365 giorni, Libroarbitrio

25 aprile 2022 – poesia di Lié Larousse

Riposo durante la fuga in Egitto – Caravaggio

Ad oggi
il mondo
è afflitto da sessanta guerre
eppure ci sono Paesi
che festeggiano la liberazione dall’oppressione
festeggiando la libertà
come il mio, la mia amata Italia.

Ma che significa liberazione, libertà,
quando ad oggi il mondo
è afflitto da sessanta guerre?

Ad oggi,
milioni di persone fuggono
milioni di persone combattono
milioni di persone perdono
milioni di persone piangono
milioni di persone bruciano, affogano, esplodono
e con loro i loro sogni, i familiari, gli amici, gli animali
le case, le scuole, le chiese, i boschi,
il futuro, il passato, il presente.

Ad oggi
in questo mondo afflitto da sessanta guerre
milioni di persone spariscono per sempre
e non chiediamocelo il perché
non chiediamoglielo il perché
e non ascoltiamolo il perché
perché il perché fa schifo
qualsiasi esso sia
quando milioni di persone ad oggi
in questo mondo afflitto da sessanta guerre
soffrono e muoiono così
nessun perché è giusto, giustificato, giustificabile.

Ad oggi
al mondo
milioni di persone sono afflitte dalla guerra
per le scelte di una manciata di gente di “potere”,
una manciata,
loro hanno deciso questo putrido marcio perché
e hanno messo in marcia eserciti e delegazioni
ambasciate, ambasciatori e pene,
vietando la vita
vietando la libertà.

Ad oggi
per colpa di queste sessanta guerre nel mondo
volute da questa manciata di gente di potere
milioni di persone sono in fuga
ed una di quelle persone
domani
potrei essere io
potresti essere tu
potrebbe essere tuo padre,
potrebbe essere tua madre,
potrebbe essere tua sorella,
potrebbe essere tuo fratello,
potrebbe essere tua figlia,
potrebbe essere tuo figlio,
potrebbe essere tuo cugino,
potrebbe essere tua cugina,
potrebbe essere tuo zio,
potrebbe essere tua zia,
potrebbe essere tua nonna,
potrebbe essere tuo nonno,
potrebbe essere il tuo migliore amico,
potrebbe essere la tua migliore amica,
potrebbero essere tutti loro
potresti essere tu,
potrei essere io.

Ad oggi nel mondo
ci sono sessanta guerre
e milioni di persone il giorno prima di morire
sorridevano, cantavano, includevano, amavano
e c’era chi studiava all’Università,
chi accompagnava il figlio al primo giorno di scuola,
chi veniva al mondo, chi si dava il primo bacio,
chi l’ultimo, chi comprava casa, chi apriva un bar,
chi si sposava, chi apparecchiava, chi cenava tardi
chi andava a dormire presto, chi faceva un bagno caldo,
chi beveva una birretta fresca, chi litigava,
chi giocava una partita a calcetto,
chi ballava swing, chi tecno,
chi leggeva, chi guardava un film,
chi festeggiava il primo compleanno chi il novantesimo,
ma oggi,  oggi,
milioni di quelle persone non ci sono più
per colpa di queste sessanta guerre
e fintanto che ci sarà anche solo una guerra al mondo
io non festeggerò nessuna liberazione, nessuna libertà
perché sì, sono italiana,
ma sono prima di tutto figlia del mondo,
e nel mondo, ad oggi, ci sono sessanta guerre
che affliggono milioni di persone, e domani
quella persona potrei essere io, potresti essere tu.

di Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Fai come l’acqua – Gianluca Pavia

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Fai come l’acqua
amica mia,
scorri e non ti fermare
c’è un tizio sulla riva
in attesa di un cadavere.

Vai come il fiume
tra gole e cascate,
sfreccia tra le rapide
e riposa se puoi
quando la superficie è piatta.

Fai come l’acqua
non ti fermare,
permea la terra
e trova una via,
il tuo canto sarà
un gran bel fiore.

Vai come il fiume
che all’occhio pigro
si adatta al corso
e ne segue la corrente,
ma in profondità erode
e sgomita con le sponde,
sconvolge interi paesaggi
e si fa strada,
così,
da sé.

Tratto dalla raccolta poetica
Spietate Speranze
di Gianluca Pavia

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“Dell’infinito, universo e mondi” Giordano Bruno

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come son questi, nomati astri,
ed ancora che
(o simili o dissimili che sieno questi mondi)
non con minor raggione serebe bene
a l’uno l’essere  che a l’altro;
perché l’essere de l’altro non ha minor raggione che l’essere de l’uno,
e l’essere di molti non minor che de l’uno e l’altro,
e l’essere de infiniti che di molti.
Là onde, come sarebe male la abolizione
ed  il non essere di questo mondo,
cossì non sarebe buono il non essere de innumerabili altri.

