365 giorni, Libroarbitrio

Movimenti Ereticali III

Roma 29 gennaio 2013

Albigesi, Valdesi, Catari, Patarini

Il modello cortese rimane tuttavia distinto anche da quello del mondo ecclesiastico. Anzi talora nella classe feudale si afferma un modello religioso alternativo rispetto a quello ecclesiastico, come avvenne quando si diffuse fra la nobiltà della Provenza, nel secolo XII, una vera e propria eresia, l’eresia catara, cioè dei “puri”. Essa assunse il nome di eresia “albigese” dalla città di Albi, che ne fu il centro, sospettata di voler sovvertire il potere ecclesiastico. Ne seguì la reazione della chiesa e la distruzione, per mezzo di una crociata contro gli Albigesi, segnò il tracollo anche della letteratura provenzale di ispirazione cortese.

Ma soprattutto l’affermarsi, in seno al Comune, dei ceti borghesi attraverso i secoli XI e XII, mentre contemporaneamente si rafforzava il potere ecclesiastico, a provocare, all’interno del mondo cristiano, una profonda crisi, che ebbe un’importante ripercussione sull’organismo ecclesiastico e quindi sulla letteratura d’ispirazione religiosa.

La crisi fu data appunto dal pullulare delle eresie, che si diffondono soprattutto nei ceti artigianali e borghesi delle città, e che al di là dei motivi dottrinali cui si richiamano in polemica con la dottrina ufficiale della chiesa, concordano generalmente nell’opposizione all’alta gerarchia ecclesiastica, accusata di aver abbandonato la povertà evangelica e di essere corrotta. I “valdesi” (originati dall’opera di Valdo di Lione), proponendo il modello evangelico della povertà, lo spogliarsi delle ricchezze  per distribuirle ai poveri, intendevano protestare contro l’impostazione della chiesa cattolica, sviluppando la predicazione popolare e la traduzione in volgare dei testi evangelici. I “catari”, diffusi in varie parti d’Europa, specialmente nella Francia meridionale, come si è visto, ma anche in Italia in vari strati sociali, fondandosi soprattutto su un principio teologico, il dualismo irriducibile delle due forze contrastanti del bene e del male, detto manicheismo, e vantando il privilegio della propria purezza, si opponevano anch’essi alla corruzione del clero. E puntavano infatti al sovvertimento dell’ordine  ecclesiastico, di cui non riconoscevo la prerogativa e la supremazia.  I “patarini”, che possono considerarsi una filiazione dei catari, ed erano numerosi negli strati inferiori della popolazione milanese, si mossero prevalentemente contro la potenza economica dell’alto clero.

A domani

LL

365 giorni, Libroarbitrio

Movimenti Ereticali

27 gennaio 2013

L’ascesa dei laici

Lo sviluppo delle città ha favorito lo spostamento e la trasformazione dei  centri scolastici, sorgono così Università con un fine formativo diverso da quello delle scuole monastiche ed episcopali, contribuendo alla definizione di un nuovo tipo di intellettuale laico, il giurista, il notaio, l’oratore politico, il funzionario statale. La cultura letteraria fu profondamente modificata   da questi nuovi operatori, che disponevano degli strumenti della retorica e del diritto e li adoperavano trattando temi nuovi rispetto alla cultura monastica, perché riguardavano il campo della vita civile e della vita affettiva, la politica, l’amore, tradizionalmente considerato su un piano inferiore.

Lo sviluppo del fenomeno cittadino, con il moltiplicarsi dei ceti urbani in ragione delle molteplici attività produttive che la città favorisce, tende a mettere in discussione proprio l’ideologia sulla quale si fondava il primato della cultura monastica, la concezione secondo la quale il perfetto cristiano è colui che rinuncia al mondo e partecipa alla vita del chiostro. Tale ideologia sostiene la netta separazione fra il clero, cui è demandato il compito della direzione e del governo  della vita spirituale, e i laici, che partecipano al culto, ma rimanendo estranei ad ogni forma di diretta partecipazione al governo della vita ecclesiastica.

A domani

LL