365 giorni, Libroarbitrio

.come piace a te. – Lié Larousse

Ombretta Tavano

.ti auguro
una vita lunga
folkloristica, divertente, scritta 
e colorata da momenti d’estasi di felicità
di quelli che restano per sempre
nella memoria del cuore
che sorridi a ripensarli e ti fanno fermare
una bocca d’aria e stai già meglio
che li cerchi al bisogno per ritrovarti
quando credevi di averti dimenticato
nei giorni quelli no
che lo sappiamo bene quanti ce ne sono stati
e che certo, ogni tanto, torneranno
perché tutti i giorni di felicità
mica te li posso augurare per davvero
non prendiamoci in giro
da che mondo è mondo
tutti i giorni la felicità non può essere
sarebbe da infartare
come quando finalmente t’innamorerai di nuovo
e ora non smaniare
fidati di me, succederà
e ti sentirai preso e perso
nel bagliore catastrofico dei suoi occhi
in petto un pugno
e le ore voleranno raccontate
di chiacchiere e storie di baci
e il giorno andrà sposo alla notte
a fare l’amore col sole
al buio senza tremare
e di nuovo al tramonto
che si farà leggere
e lei sarà sincera e leggera
come piace a te
ecco sì, questo ti auguro
una vita lunga folkloristica divertente scritta e colorata
come piace a te.

di Lié Larousse

project DuediRipicca #GianlucaPavia
dalla raccolta .la vita comunque. Miraggi Edizioni

www.libroarbitrio.com
#poetry #poesia #sketch

365 giorni, Libroarbitrio

Il vino e l’oppio – Charles Baudelaire

N'A JAMAIS VU MA FIEVRE

La bettola piú cupa sa rivestire il vino
d’un lusso da miracolo, e nell’oro
del suo rosso vapore
fa sorgere una fiaba di colonne,
come un tramonto acceso nella bruma.

L’oppio ingrandisce ciò che non ha fine,
l’illimitato estende,
il tempo fa piú cavo, piú profondo il piacere,
e di nere, di cupe voluttà
l’anima sa colmare a dismisura.

N’A JAMAIS VU MA FIEVRE…
L.L.

365 giorni, Libroarbitrio

“Schiava mia” Pablo Neruda

La Bella e la Bestia

Schiava mia, temimi. Amami. Schiava mia!
Sono con te il tramonto più ampio del cielo,
e in esso la mia anima spunta come una stella fredda
quando da te si allontana i miei passi tornano a me.
La mia stessa frustata cade sulla mia vita
sei ciò ch’è dentro di me ed è lontano
fuggendo come un coro di nebbie inseguite.
Vicino a me, ma dove?
Lontano, ciò ch’è lontano
e ciò che essendo lontano cammina sotto i miei piedi
l’eco della voce oltre il silenzio
e ciò che nella mia anima cresce come il muschio sulle rovine.

365 giorni, Libroarbitrio

“Solo” Edgar Allan Poe

Tramonto sul mare di Ostia G.P.

Fotografia di Gianluca Pavia

Da bambino non ero come gli altri,
non vedevo come gli altri vedevano,
né le mie passioni scaturivano
da una fonte comune, e le mie pene
non avevano la stessa sorgente.
Il mio cuore, poi, non si destava
alla gioia in armonia con gli altri.
Io, tutto ciò che amai, l’amai da solo.
Allora, nell’infanzia, nell’aurora
d’una vita tempestosa, trassi
il mistero che ancora m’imprigiona
da ogni abisso del bene e del male,
e dal torrente o dalla sorgente,
dalla roccia rossa della montagna,
dal sole che tutto m’avvolgeva
nel suo autunno colorato d’oro,
dal fulmine del cielo che improvviso
mi sfiorava, scoppiava accanto a me,
dal tuono, dalla furia della pioggia,
e dalla nube che prendeva forma
di un dèmone ai miei occhi,
mentre il resto del cielo era sereno.

365 giorni, Libroarbitrio

” Tu la notte io il giorno” Antonia Pozzi

1991

 

(ritrovare un giorno luminoso a nove anni )

Tu la notte io il giorno
così distanti e immutevoli
nel tempo
così vicini come due alberi
posti uno di fronte all`altro
a creare lo stesso giardino
ma senza possibilità di
toccarsi
se non con i pensieri
Tu la notte io il giorno
tu con le tue stelle e la luna
silenziosa
io con le mie nuvole ed il
sole abbagliante
tu che conosci la brezza
della sera
ed io che rincorro il vento
caldo
fino a quando giunge il
tramonto
nella completezza della luce
fioca
ondeggiante come la marea
in eterna corsa

365 giorni, Libroarbitrio

“Marcio” Loris Giorgi

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Fotografia di Loris Giorgi – Perth – Australia

Dovrei nutrirmi ogni giorno del tuo sapere
e bere ogni secondo il tuo immenso Amore.
Io la conosco

la quantità d’amore che è dentro di te.
Mi travolge ogni singolo giorno.

