Roma 28 marzo 2013
Nel 1615 lo scrittore Giovan Battista Basile inizia a scrivere “Lo Cunto de li cunti overo lo trattenimento de’ peccerille”. Zora, filgia del re Vallepolosa, non riesce mai a sorridere ed è sempre malinconica. A nulla valgono gli stratagemmi architettati dal padre per farla divertire, fin quando, un giorno, la giovane fanciulla assiste ad una lite tra una vecchia e un ragazzo che culmina in una rissa verbale. Zora ride così tanto che la vecchia la maledice. La fanciulla è costretta a vagare a lungo fino quando non incontrerà e sposerà il principe Taddeo di Caporotondo. Il giovane dorme di un sonno profondo e per svegliarlo è necessario che Zora, per tre giorni, riempia di lacrime una brocca. Esausta, la figlia del re di Vallepolosa si addormenta e la brocca viene colmata dalle lacrime di una schiava moresca che aiuta il principe a risvegliarsi e lo sposa. Per vendicarsi, Zora si serve di un oggetto magico che suscita nell’animo della schiava il desiderio di voler ascoltare fiabe. Taddeo, per accontentare la consorte, fa chiamare a palazzo dieci donne affinché le narrino le proprie favole. Al quarantanovesimo racconto, Zora si sostituisce all’ultima novellatrice rivelando la propria identità attraverso una favola. La schiava viene smascherata e Zora sposa Taddeo.
L’opera, iniziata nel 1615, ma pubblicata postuma tra il 1634 e il 1636, a tre anni di distanza dalla morte dell’autore, si presenta come una raccolta di cinquanta favole ripartite in cinque giornate. il testo è anche noto con il termine greco Pentamerone che significa di cinque giorni. Basile recupera la tradizione orientale del Libro dei sette savi e il modello boccacciano del Decameron in cui è visibile una cornice a struttura fiabesca. A differenza dell’allegra brigata del Decameron, le dieci popolane che narrano i loro racconti possiedono tutte un difetto fisico, il dato fiabesco attinge alla tradizione orientale de Le Mille e una notte in cui il meraviglioso convive con con l’elemento magico.
L’opera incontrerà gran favore del pubblico ed influenzerà diversi scrittori di favole come Charles Perrault e i fratelli Grimm.
A domani
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