Capalbio 22 agosto 2013
Nato a Grenoble in Francia, nel 1783, Stendhal (pseudonimo di Henri Beyle), di origini borghesi, lasciò la famiglia a sedici anni poiché, deceduta la madre quando era piccolissimo, non tollerava più di vivere col padre, uomo di idee chiuse e autoritarie.
Soggiornò a Parigi qualche mese e poi si arruolò giovanissimo nelle armate napoleoniche, partecipando alla Campagna d’Italia nel 1800.
Per quasi dieci anni, fino alla caduta di Napoleone, percorse vari paesi d’Europa, con incarichi politici per conto dell’imperatore.
Alla caduta di Napoleone rientrò in Italia e rimase sette anni a Milano.
Fu in questo periodo che iniziò l’attività di scrittore, soprattutto con saggi di musica, di arte e di teatro.
Dopo una delusione amorosa, nel 1821 tornò in Francia, a Parigi, anche perché le autorità austriache in Italia lo sospettavano di cospirazione.
Qui visse con amarezza e difficoltà economiche il periodo della restaurazione seguito alla caduta di Napoleone.
Dopo alcune collaborazioni come critico su alcune riviste , nel 1827 pubblicò il primo romanzo e le prime novelle.
Con la rivoluzione del 1830, che portò al potere Luigi Filippo, riprese l’attività politica e venne mandato come console in Italia, prima a Trieste e poi a Civitavecchia.
Proprio in quell’anno scrisse il primo dei suoi capolavori , Il rosso e il nero, cui seguirono altri romanzi e novella tra cui, nel 1839, La certosa di Parma.
Dopo un’intensa attività di scrittore e numerosi viaggi , nel 1841 tornò a Parigi, dove morì l’anno seguente.
Considerato un romantico soprattutto per la sua capacità di rappresentare il conflitto tra gli ideali e le passioni degli uomini e l’ipocrisia della società, seppe però trovare un’originalità che lo distinse profondamente dal romanticismo di maniera.
Di questo rifiutò la rappresentazione poco realistica della società e lo stile di scrittura troppo enfatico.
Grazie al “il rosso e il nero” Stendhal è considerato come l’inventore del moderno romanzo realistico europeo.
Molto personale è il suo stile narrativi, quasi anticipatore della scrittura moderna: asciutto, immediato, cronachistico, quasi da “codice civile”, come scrisse egli stesso.
A domani
LL