In questi giorni si celebra la Dea celtica Brigid, meravigliosa divinità associata alla primavera, al fuoco e alla fertilità, è ritenuta inoltre protettrice dei poeti, dei guaritori, dei druidi, dei combattenti e degli artigiani, di cui in particolare dei fabbri. Proprio in questi giorni di rituali e preghiere a questa meravigliosa Dea, ed anche di approfondimento sul tema del femminicidio e dei processi alle streghe, ho sentito forte il desiderio di approfondire i miei studi su una nostra Santa, che voglio proporvi in questo periodo di richiamo alla luce interiore, sto parlando di Santa Lucia.
La conosciamo attraverso i detti popolari, le storie per bambini e quelle religiose ma sappiamo davvero cosa le sia accaduto e come sia diventata Santa?
Ecco la storia di un’altra donna morta in nome della propria libertà:
– Lucia era una nobile fanciulla siracusana, promessa sposa fin da piccolissima ad un giovane concittadino patrizio di credo pagano. Rimasta precocemente orfana del padre, fu cresciuta dalla sola madre Eutichia, donna buona ed altruista, che la educò all’amore verso i più poveri e bisognosi.
Quando Lucia aveva 19 anni, la madre si ammalò di un flusso emorragico che la indeboliva progressivamente. Vedendo che la situazione peggiorava, Lucia, dopo aver ascoltato il racconto del brano del Vangelo nel quale si descrive la guarigione di una donna ammalata come la madre, grazie al tocco del manto di Gesù, convinse la madre a recarsi in pellegrinaggio al sepolcro di Sant’Agata perché pensava che dopo aver toccato la tomba della Santa, la madre sarebbe guarita proprio come la donna del vangelo!
Giunta al luogo sacro il 5 febbraio del 304, immediatamente dopo aver toccato il sepolcro, Lucia fu subito colta da un’insolita stanchezza e si assopì sognando Sant’Agata.
Nella visione la Santa che, la salutò chiamandola con l’appellativo di “sorella Vergine in Cristo”, le profetizzò la sua futura Santità e rivelò che lei stessa, per la sua forte fede, aveva già interceduto per la guarigione della mamma.
Risvegliata, appurando la reale guarigione della madre decise di consacrare ufficialmente la propria esistenza a Cristo.
Tornata a Siracusa, la giovane convinse la madre a desistere dai progetti matrimoniali e a distribuire ai poveri la parte del patrimonio della famiglia a lei destinato per la sua dote e si dedicò assiduamente all’aiuto ai Cristiani che a causa delle persecuzioni di Diocleziano erano costretti a nascondersi nelle catacombe di Siracusa.
Avendo cominciato a vendere le sue sostanze ed a fare la distribuzione hai poveri dei suoi averi, ne pervenne la notizia alle orecchie del promesso sposo che offeso da tale gesto e indispettito da tanta arroganza, la denunciò al Prefetto Pascasio accusandola di cristianesimo. Erano quelli gli ultimi anni delle feroci persecuzioni di Diocleziano verso i cristiani e un’accusa del genere si traduceva quasi sempre in una condanna a morte.
Inoltre la scelta fatta da Lucia si scontrava con le tradizioni del tempo: lei era la promessa sposa di una persona importante e, in quell’epoca, non erano sicuramente le donne che potevano annullare i contratti di matrimonio.
Lucia venne presa dai soldati e condotta dinnanzi al tribunale di Pascasio, dove però si mostrò serena e lieta in volto. Il prefetto, sapendo che essa apparteneva a nobile famiglia e vedendo che era giovanissima e di una rara bellezza, la trattò dapprima con buone maniere, consigliandola a lasciare la superstizione cristiana e ad offrire incenso agli idoli pagani. La rimproverò pure perché sciupava la dote che poteva servire allo sposo ed infastidito dalla sua resistenza le disse: Tu hai dissipato le tue sostanze con uomini dissoluti.
Ma Lucia rispose: Io ho posto al sicuro il mio patrimonio e il mio corpo non conosce l’impurità. Voi invece siete schiavi della corruzione del corpo e allontanate le anime degli uomini dal Dio vivente per farle servire al diavolo e agli angeli suoi. Preferire le ricchezze passeggere ai beni eterni.
E Pascasio in tono minaccioso: Ti farò condurre in un luogo infame, dove sarai, costretta a vivere nel disonore e così lo Spirito Santo fuggirà da te.
Lucia, nella sua calma imperturbabile, rispose ancora: Non viene deturpato il corpo, se non dal consenso della volontà. Se tu comandi che io subisca una violenza contro la mia volontà, la mia castità avrà il merito di una doppia corona.
Pascasio confuso e adirato, ordinò di trascinare Lucia in un luogo infame, radunando, per maggior vergogna, tutto il popolo.
Ma avvenne un grande prodigio! Lucia era immobile, da non poterla nessuno delle guardie riuscire a smuoverla. Vi provarono i più robusti soldati, ma Lucia resta ferma, mentre quei forti cadono spossati. La legano ai piedi e alle mani, con delle corde, e incominciarono a tirare tutti insieme; ma quella rimane incrollabile come un monte.
Pascasio, furibondo, dà ordine di far venire molte paia di buoi. Sforzi inutili! Neanche gli animali riescono a smuoverla.
Pascasio, sempre più cieco dalla rabbia, le grida: Quali sono le tue arti magiche?
Lucia rispose: Queste non sono arti magiche, ma è la potenza di Dio.
Ma quegli diventa maggiormente furibondo e ordina che sia acceso un gran fuoco attorno a lei, che vi si getti pece, resina olio, affinché sia consumata al più presto. Vano tentativo anche questo!
Le fiamme ardono ma non toccano la santa martire, la quale, sorridente alla letizia degli angeli, canta inni al Signore.
Gli amici di Pascasio la tolgono di là, per finirla col pugnale. Mentre il carnefice si accinge a vibrare il colpo fatale, Lucia, piegate le ginocchia, prega e dice agli astanti: “Fra breve sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano cadranno dall’impero e finiranno miseramente. Come la città di Catania ha in venerazione sant’Agata, così anche voi onorerete me.”
Era il 13 dicembre 304
di Lié Larousse
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