365 giorni, Libroarbitrio

Costantino Kavafis “poeta del futuro”

Roma 28 ottobre 2013

Costantino Kavafis

Più che puoi

Se non puoi farla come vuoi, la vita,
sforzati almeno più che puoi
di non prostituirla
nei contatti eccessivi con la gente,
con i gesti eccessivi e le parole.

Non la prostituire col portarla
troppo sovente in giro, con l’esporla
ai commerci e alle pratiche
della dissennatezza quotidiana
finché diventi estranea ed importuna.

Pochi autori incarnano come il greco Costantino Kavafis la figura paradigmatica del poeta.

Appartato ai limiti dell’emarginazione, egli fu aristocraticamente alieno alle mode culturali del suo tempo ed estraneo  alla contemporaneità, consapevole di scrivere  sibi et paucisper sé e per i pochi amanti della poesia, ma anche convinto  di essere “un poeta del futuro”, in anticipo sui tempi.

La poesia di Kavafis, legata com’è alla sua esperienza di vita,  benché la sua biografia sia priva di eventi eclatanti e o drammatici, ha un fascino occulto che tocca direttamente la fantasia  e il cuore del lettore.

 Un fascino cui non sono estranei la semplicità  e la perfezione dello stile, l’universalità dei sentimenti espressi nei suoi versi e la religione di cui egli è stato fedele osservante e sacerdote: quella dell’amore, del bello e della poesia.

A domani

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Giacomo Zanella: l’incipit poetico

Roma 25 giugno 2013

Zanella fu sacerdote, professore di lettere e filosofia. Ultimo rappresentante della lirica melica di tipo settecentesco, Zanella si espresse in uno stile classicheggiante pur con toni realistici. Nei contenuti la sua opera fu la testimonianza di una profonda e partecipe contraddizione tra fede e scienza, tra convinzioni religiose e progresso.  Idillici ed eleganti sono i sonetti paesistici e bozzettistici della raccolta Astichello e l’incipit campestri:

Tra le chiome de’ pioppi entro la stanza

lampeggia il sole, e d’ombre irrequiete

con tremolo riverbero una danza

disegna sul candor della parete…

***

Di vispe villanelle allegro coro

sotto la luna , alla campagna aperta,

uscìan cantando, mano a man conserta…

***

Sul declive del fiume orlo fiorente

un vecchio bue si sdraia e guarda immoto

il pian dell’acque…

A domani

LL