365 giorni, Libroarbitrio

TRACCE – Gianluca Pavia

 

La traccia che lasciamo
dietro di noi,
la nostra impronta,
è fatta solo di sangue
e sperma?
Macerie e buste di plastica?
Tutto quello che abbandoniamo
quando ci vengono a prendere
è solo morte in potenza,
come un vizio è dipendenza
e ogni bacio uno schiaffo?
Resteranno solo foto
e ricordi sbiaditi,
magari qualche buona parola
come commiato?
E se ne lasciassi a fiumi,
di parole,
neanche poi tanto buone?
Se tutto il mio patrimonio
fosso inchiostro
e carezze
e graffi?
Sopravvivrei, forse
alla nebbia degli anni
e al segno degli inverni,
nelle sfumature di un quadro
piuttosto vago
che, comunque,
non renderebbe giustizia
all’insieme completo.

Gianluca Pavia
DuediRipicca
R. Magritte

365 giorni, Libroarbitrio

c’era una volta una donna che infilò la testa nel forno – Charles Bukowski

Elvgren

la paura diventa alla fine quasi
tollerabile
ma mai proprio del tutto

la paura furtiva come un gatto
traversa come un gatto
quatto quatto la mia mente

sento la risata delle masse

sono forti
sopravviveranno

come gli scarafaggi

non perdere mai di vista lo scarafaggio

non lo vedrai più.

le masse sono dovunque
ci sanno fare:
nutrono rabbie sensate e mortali
per cose
sensate e mortali.

vorrei guidare una Buick blu del ’52
o una Buick blu scura del ’42
o una Buick blu del ’32
e finire in mare
da un dirupo dell’inferno

365 giorni, Libroarbitrio

Incertezza dei bersagli – Paolo Bertolani

Anarchia

Quell’uomo di solfato
che – fucile spianato – tra le siepi di more
incattiviva a un fruscio che non fosse di biscie
o di vento
il tempo e le molte mani via via
in tanti anni.
Di lui ricordo
le sere in cui parlava
– comandando a bastone a glaciali silenzi –
Pensa se mi vedesse ora la carogna che sono
e come parlo e come mi vesto o faccio l’amore
col mitra pronto ben oliato
contro di lui se tornasse.

365 giorni, Libroarbitrio

Versi sparsi & Presto che è tardi – Gianluca Pavia

Mammina

Gli uccelli cantano
la pioggia tintinna
le nuvole rombano
e tu
su un prato verde
o forse un letto,
magari un sacco,
sorridi…

…qui
sulla pista da ballo
una vertigine di luci e sguardi
solo per noi
solo per te.

…mi ha donato
abbastanza pazzia per sopravvivere
mi ha lasciato
mani tozze con cui sopravvivere.

Ce ne andiamo presto
noi che amiamo
sgasare in curva
colpire duro
e brindiamo sempre
in fondo al bancone.
Leviamo in fretta le tende
perché la vita
è un pic-nic
e l’amiamo
ad un centimetro dall’asfalto
un secondo dal k.o.
ad un soffio dalla morte.
Ci siamo presi il meglio
di questi anni
ruggendo come leoni
e chiudiamo la partita
prima che il gioco si faccia duro.
Siamo rimasti per poco
e con poco ce ne andiamo
lasciando forse troppo
negli occhi
e nelle parole
di chi ci saluta
con un fiore.

365 giorni, Libroarbitrio

Non brucerò il suo ritratto – Leonardo Sinisgalli

nella mia testa

Restano sempre le cose più insignificanti a sopravvivere,
fourrures, souvenirs,
l’amante che ti morde l’orecchio,
il più sciocco,
il più vecchio,
ti gira intorno,
ti guarda morire.
L’amore arrivò davanti a me
come un dannato.