Le nostre parole
non fermeranno certo
i proiettili nell’aria,
rilasseranno, forse,
il dito contratto
sul grilletto sotto contratto.
Perché non crediamo
a Dei sanguinari
e banchieri insanguinati,
il re non è mai morto
lunga schiavitù al popolo.
Eppure, ancora sorridiamo
per le nostre raffiche di baci
e le esplosioni ormonali,
vittime di postumi nucleari
a queste serate di musica,
birra e poesia.
Perché crediamo nell’amore,
non in quello da copertina
ma nell’altro,
quello di chi ti lecca le ferite
e sputa via il veleno,
di chi ti raccoglie da terra
e fa toccare il cielo.
Già,
crediamo nella bellezza
di chi fuori moda
ti sfama, ti salva
e ti salda il conto,
ma il prossimo giro
offri te.
DuediRipicca per l’opera pittorica “Niente di nuovo”
di e con Antonio Conte
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