365 giorni, Libroarbitrio

Caccia alle streghe: una questione di politica ecclesiastica – Germania

Baldung Hans – “Il palafreniere stregato”

Abbiamo visto alcune figure importanti in Italia ed alcuni luoghi più celebri, ma la “Caccia alle streghe” ha toccato il mondo intero e posso dire dopo attenti studi, posso proprio confermare che, secondo me, è stata e sarà sempre una questione di politica ecclesiastica!

Vediamo per esempio cosa accadde in Germania al tempo di Martin Lutero: l’affermarsi della Riforma, con il conseguente conflitto tra cattolici e protestanti, e la frammentazione del potere politico, hanno un ruolo negativo ed incrementano la “caccia alle streghe”, deresponsabilizzare le istituzioni e spostare l’attenzione del popolo su altro, mettendoci l’uno contro l’altro, cosa che tutt’oggi siamo abituati a veder fare dalle nostre di Istituzioni. Lutero, non si sofferma mai sul fenomeno stregoneria, per non dare nell’occhio, tuttavia nei suoi scritti e nei suoi pensieri Satana ha un ruolo centrale e presente: il diavolo è a suo avviso una presenza costante e attiva nel mondo e la lotta contro il suo potere assume caratteri che rasentano l’ossesività. Di conseguenza essendo le donne soggette all’ammaliazione di Satana, e quindi demonizate loro stesse e appelate a Streghe, in quanto sue emissarie e complici dei suoi misfatti, dovevano essere fermate in maniera determinata e determinante, da qui il bisogno della “caccia”. Inoltre, la compresenza in molte aree germaniche di gruppi cattolici e riformati creava frequenti situazioni di tensione e l’accusa di stregoneria ne era la diretta conseguenza, più o meno cosciente, di tali conflitti, spingendo membri di un’intera comunità a scagliare accuse contro gli esponenti di un’altra comunità.
Questo si verificò a Freudenberg, dove il vescovo di Wurzburg,Julius Echter von Mespelbrunn, cercò di perseguitare come streghe e stregoni alcuni membri del gruppo protestante, al fine di prostralo e raffozare così il cattolicesimo.

A raccontare l’accadatu con l’arte figurativa ci pensò Baldung Hans detto Baldung Grien con la sua incisione Il palafreniere stregato, conosciuto oggi più modernamente con il nome “Lo stalliere addormentato e una strega”

Lié Larousse

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Streghe e altri appelativi- Italia II parte

Ogni località, per memoria ed eredità storica, ha dato vita a figure stregate dalle differenti caratteristiche, basti pensare che solamente in Italia la cultura popolare di ogni regione ha creato streghe dalle peculiarità più disparate.
Eccone alcune:

Abitatrici dei campi
Sono presenti nelle leggende della Calabria e della Basilicata e si dice che rapiscano i bambini nelle culle, per poi nasconderli nei tronchi delle querce. Il romanzo “Zeferina” di Riccardo Coltri è uno dei tanti racconti che parla di queste particolari streghe.

Animulari
Sono presenti in Sicilia e sono donne che hanno venduto l’anima al diavolo. Il loro nome è dovuto al termine dialettale siciliano “anunulu”, che significa arcolaio. L’arcolaio compare anche nella fiaba “La bella addormentata nel bosco”, in cui la strega malefica si trasforma appunto in un arcolaio per far pungere la principessa. Si dice che con opportuni unguenti e formule magiche possano attraversare le fessure di porte e finestre.

Bàzure
Si trovano nei dintorni di Savona e sono anche chiamate “streghe marinare”, poiché si dice che riescano a scatenare le tempeste, riuscendo, però, a navigarle con le loro barche. Possono inoltre rovinare il pane nei mulini ed il vino nelle botti, rapire i neonati e succhiarne il sangue.

Bele butele
Proprie della tradizione veneta, hanno un nome capace di ingannare. Quando si mostrano con aspetto umano sono donne bellissime, mentre la loro natura è ben diversa: hanno zampe caprine o equine, braccia di scimmia e orecchie lunghe. Vanno in cerca di uomini, donne e bambini, che vengono prelevati dalle case e scannati.

Cogas
Sono streghe della tradizione sarda ed una coga è la settima figlia in una famiglia in cui sono nate sette femmine. Le leggende le vedono volare a cavallo di una scopa e succhiare il sangue dei neonati.

