.una macchia grigia
questa nuvola sopra la testa
trafficano macchine e persone da queste parti
vite e telai fatti a pezzi
come i binari della stazione interrotti
e il sole indispettito ci deraglia attraverso
e il mio cuore vacuo non gli ha chiesto un passaggio per caso
ed ha iniziato pure a piovere, poco, ma piove
e una minuscola goccia mi si è incastrata nei capelli
me li spezza, me li tira, all’indietro
e vedo il sole fare a cazzotti col brutto tempo
che a brutto muso mi si sbatte contro, m’acceca
siamo tutti buoni e cattivi al contempo
quel vecchio che guarda urla ma nessuno lo sta a sentire
e questa goccia è diventata un nubifragio
m’infradicia i piedi e i pensieri
ed io
io vorrei solo chiudere gli occhi un momento
e magari tenerli chiusi per un po’
ma non è adesso il momento
adesso
adesso è il momento che sto cadendo
ho già inciampato da giorni
e sono ormai a questo punto
sono qui ed ora tu mi vedi
mi vedi spalancare gli occhi sull’inevitabile
sbattere le braccia per l’aria
contorcere le gambe
i polsi piegarsi alle ginocchia piegate
in un attimo sono faccia a terra
e non puoi più fare in tempo
e non devi fare in tempo
non devi sorreggermi e non farmi cadere
anzi, lascia
lascia che io cada
di faccia
sbucciandomi le mani dentro
che ormai più di questo male, non posso farmi
ma ti chiedo, ti prego
stai qui, in questo punto, con me
e ridi, fatti una bella risata
di quelle che fai che mi fanno ridere tanto
siediti qui, in questo punto bagnato di terra, accanto a me
e sempre ridendo prendimi per le spalle
che le mani come il cuore l’ho frantumate sull’asfalto
e aiutami, adesso, a mettermi in piedi, adesso
che le gambe mi pare non reggano più.
Tag: uomini
a noi figli di nessuno – L.L.
Spero
che oggi sia un altro
nuovo giorno per te,
che come qui
ci sia un sole deciso e buono
a scaldarti sangue e ossa
e che la tua mente riesca,
a poco a poco, di liberarsi
dagli stereotipi
di figlio abbandonato
dall’amore tradito
di un passato incespicato,
sono solo favole stantie
scritte tanto tempo fa
all’uomo che ora non sei più.
Lascia che il mondo piroettando
ti cada addosso
con tutta la sua fragilità e delirio, e tu
con quelle mani grandi e rovinate
dalle intemperie dell’altalenare del tempo
saprai risollevare, da te,
senza bisogno
di nessun altro uomo che non sei.
Poesie sparse – Rilke
(giocano i capelli in barca/col vento gli schizzi lagunari – L.L.)
Tutto tenevo aperto di me,
dimenticavo
che fuori non ci sono solo cose ed animali
sempre in sé intenti,
il cui occhio sporge
dal cerchio della loro vita appena
come fa un quadro dalla sua cornice;
che da ogni parte in me lasciavo irrompere
sguardi,
curiosità,
pensieri senza posa.
Poi succede
si formano occhi nello spazio
e vedono, il puro esistere mio.
Scavando – Gianfranco Ravasi
(Gli occhi per il cuore osservano / l’opposto della riva / dell’imposta vita – Isola Tiberina – L.L.)
Tra l’indice e il pollice
riposa la mia penna tozza e comoda
sotto la finestra
il suono netto e stridulo della vanga
che affonda nella terra ghiaiosa:
mio padre e suoi uomini che scavano
Io non ho la vanga
per seguire uomini così.
Tra l’indice e il pollice ho la penna.
Scaverò con quella.
“Studia la matematica!” Primavera – Alfons Mucha
La villetta era al capo opposto della città
vi stagnava un afrore di soffritti
il fermacarte era un bossolo di granata.
La vestaglia mia frusciava, un po’ si apriva
lasciavo s’intravedesse
succhiavo assorta una matita faber
dal sotterraneo udivo il ronzio
di un uomo ingegnere.
Capivo poco, dicono dipenda dall’età,
non ricordo altro,
sì, clacson nelle vie sotto cieli di piombo…
bravi tutti – L.L.
colla e legno
colla e carne
colla e bava
marionette
uomini
bestie
burattinai di voi stessi
spettacolate al buio, bravi tutti,
perché non ci provate alla luce,
del giorno. venite da me ora. no?
