.quanta tristezza fa
rincorrere a forza la felicità
se solo la si lasciasse andare
forse si lascerebbe afferrare
accarezzare
respirare
tipo a colazione
in un bar
col sole di traverso negli occhi
una vetrata piena di ditate
e lui
che mi viene incontro sorridendo
ad un appuntamento
che non c’eravamo dati.
Tag: tristezza
Mentira – Manu Chao
…Bugia ciò che dice
bugia ciò che da
bugia ciò fa
bugia la bugia
bugia la verità
bugia quello che cuoce sotto all’oscurità
bugia l’amore
bugia il sapore
bugia ciò che manda
bugia comanda
bugia la tristezza quando comincia
bugia non si va.
Bugia, bugia
La bugia…
Bugia non si cancella
bugia non si dimentica
bugia, la bugia.
Bugia quando arriva
bugia mai se ne va
bugia la bugia
bugia la verità.
Tutto è bugia in questo mondo.
Tutto è bugia anche la verità.
Tutto è bugia io mi dico.
Tutto è bugia, perché lo sarà?
Mentira lo que dice
Mentira lo que da
Mentira lo que hace
Mentira la mentira
Mentira la verdad
Mentira lo que cuece bajo la oscuridad
Mentira el amor
Mentira el sabor
Mentira la que manda
Mentira comanda
Mentira la tristeza cuando empieza
Mentira no se va
Mentira, Mentira
La Mentira…
Mentira no se borra
Mentira no se olvida
Mentira, la mentira
Mentira cuando llega
Mentira nunca se va
Mentira la mentira
Mentira la verdad
Todo es mentira en este mundo
Todo es mentira la verdad
Todo es mentira yo me digo
Todo es mentira ¿Por qué será?
dell’infinito la fine – L.L.
.sono dolci gli uccellini quando cantando al mondo pare di ascoltar di una mano che li carezza. – Lié Larousse
Opera di Visual Art di Linda de Luca
.eppure gli uomini non s’affamano
con l’andare dedito alla strada,
i loro artigli non graffiano il cielo
se solo al vento è devoto il cuore
e i miei terrori invece
rapiscono i sogni
rapinati dalla mia impotenza
di quelli che mai vorresti avere incubi
loro non camminano col mio d’andare
però scalfiscono una via nell’aria
– non uccidermi più – vorrei implorarti
ma l’improvviso
quando appari luminoso da quel nulla
è così intriso d’angoscia che non riesco
desistere all’inesistenza di piegarmi
e daccapo m’imprigiono prigioniera
– non uccidermi più – vorrei implorarti
la mia guerra
nel voler colmare la tua cattiveria nel buono
non ha più terra da battere
è estenuata della stanchezza triste
di chi non ha più un solo risveglio
e tu Dio che m’hai addormentata,
m’hai negato la pace
costringendomi a fluttuare su mari
senz’acqua né terre
in lontananza d’approdo
in lontananza dall’uomo.
L.L.
“La confessione di un figlio del secolo” Alfred de Musset
Capitolo Primo
PER SCRIVERE la storia della propria vita, occorre prima aver vissuto; non è pertanto la mia storia ch’io scrivo.
Colpito, ancor giovane, da un’abominevole malattia morale, narro ciò che m’è accaduto nel giro di tre anni. Se fossi malato solo io, non ne direi una parola; ma poiché ve ne sono molti altri che soffrono dello stesso male, scrivo per quelli, senza curarmi di sapere se baderanno a me: ché, nel caso in cui nessuno se ne occupasse, avrò pur sempre tratto dalle mie parole il frutto di aver guarito me stesso; e, come la lepre presa al laccio, avrò roso la zampa imprigionata.
Solo è vero
che quei turbini sono attraversati,
da che mondo è mondo,
da sette personaggi sempre i medesimi:
il primo si chiama speranza,
il secondo coscienza,
il terzo opinione,
il quarto desiderio,
il quinto tristezza,
il sesto orgoglio,
il settimo si chiama uomo.
Pertanto prendete il tempo come viene
e il vento come soffia.
Modello elegiaco
Roma 20 febbraio 2013
Novità della “Fiammetta”
Nell’atmosfera del romanzo cortese fu concepita dal Boccaccio anche la più rinomata delle sue opere cosiddette giovanili, l’Elegia di Madonna Fiammetta, scritta a Firenze fra il 1343 e il ’44, ma ambientata nell’eletta società napoletana, dedicata ad un personaggio femminile che porta un nome sempre presente nelle opere del Boccaccio, e sempre collegato col tema della passione d’amore. La storia di Fiammetta, sposa di un gentiluomo napoletano, divenuta amante di Panfilo, il quale un bel giorno l’abbandona per tornare dai suoi e la lascia in un’attesa angosciosa e nel dubbio, e infine nella disperazione, si iscrive nella tematica consueta della letteratura cortese, ma ha uno sviluppo nuovo dal punto di vista della struttura del romanzo, testimoniando ancora una volta l’intento innovativo e la continua sperimentazione dello scrittore.
In un proemio e nove capitoli, di cui l’ultimo rappresenta il congedo ai lettori, la vicenda rivive nel ricordo della donna, la quale racconta della sua nascita, del suo matrimonio, del suo innamoramento, della sua vita di adultera e della partenza dell’amante, e per gran parte del romanzo descrive in forma analitica il riflesso che ha sulla sua intima vita la lontananza della persona amata. Anche alcuni piccoli eventi esterni che scuotono la sua solitudine (la falsa notizia del matrimonio di Panfilo, la falsa notizia del suo ritorno, il tentato suicidio, gli svaghi cui prende parte per distrarsi) diventano per Fiammetta occasione di analisi introspettiva e di lamento.
Il predominio della confessione dolorosa rispetto alla vera e propria narrazione, della effusione descritta e analitica rispetto all’intreccio e alla progressione concatenata delle vicende, riporta l’opera nell’ambito di un genere classico evocato del resto nello stesso titolo. L’elegia latina è appunto una confessione d’amore, in cui gli elementi narrativi costituiscono la premessa, il sottofondo, l’occasione della meditazione palesata al pubblico amico, da cui il protagonista, che è lo stesso autore, spera pietà, comprensione e commiserazione.
ll modello del Boccaccio erano in effetti le Heroides di Ovidio, epistole in versi di tono elegiaco, in cui si esplica in una varietà di esempi mitici il tema della donna abbandonata, e in cui l’autore si distingue dal suo personaggio, al quale attribuisce la narrazione-sfogo. Ma Fiammetta si rivolge al vasto pubblico femminile, non all’amato, tranne nelle apostrofi che intramezzano il discorso.
Bisogna aggiungere che nella tradizione medievale il termine di “elogia” veniva interpretato come derivante da “eleyson”, e quindi messo in rapporto con la pietà e la commiserazione, e che lo “stile elegiaco” veniva considerato alla pari con lo stile umile, adatto perciò alla tematica triste dell’amore.
A domani
LL
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