365 giorni, Libroarbitrio

“Rapida, senza lasciare traccia scorre” di Friedrich Schiller

Roma 1 marzo 2014

Friedrich Schiller

(…) rapida, senza lasciare traccia scorre
al di là dei sensi l’arte stupenda dell’attore,
mentre l’opera dello scalpello e il canto
del poeta sopravvivono ai millenni.
Sulla scena la magia muore con l’artista;
quando il suono svanisce dall’orecchio
scompare anche l’effimera creazione,
nulla di duraturo ne conserva la gloria.
Ardua è l’arte, fuggevole il premio,
i posteri all’attore non intrecciano
ghirlande: perciò con mano avara
il presente deve cogliere, l’istante
ch’è suo sfruttare pienamente,
conquistare il favore dei contemporanei,
edificarsi un monumento vivo
nell’animo dei più degni e dei migliori.
Solo così anticipa l’immortalità,
poiché colui che ha soddisfatto i migliori
del suo tempo, avrà vita in eterno.

Friedrich Schiller fu fautore di un teatro specifico dei tempi, dove i protagonisti erano persone realistiche, non più eroi idealizzati.
La sua opera, veicolo dei valori positivi della borghesia in ascesa, vicina alle idee di libertà e ribellione dello sturm und Drang, affrontò, nell’arco di un ventennio, i temi più significativi della cultura contemporanea: la difesa dei diritti dell’individuo, la ribellione ai vincoli delle convenzioni sociali, la condanna dell’arbitrio e dell’assolutismo.
Don Carlos, la trilogia del Wallenstein, Maria Stuarda, La pulzella d’Orléans, Gugliemo Tell, sono solo alcuni tra i più famosi drammi della vastissima produzione schilleriana.
Oltre alle tragedie, il genio poetico di Schiller si manifestò anche nella composizione di odi, inni e ballate, molte delle quali furono musicate da importanti musicisti: così fece Schubert con Nostalgia e Beethoven con il famoso Inno alla gioia.

A domani
Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Johann Wolfgang Goethe maestro di vita

Roma 4 luglio 2013

Maestro di vita del suo popolo e cosmopolitismo culturale, Goethe cantò la moderna inquietudine sentimentale in forme d’arte di rara bellezza ed equilibrio armonico.

Genio precoce, iniziò dalla prima giovinezza la sua produzione letteraria con poesie e testi teatrali, ma divenne famoso, nel 1774, con il romanzo d’amore e morte I dolori del giovane Werther.

Altri romanzi furono La missione teatrale di Wilhelm Meister, Gli anni di noviziato di Wilhelm Meister e Le affinità elettive.

Un autentico capolavoro fu il Faust, mito tragico dell’uomo moderno, costretto dal suo istinto di realizzazione a infrangere continuamente le leggi e le convenzioni della società  tradizionale.

Importante è l’ampia raccolta di Ballate, originale rielaborazione di una materia popolare:

Mignon

Conosci la terra dove il limon fiorisce,

arance d’oro splendono tra scure foglie,

dal cielo azzurro soffia un mite  vento,

quieto sta il mirto e superbo l’alloro,

la conosci tu forse?

Laggiù, laggiù

vorrei tornar con te, amato mio!

La ballata Mignon, inserita da Goethe nel romanzo La missione teatrale di Wilhelm Meister, ebbe un grande successo tra i suoi contemporanei, per il suggestivo tema romantico della nostalgia.

Mignon era una povera fanciulla, che, rapita in Italia da una compagnia di girovaghi e portata in Germania, veniva poi liberata e protetta da un attore di nome Wilhelm.

La ballata fu musicata da Beethoven, Liszt, Schubert, Schumann e molti altri musicisti romantici.

A domani

LL