365 giorni, Libroarbitrio

GIALLO PALLADIO – Recensione di Renata Covi

Un libro mi piace quando mi tira dentro le sue pagine e mi avvolge come uno scialle caldo, come l’attesa del Natale.
Un libro mi piace quando non vorrei uscire mai da quelle pagine, quando sospendere la lettura, per vivere la vita, è sofferenza.
I libri scritti in maniera così avvolgente non sono molti e il fascino non dipende dell’argomento ma dalla magia della scrittura.
Politica, scienza, storia, romanzo d’amore, giallo sono alla pari quando la scrittura ti coinvolge.
A questa categoria appartiene il libro GIALLO PALLADIO di Umberto Matino, Edizioni Biblioteca dell’Immagine.

Questo libro ha molti piani di lettura, il primo è certamente il giallo: una vicenda complessa dove ingordigia, soldi, alcol e arte si intrecciano.
Un secondo piano è l’arte di Andrea Palladio e il suo tempo, dove mercanti d’arte, collezionisti e truffatori convivevano come noi oggi.
Terzo piano è il dialetto vicentino che affiora qui e là e i suoi legami con il passato dei Cimbri.
Infine, l’ultimo piano di lettura li riassume tutti ed è la provincia di Vicenza.

L’amore che Umberto Matino ha per il suo territorio emerge anche quando si tratta di crimini efferati, lui ama la campagna e le Prealpi, osserva rassegnato la devastazione del territorio, che sostituisce l’arte con i capannoni industriali, è una zona del Veneto che ti entra nelle ossa come la nebbia e l’umido.

Articolo di Renata Covi

365 giorni, Libroarbitrio

“Il colore del tuo sangue” l’ultimo romanzo di Paolo Restuccia: splendido, feroce, necessario. Recensione di Lié Larousse

È piena estate, siamo in una Roma a prima vista svuotata dal turismo molesto e dal traffico ma traboccante di colorite pelli sudate e afrori esotici. E’ la Roma di chi non si può permettere le vacanze al mare tanto più l’amico sbagliato al momento sbagliato, è la Roma di Greta Scacchi filmmaker alla ricerca del soggetto giusto nell’attimo giusto. Ci piace subito questa giovane donna, l’intraprendenza, la stravaganza, e saliamo in sella al suo motorino sfilando in canottiera e short a scoprire gli amori complicati, i ricordi che affiorano da un passato nemmeno troppo lontano, i valori che si è costruita col tempo, un tempo fatto di solitudini e scelte fuori dal comune, come fuori dal comune è la sua bellezza e il suo guardare la vita sempre attraverso un obiettivo a 360 gradi. Una vita per nulla facile, ma vissuta con disinvoltura, libertà. Ecco, la libertà, non mettiamo mai in discussione la nostra libertà, anche se l’epoca in cui viviamo, in cui vive Greta, ci mette a dura prova, finché è la sorte ad intervenire con la penna di Paolo Restuccia in questo suo ultimo romanzo “Il colore del tuo Sangue”, Arkadia editore.
L’autore è il grande regista di questo romanzo, alle primissime righe siamo immediatamente conquistati come in una travolgente storia d’amore ritrovandoci invischiati in quell’ADESSO con cui apre la scena iniziale per farci scivolare via in un travolgente PRIMA tra sampietrini roventi, identità mascherate, fraintendimenti, certezze infrante; un susseguirsi di immagini che fotografano l’ansia, la paura, lo sconforto, ma anche la tenerezza e l’amore di chi ogni giorno combatte la sua intima guerra quotidiana, e il lettore suda, annaspa, ha il fiato corto, scappa, grida all’inverosimile contro le ingiustizie e poi tace, tace tenendosi la mano a tapparsi la bocca, e siamo Nadir piccoli ed indifesi, siamo Anissa e Farid fragili ed offuscati, siamo l’indolente Del Re, siamo le bugie che ci raccontiamo e le verità che ci neghiamo, ma soprattutto siamo l’eroina di questa splendida, feroce, necessaria narrazione, siamo tutti Greta Scacchi.

Carissimi lettori, come per ogni libro che ho amato molto, io vi consiglio di leggerlo rispondendovi alla domanda: tu lo hai mai guardato il colore del tuo sangue?”

Recensione di Lié Larousse

Romanzo: Il colore del tuo sangue  
Autore: Paolo Restuccia
Casa editrice: Arkadia
Pagine 268
€ 17