E’ vero. Dobbiamo domare
questa natura ribelle,
questa furia, quest’ansia,
se al sogno per caso torniamo.
E lo faremo, avvertiti
da un mondo così strano,
dove vivere è sognare;
e l’esperienza m’insegna
che l’uomo che vive sogna
quel che è, fino al risveglio.
Il re sogna il suo stesso regno,
e vivendo in quest’inganno
regna, ordina e governa;
e il plauso, che fugace
riceve, affida al vento,
e la morte – ingrato destino! –
lo trasforma in cenere.
E chi vorrà più regnare
sapendo che si risveglia
già nel sogno della morte?
Sogna il ricco la ricchezza,
che tanti affanni gli reca;
sogna il povero la propria
pena e la miseria;
sogna chi accumula beni,
sogna chi opprime e offende;
e nel mondo, in conclusione,
tutti sognano ciò che sono,
ma nessuno lo avverte.
Io sogno che mi trovo qui
fiaccato da questi ceppi,
e ho sognato di vedermi
in più lieta condizione.
Cos’è la vita? Delirio, illusione,
appena chimera e ombra,
e il massimo bene è il nulla,
ché tutta la vita è sogno,
e i sogni solo sogni sono.
Tag: Risveglio
Uno dei poeti maledetti: Stéphane Mallarmé
Roma 11 luglio 2013
Risveglio
Una primavera malata tristemente ha cacciato
il lucido inverno, stagione dell’arte serena,
e nel mio essere che un cupo sangue sostiene
l’impotenza si stira in un lungo sbadiglio.
Crepuscoli bianchi si scaldano sotto il mio cranio,
un cerchio di ferro lo stringe come vecchio sepolcro,
triste vado errando e inseguo un vago sogno
nei campi ove la linfa sterminata si pavoneggia.
Poi cado snervato dai profumi degli alberi, stanco,
e con la faccia scavo una fossa al mio sogno,
mordo la terra calda dove sbocciano i lillà,
e sprofondo aspettando che la mia noia si alzi…
– Eppure ride l’Azzurro sopra la siepe, e fiori
d’uccelli si svegliano e cantano al sole.
di
Stéphane Mallarmé
A domani
LL
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