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“Il campo di battaglia è il cuore dell’uomo” – L.L.

Annabel Sarow

ecco sì, anche oggi capita che è domenica e magari ci siamo svegliati presto perché, magari, a dormire non ci siamo proprio andati, e magari, la testa pesa e abbiamo fame, ma di niente e siamo nauseati dal tutto, e allora siccome casa nostra è un divano letto che però non apriamo perché quello che apriamo poi tocca richiuderlo, ecco sì, anche oggi capita che è domenica e magari abbiamo buoni propositi di fare tutte quelle cosine carine che mettiamo da parte nei giorni che non si chiamano domenica ma, siccome non siamo andati a dormire, tutto gira e lo stomaco è pieno di nulla, e allora siccome casa nostra è un televisore che però è meglio che teniamo spento perché poi accendendolo toccherebbe cercarci qualcosa dentro da vederci e dentro da vederci non ci troviamo mai nulla, ecco sì, anche oggi capita che è domenica e magari abbiamo propositi spropositati il pc acceso e un libro che attende d’esser letto ma, il sonno, la testa, la fame, la gola arsa, gli occhi socchiusi dalla riverbero della nuvola argento fuori dalla finestra, e allora che fare se non ascoltare l’odore del sughetto della vicina ed immaginarsi tra le mani una fetta biscottata una cucchiaiata di sugo che ci scivola sopra e gnam, e allora che fare, se non ascoltare le campane della chiesa alla fine della strada chiamare messa ed immaginarsi di vestirsi d’abiti croccanti di pulito e candido lino il cappello leggero le scarpe morbide le chiavi in tasca chiudere la porta alle spalle ed andare, e allora che fare se non ascoltare Popolizio leggere e recitare per noi Dostoesvkij ed immaginarsi che il campo di battaglia non è altro che il cuore dell’uomo e che anche oggi è capitato che è domenica…

L.L.

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“Ditele l’assenza” Mariasole Ariot

pozzanghera di luce

Ditele la fame, ditele che la bocca è il centro di una testa, ditele che se piange è per pudore, ditele lo sputo, ditele che il cielo senza occhi non ha ragione, ditele che una parola è matura quando è grave, ditele che grido, ditele che hanno forato il cranio con un punteruolo, ditele che passano le voci, ditele che non passa, ditele che i bambini hanno lo sguardo torvo, ditele che non guardo, ditele che le maglie della terra sono strette, ditele che non usciamo, ditele che usciremo, ditele che l’uomo ha una gabbia sulla testa, ditele della cornea, datele una retina, ditele il sangue sui tappeti, ditele che non avrò figli, ditele che ha innaffiato fiori finti, ditele che non fingo, ditele che i pianeti quando non cadono è perché cedono, ditele che nel pozzo non cadano bambini, ditele di non cadere, ditele che il radicale è un frutto senza seme, ditele dei confini mancati, ditele che se non sono – Sono l’altro, ditele della rincorsa dei coltelli, ditele della camera nera, ditele che un luogo non fa territorio, ditele che i territori sono reti, ditele della ragnatela, ditele che il mio scheletro ha la forma di una mosca, ditele dei ragni. Ditele che non ho pertugi, ditele che il consiglio è : evaporare, ditele che un foro non è un passaggio, ditele che non passa, ditele che hanno cartografato il vuoto, ditele che la fedeltà non si misura in giuramenti, ditele che sono infedele, ditele che la parola è un segno, ditele che ci parliamo, ditele che vedo, ditele che l’uomo ha creato bocche ovunque, ditele che sono una buca, ditele che non ho un fondo, ditele dell’universo osservabile, ditele che se ho taciuto è per gravità, ditele che non ho mai taciuto, ditele che il principio di reazione ha fallito, ditele che è falso, ditele che ho fame, ditele che è freddo, ditele che piange, ditele che un uomo è un bambino in verticale, ditele che cado, non ditele niente, ditele della sbarra piantata sulla schiena, ditele che la verità è una menzogna, ditele che mento.

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“La vita solitaria” Giacomo Leopardi

Elio Germano Leopardi

E le ridenti piagge benedico:
Poichè voi, cittadine infauste mura,
Vidi e conobbi assai, là dove segue
Odio al dolor compagno; e doloroso
Io vivo, e tal morrò, deh tosto! Alcuna
Benchè scarsa pietà pur mi dimostra
Natura in questi lochi, un giorno oh quanto
Verso me più cortese! E tu pur volgi
Dai miseri lo sguardo; e tu, sdegnando
Le sciagure e gli affanni, alla reina
Felicità servi, o natura. In cielo,
In terra amico agl’infelici alcuno
E rifugio non resta altro che il ferro.
Talor m’assido in solitaria parte,
Sovra un rialto, al margine d’un lago
Di taciturne piante incoronato.

