strega complice di Alice, fu torturata senza pietà e poi bruciata viva il 3 novembre 1324.

da SuperEva