365 giorni, Libroarbitrio

“La Casa di Dio” Henrik Nordbrandt

Lié disegno 2008

“Avevo afferrato un lembo di Dio nel vuoto
ma la mia mano scivolò”
Matteo 9,20

<<Ana ‘al haqq>>, dicono i sufi:
<<Io sono Dio>>. E questo
è per loro il massimo riconoscimento,
perché Dio creò il Mondo
come un mondo di specchi
nel quale ammirare la propria bellezza.

Quando lo vedo consegnare
una delle sue solite spiritosaggini
in forma di <<News Week>>,
una vedova che fruga nei secchi della spazzatura
in cerca di qualcosa di commestibile
o un gattino
che i bambini di sei anni del paese
hanno abbandonato alla morte per inedia,
mi convinco che
Dio è un umorista, non un esteta.

E quando rido, la casa ride
dieci volte più forte
e continua a lungo dopo che io ho smesso.

Sei proprio una canaglia, Dio.
Rimani quello che sei.

365 giorni, Libroarbitrio

“Le Lettere” Sharon Olds

incastrata nella tela del ragno

La macchina entrò nel vialetto al crepuscolo e si fermò.
La donna scese sotto i giganteschi alberi neri,
andò in giardino e sentì che c’era qualcuno,
qualcuno furioso. Gli alberi erano inzuppati di oscurità
e i germogli cacciavano fuori i loro coltelli.

Rimase fuori del suo giardino
e vide come i fusti flettevano i loro muscoli
e tutto l’appezzamento sembrava una tomba
dalla quale qualcuno stava  tentando di uscire.

All’improvviso
sentì alzarsi un’ombra enorme
e correre via – la sua mano andò al collo
bianca come una radice.

Lei fu casa, poi.
Questo era il suo luogo, quello fra tutti gli altri
dove aveva paura di camminare, dove c’era sempre qualcuno
arrivato prima, che lo occupava contro di lei
ad ogni costo.

365 giorni, Libroarbitrio

“Nuovi Argomenti” William Cliff

angelo-dell amore-olio-su-tela

in alto più in alto un’antenna più in basso c’è la chiglia
che dovrebbe risparmiarci dalle scosse più violente
fra queste i piani abitati sono dipinti di bianco
di nero quelli più in basso dove riposa la merce

su diversi livelli anche gli uomini si dividono
scarafaggi viscosi di pece strisciano invisibili
in fondi dove mai ho arrischiato il mio piede tremante
il capitano alloggia sulla sommità della nave

la mia cabina è sotto la sua poi c’è il capo macchinista
più in là l’ufficiale superiore tutto ruota intorno al gran chiasso
che fanno al centro notte e giorno i pistoni delle macchine

le scale scendono rapidamente verso certe zone
colpite da un divieto che me le rendono inaccessibili
ma dove credo  che la gente si batta e si uccida a volte