 

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“Niente parole d’amore per un fucile” Cesare Oddera

 

Back to- Tomohide Ikeya Underwater

Un fucile uccide
Per questo è stato creato
Non ha scelta
Niente parole d’amore, per un fucile
La sua bocca è tuono
La sua lingua un lampo
La sua voce è morte
Solo questo sa dire
Un fiore è bellezza disarmata, disarmante
Bellezza che incombe alta
al di sopra delle lame affilate
dell’erba spada
Lassù l’ha posto il sangue della terra,
noi tutti, i globuli rossi
del piano economico mondiale,
il tramonto che arrossa
quelle stesse lame
E ugualmente esso non ha scelta
È venuto al mondo come simbolo
e morirà su una bandiera
Ora, io sono certo di non sbagliare
quando affermo che Erica
è nata per l’amore,
per tenere i fiori lontani dalle bandiere
e gli uomini lontani dai fucili
E nemmeno per Erica c’è scelta
L’amore non sceglie
Si fa scegliere
Un fucile, un fiore, Erica
Morte, bellezza, amore
Questi i loro nomi
Questi i loro compiti
E da ragazzo
ho corso a spaccapolmoni
lungo prati sterminati
E da soldato mi sono addormentato
stretto ad un fucile
E se l’ho fatto è perché
questi sono i compiti
di un ragazzo e di un soldato
Calpestare le bandiere
e dormire abbracciato alla morte
E dopo, solo dopo, da poeta
ho raccolto in fila
la bellezza di tutti i fiori
e ognuno di essi l’ho armato
con un fucile di morte
Poi ho sistemato Erica
dall’altra parte dell’amore
e ho dato l’ordine
Perché questo è infine
il compito di un poeta:
mischiare le carte
e gridare “fuoco!”

dal blog di marcellomeo.wordpress.com

 

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“La filosofia dell’Amore” Percy Bysshe Shelly

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Vedi che le montagne baciano l’alto
del Cielo, e che le onde una per una
si abbracciano.
Nessun fiore-sorella

vivrebbe più ritroso verso il fratello-fiore.
E il chiarore del sole abbraccia la terra
e i raggi della luna baciano il mare.
Per che cosa tutto questo mestier tenero
se tu non vuoi baciarmi?

Brigh Star - Abbie Cornish & Ben Whishaw

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“Infinito il cuore in valigia grida cu-cu” L.L.

Cour

grida di Bambino e grida di Bambina grida di albatro grida di cielo grida di terra grida di piogge grida di catrame grida di sabbia grida di corteccia grida di campi grida di mari grida di pareti grida di soffitti grida di letti grida di mattonelle grida di alcolici grida di narcotici grida di fumi grida di ceneri grida di buio grida di luce grida di invasori che dilaniano la carne in grida di acqua che inonda profondità a masticare l’animo che grida polverizzandosi le ossa per sparire in grida di Bambino e grida di Bambina grida di albatro grida di cielo grida di piogge grida di catrame grida di sabbia grida di corteccia grida di campi grida di mari grida di pareti grida di soffitti grida di letti grida di mattonelle grida di alcolici grida di narcotici grida di fumi grida di ceneri grida di buio grida di luce grida di invasori che dilaniano la carne in grida di acqua che inonda profondità a masticare l’animo che grida polverizzandosi le ossa per sparire in grida di Bambino e grida di Bambina grida di albatro grida di cielo grida di terra grida di piogge grida di catrame grida di sabbia grida di corteccia grida di campi grida di mari grida di pareti grida di soffitti grida di letti grida di mattonelle grida di alcolici grida di narcotici grida di fumi grida di ceneri grida di buio grida di luce grida di invasori che dilaniano la carne in grida di acqua che inonda profondità a masticare l’animo che grida polverizzandosi le ossa per sparire in grida di Bambino e grida di Bambina grida di albatro grida di cielo grida di terra grida di piogge grida di catrame grida di sabbia grida di corteccia grida di campi grida di mari grida di pareti grida di soffitti grida di letti grida di mattonelle grida di alcolici grida di narcotici grida di fumi grida di ceneri grida di buio grida di luce grida di invasori che dilaniano la carne in grida di acqua che inonda profondità a masticare l’animo che grida polverizzandosi le ossa per sparire in grida di Bambino e grida di Bambina …

L.L.

 

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“Il lampo” Giovanni Pascoli

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E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in un sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto,
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.