“poesia n°48” Dennis Nurkse
Opera fotografica “Giardini dispersi” del fotografo e scultore Signor Nove
( in gentil prestito per Libroarbitrio)
Il diavolo è un ottimista
se pensa di poter peggiorare
gli uomini.
Fazioni.
Uomini a cavallo giunsero di notte
a casa mia. Volevano sapere
da che parte stavo.
Sulle prime risposi: Dio:
che significa, niente: ma poi
anche quella si rivelò una risposta inaffidabile.
Allora provai a spiegare ma.
Ma questi erano uomini
poco inclini a sottigliezze divine:
avevano cavalcato a lungo
e i loro cavalli nitrivano là fuori
sudati nel vento ghiacciato dell’alba.
“Nuda ma dipinta” Luciano Folgore
E questo lungo desiderio di godere
è una zattera di felci,
che mi trasporta, su liquidità verdi,
in un fresco pellegrinaggio
verso una città di alberi.
Ciglia socchiuse.
Lampada verde del sole.
La mia casa sarà d’ora di giunchi
e gli uomini saranno forse
piccoli fili d’erba
con goccioline di rugiada.
“Il dragomanno errante” Charles Tomlinson
Di sera l’aria si addensa di un profumo
essudato dai muri e prodigo di sogni,
incenso scuro di un sacramento solare
dove le fasce di seta dei campi
sbiadiscono e seccano profilando i declivi
con parallele d’erba, dolci viali:
un profumo costante aleggia sul mutamento,
come quando si svolta il fieno e perdiamo
questa chiarezza di pianure e terrazze
finché i covoni segmentano i pendii di nuovo
come megaliti sparsi. Ogni anno gli uomini
li impilano prima di fare i pagliai,
lasciando verso sera contro il cielo
un cromlech di covoni per confondere il senso
del tempo, e da cui le rugiade fumanti
traggono odori solidi come quell’inganno.
“Cuore di cane” Michail Bulgakov
“U-u-u-u-u-u-hu-hu-huu!…guardatemi, muoio. E il mio ululato si confonde con quello della tormenta che così, attraverso il portone, mi canta la sua messa da morto. E’ finita per me, proprio finita. Un individuo schifoso, con quel suo lurido berretto, il cuoco della mensa per l’alimentazione normale degli impiegati del Consiglio Centrale dell’Economia Nazionale, si è preso il gusto di sbattermi addosso una pentola d’acqua bollente e mi ha mandato in malora il fianco sinistro. Brutta carogna! E sì ch’è un proletario!…Santissimo Iddio, che male mi fa! Quell’acqua diabolica m’ha lessato la carne fino all’osso, e ho un bell’ululare, tanto non serve a nulla!
Che male gli facevo? Non è certo frugando tra i rifiuti che si deruba il Consiglio dell’Economia Nazionale. Razza di porco! Dovreste vedere che brutto muso. E, quanto al resto, è più largo che lungo. Un delinquente con la faccia di bronzo . Ah, questi uomini…M’ha rovinato il fianco verso mezzogiorno e adesso è quasi buio, saranno le quattro, a giudicare dall’odorino di cipolla che si effonde dalla caserma dei pompieri sulla Precistenka. Come sapete, quelli s’ingozzano di polentina e basta: è l’ultima risorsa, un po’ come i funghi. Del resto, certi cani amici miei della Precistenka mi son venuti a dire che in via Neglinnaja, al ristorante “Bar”, ti rifilano il piatto del giorno – funghi in salsa piccante – per tre rubli e settantacinque copechi la porzione… Questione di gusti, un po’ come quello di leccare una caloscia…
U-u-u-u-uh… il fianco mi fa un male d’inferno e non ho dubbi sul futuro che mi attende: domani sarò coperto di piaghe e, mi domando, come farò a curarle? D’estate, basta una bella trottata al parco Sokolniki, dove cresce un’erba speciale, veramente egregia, e inoltre uno può rimpinzarsi gratis di avanzi di salame. I nostri bravi cittadini, poi, ti seminano intorno tante di quelle cartacce piene d’unto che ne hai da leccare per ore e ore. Se non fosse per quella solita, dannata larva notturna che si mette a cantare al chiar di luna “Celeste Ai-i-i-da”, roba da mozzarti il respiro, sarebbe una vera pacchia. Ma dove volete che vada, in questo stato?…
Incassato calcioni? Eccome!… Mattoni nelle costole? Altro che! Le ho passate tutte, sono rassegnato al mio destino e se ora faccio la lagna è solo per il dolore fisico e per il freddo, ma lo spirito è sempre in gamba… Spirito di cane ha sette vite, lo sapete.
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