Gatte masciare
Queste streghe si trovano a Bari e possono trasformarsi in gatti e girovagare per la città di notte, operando i loro malefici. Si dice che al tramonto queste donne si ungano di olio per potersi gettare nel vuoto, dai tetti delle case e volare.

Genti beate
Sono diffuse nel veronese e qualcuno le ascrive alla famiglia delle Fate. Vivono nelle grotte e si riuniscono la notte per tenere i loro concili. Vanno a caccia di serpenti, uccelli e caprioli, di cui si nutrono.

Janare
Le janare sonno terribili streghe della Campania, orrende e con lunghe zanne di cinghiale ed indossano un mantello nero macchiato di sangue. Possono penetrare nelle fessure delle finestre e si dice che rubino asini e cavalli nelle stalle, per riportarli all’alba stremati.

Lavandaie
Possono essere fate, fantasmi o streghe e sono presenti in Istria. Si fanno vedere intente a lavare i panni e quando si fanno aiutare dai viandanti incauti li costringono a strizzare i panni finché si ritrovano spezzate le ossa delle braccia. Le streghe lavandaie, inoltre, rapiscono i bambini e le piccole vittime vengono sbattute sulle rocce come fossero delle lenzuola.

Madri
Note nella provincia di Trapani le madri sono streghe brutte che hanno occhi gialli e pupille ovali. Sono in grado di lanciare malefici e sortilegi in quanto conoscono le arti magiche.

Missuia
La missuia è una strega particolare, perché ha la facoltà di trasformarsi in scrofa. Con sé ha dodici maialini, uno per ogni mese dell’anno e si limita a fare baccano.

Stria della Diassa
Nella provincia di Belluno impazza la stria della Diassa, altrimenti detta “strega del ghiaccio”. E’ padrona degli elementi atmosferici invernali potendo quindi scatenare bufere di neve e valanghe.

Tempestare
Le streghe tempestare sono proprie di tutta la nostra penisola e si tratta di streghe che hanno ormai da tempo imparato a controllare gli agenti atmosferici. Si dice che la bora, il ben conosciuto vento triestino, sia causata da streghe del luogo.

Vecia barbantana
Questa strega arriva dal Veneto e la sua caratteristica, molto temuta dai più piccini, è quella di camminare per i centri abitati, catturando i bambini sperduti e nutrendosene.

Da stile.it

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La Nascita della Strega – Introduzione

Negli idiomi moderni, i termini con cui si designano streghe e stregoni hanno un’origine varia, in genere non collegabile al latino Strix, letteralmente un uccello notturno come la stringe o il barbagianni, come per esempio si è verificato nella lingua italiana. In francese, per esempio, sorcier/sorcière deriva dal latino sortilegius/sortilega , che originariamente indicava coloro che traevano le sortes o, più in generale, i “divinatori”. In inglese, invece, wizard/witch deriva dal sassone wicca/wicce, ossia “saggio/a” o “sapiente” che corrisponde al latino saga, mentre sorcer/sorceress, prestito del francese, si ricollega all’etimologia originaria, indicando gli indovini. In tedesco Hexer/Hexe, al pari di wizard/witch, ha nell’etimo un significato sapienziale. 
Poiché l’evoluzione delle parole è saldamente legata alla storia dei fenomeni che designano, è facile capire che l’identificazione della stregoneria come concetto separato rispetto ad altri aspetti del mondo magico è un percorso tutt’altro lineare. Tale complessità semantica rispecchia l’eterogeneità della stregoneria e della “caccia alle streghe” quali si conobbero in Europa fra Quattro e Settecento. Sulla genesi del fenomeno pesarono alcuni fattori di tipo sociale. Come è noto, nel Trecento una grave crisi coinvolse il pontificato, mentre le carestie e le epidemie flagellavano la popolazione. Con l’acutizzarsi dei disagi crebbero le paure collettive, e montò una crescente diffidenza verso quei gruppi – eretici, lebbrosi, omosessuali, ebrei – che per condizione fisica, sociale, economica o culturale apparivano “marginali”. Il passo per giungere alle accuse di stregoneria – possiile sul piano giuridico dal momento che la magia costituiva un crimine, equiparato all’eresia – appariva breve.
Nei secoli succesivi, la demonologia definì con precisione crescente lo stereotipo della strega; tuttavia, le specificità culturali delle regioni in cui la demonomania si diffondeva, e che ancora oggi emergono dal lessico, non subirono mai un occultamento totale: sotto l’uniformità delle domande rivolte dai giudici alle presunte streghe emergono sovente tracce del folklore e di antichi miti.

da Atlanti Universali Giunti