Roma 1 ottobre 2013
” Da qualche anno, nella lontananza, la città mi appare in una gessosa e abbagliante luce di cataclisma, come nelle catastrofiche profezie del Barocco, scaturite dall’amarezza per il tracollo della Montagna Bianca. Mi riaffiorano in mente i pronostici delle Sibille che, nelle leggende boeme, antiveggono la trasformazione di Praga in un desolato viluppo di fango, sterpaglia e macerie, brulicante di rettili e di sozzissimi diavoli. Ma tutto questo è delirio, nebbia di un’invettiva malata, robaccia da untori. Perché, come il poeta Karel Toman afferma, “l’unica legge è germogliare e crescere, – crescere nella tempesta e nelle intemperie – a dispetto di tutto “. E dunque: alla malora gli aruspici e le puttanesche sibille. Non avrà fine la fascinazione, la vita di Praga. Svaniranno in un baratro i persecutori, i monatti. Ed io forse vi ritornerò. Certo vi ritornerò. In una bettola di Mala Strana, ombre della mia giovinezza, stappate una bottiglia di Melnìk. Andrò a Praga , al cabaret Viola, a recitare i miei versi. Vi porterò i miei nipoti, i miei figli, le donne che ho amato, i miei amici, i miei genitori risorti, tutti i miei morti. Praga, non ci daremo per vinti. Fatti forza, resisti. Non ci resta altro che percorrere insieme il lunghissimo, chapliniano cammino della speranza.”
Angelo Maria Ripellino, Praga magica, Einaudi 1973
La produzione poetica di Ripellino è di ispirazione autobiografica e usa un linguaggio apparentemente colloquiale, ma ricercato, prezioso di invenzioni metaforiche.
Affascinante per la ricostruzione di atmosfere misteriose e ricco di interesse storico e culturale, il volume in prosa Praga magica racconta un viaggio introspettivo, tra splendori e ombre, nella Praga ricca di fermenti culturali precedente il crollo dell’impero asburgico.
Angelo Maria Ripellino è morto a Roma nel 1978.
A domani
LL
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