365 giorni, Libroarbitrio

“Il canto di me stesso” Walt Whitman

in-volo

Il falco maculato mi saetta accanto, mi accusa,
riprende le mie chiacchiere e il mio indugio.
Neanch’io sono stato domato, sono anch’io intraducibile,
Scaglio il mio grido barbarico sopra i tetti del mondo.
L’ultimo rapido raggio del giorno si attarda per me, 

Proietta la mia immagine dietro le altre, come qualsiasi altra esatta sui deserti d’ombre,
E mi attrae nella bruma e nel crepuscolo.
Mi allontano come l’aria, scuoto i miei bianchi riccioli al sole che fugge,
Effondo la mia carne dentro, vortici, la trascino dentro brecce frastagliate.
Mi abbandono ai rifiuti della terra per crescere con l’erba che amo,
Se ancora mi vuoi, cercami sotto la suola delle scarpe.
Difficilmente comprenderai chi sono o che cosa significo,
Ma non di meno sarò per te la salute, 
E filtrerò e rafforzerò il tuo sangue.
Se non riuscirai a trovarmi subito, non perdere coraggio,
Se non mi trovi in un luogo cercami in un altro, 
In qualche luogo mi son fermato ad attenderti.

365 giorni, Libroarbitrio

Costumi corrotti

Roma 31 marzo 2013

Francesco Fulvio Frugoni nasce a Genova nel 1620.

Entra nell’Ordine dei padri minimi di San Francesco da Paola; partito per l’estero  andrà affermandosi come scrittore ora religioso ora mondano.

Avrà fortuna con la satira Il cane di Diogene, opera satirico -autobiografica pubblicata postuma nel 1689, in cui convengono sperimentalismo linguistico, tono canzonatorio e spirito polemico.

Le vicende sono narrate in prima persona dal cane Saetta: questi viene scacciato dal filosofo Diogene e inizia a viaggiare incontrando numerosi padroni. Saetta, nei suoi “latrati”,( così sono chiamati i vari libri che compongono la raccolta dell’opera), dà voce al moralismo anticonformista dell’autore  descrivendo la realtà  varia del mondo contemporaneo, rendendosi conto delle miserie dell’uomo attaccando i costumi corrotti del secolo Seicento.

A domani

LL