Marci
i pensieri stesi al sole
si asciugano

lasciando una scia di polvere
in una tempesta
che non è di nessuno.

Artefatta la realtà
a volte
nei miei ricordi
devia la mia lucidità
rendendomi carta al vento.

Muto
l’essere umano

assorbe le urla della terra.

Sordo
l’essere umano

continua ad andare avanti.

L’amicizia
sentirla
è come vento sulla pelle.
Costante.
Inebriante.
Necessaria,
per scavarsi dentro.

 

365 giorni, Libroarbitrio

“Pensieri che tramontano…” Loris Giorgi

image1Fotografia di Loris Giorgi – Perth – Australia

Bruciano i pensieri
sull’asfalto infuocato
vaporizzandosi in gioie e dolori
rendendo tutto più complicato.

Il salice deride
l’albero di un viola opaco
mentre il cielo cobalto
rende il tutto più vivo.

Come una vipera la vita
attende solo il momento giusto per avvelenarti
e l’attesa che le cose migliorino
logora l’animo.

La felicità ha i secondi contati.
– Io conto su di lei per aprire gli occhi,
ed assaporarne il forte impatto.

Il vento oggi
smuove la natura
come fosse un quadro astratto
tra il buio e la luce dei riflessi
sembra chiaro il senso
tutto ad un tratto.

Le luci spente del parco
danno sfogo alla fantasia che rimbalza
tra i suoni della natura
perdendosi in un piacevole caos.

C’è traffico nei miei pensieri
e questo mi permette di fermarmi a riflettere
di quanto la vita sia bella.

Gli affetti come pugnali affilati
segnano la mia vita.

Adoro ascoltare la natura pulita da tutti i disturbi dell’uomo.

365 giorni, Libroarbitrio

“Dolce colloquio” di Enrico Panzacchi

Roma 6 febbraio 2014

Enrico Panzacchi

Tranquille si movean l’acque del fiume
riflettendo le bianche
nuvole e del tramonto il roseo lume;
e noi due solitari, anime stanche,
senza far motto guardavam  dal ponte
anche un giorno morire,
e più lunghe cader l’ombre dal monte,
e le nebbie dal pian lente salire.
Io non dissi d’amarvi. Errava il guardo
sulle onde e i greti erbosi;
gemean per l’aria i passeri in ritardo
cercando i nidi fra le acacie ascosi;
e le campane da lunge squillanti
mi faceano pensare
all’erbe di romiti camposanti,
a profumi di fior sovra le bare;
ed esalar parea dal verde suolo
una canzone antica,
che avea del flauto, avea dell’usignolo,
avea carezze di parola amica.
Io non dissi d’amarvi,  e non cercai
ne’ vostri occhi profondi
(occhi soavi che tacendo amai
dal tempo che li vidi) i vagabondi
pensieri della mente e la divina
malinconia d’amore.
Era pago d’avervi a me vicina;
e vi sentìa cantar dentro il mio core.

A domani
Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Il senso della natura : Emily Bronte e le sue sorelle

Roma 26 luglio 2013

Sorelle Bronte

Mi soffermai intorno a esse sotto quel cielo benigno,

guardai  le falene svolazzare tra l’erica e i convolvoli, rimasi

ad ascoltare il dolce vento che  soffiava tra le erbe , e mi

chiesi  se mai si potesse pensare  a tormentosi sonni per

quelli che dormivano in quella quieta terra.

versi  finali di “Cime tempestose

Il nome di Emily Bronte, nata a Thornton nel 1818, è strettamente legato a quello delle due sorelle Anne ( Agnes Grey, 1847) e Charlotte (Jane Eyre, 1847).

Le tre scrittrici condivisero la vita isolata nelle selvagge  brughiere dello Yorkshire, la passione per i poeti romantici, la composizione poetica, la creazione di un mondo immaginario, da loro chiamato Gondal, nel quale furono ambientate molte delle loro liriche e storie.

Emily pubblicò i suoi versi, pervasi da un profondo senso della natura, assieme alle sorelle con pseudonimi maschili: Poesie di Currer, Ellis e Acton Bell.

Il suo capolavoro è il romanzo Cime tempestose, opera ricca di passionalità e suggestioni simboliche inquietanti.

Morì di tisi come quasi tutta la sua famiglia, ad Haworth nel 1848.

Il sole è tramontato e le onde dell’erba

oscillano tetre al vento della sera

l’uccello è volato via  dalla vecchia roccia grigia

e cerca  il caldo rifugio di un nido.

Nel solitario orizzonte intorno a me

nulla vedo nulla sento

se non il  vento lontano

 che sospira sul mare d’erica.

Emily Bronte

A domani

LL