365 giorni, Libroarbitrio

Ishikawa Takuboku “TANKA”

Roma 28 gennaio 2014

Ishikawa Takuboku

Nel cielo blu
il fumo svanisce
triste.
Il fumo che svanisce
forse mi somiglia?

Come un aquilone
con il filo spezzato
ricordo il cuore
di giovani giorni
volare in cielo.

Lavoro, lavoro sempre
pure – non so perché – sprofonda
nella miseria la mia vita.
Guardo immobile e muto
le mie povere mani.

Ti sembra starno
se giunge il mattino
se si fa chiaro il mondo?
Perché allora dubitare
di questo amore vero?

Ero ragazzo,
avevo la tristezza negli occhi.
Invidiavo allora
il volo di un uccello
che volando cantava.

Poeta giapponese, Ishikawa Takuboku, fu in contatto con il gruppo dei poeti riformatori di Tokyo. Condusse una vita difficile, segnata da povertà e malattie che lo condussero alla morte a soli ventisette anni.
Tuttavia la sua fama si è espansa fino in Occidente per la bellezza delle composizioni poetiche scritte nella tradizionale forma del Tanka, ma pervase di una nuova sensibilità antiretorica e realista.
I Tanka di Takaboku non sono infatti quadretti descrittivi  di scorci del paesaggio o momenti della giornata, ma amare, disperate riflessioni sul doloroso destino della sua vita.

A domani
Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Robert Musil : il disordine come principio ordinatore

Roma 28 agosto 2013

Robert Musil scrittore

Robert Musil nacque a Klagenfurt (Austria) nel 1880 da una famiglia borghese benestante.

Il padre, docente al Politecnico di Brunn (oggi Brno), lo fece educare in un severo collegio militare, poi Robert ottenne di iscriversi al Politecnico dove si laureò in ingegneria.

Tra il 1902 e il 1903 fu assistente all’università di Stoccarda ; resosi conto del suo calo d’interesse nei confronti del mestiere di ingegnere , incominciò a scrivere.

Si trasferì a Berlino per intraprendere studi di psicologia e, nel 1908, prese la seconda laurea; da due anni era stato pubblicato con successo il suo primo romanzo.

Deciso a fare della letteratura la sua unica attività, dopo aver lavorato come bibliotecario, come pubblicista e, dopo la fine della prima guerra mondiale, come archivista presso il Ministero degli esteri, nel 1923 cominciò a dedicarsi esclusivamente al suo romanzo più importante, L’uomo senza qualità, vivendo grazie agli anticipi dell’editore e alle sovvenzioni degli amici.

Con l’avvento del nazismo abbondò la Germania con la moglie Martha, che era ebrea, e si stabilì prima a Vienna e poi in Svizzera, dove continuò a scrivere in povertà fino alla morte, avvenuta a Ginevra nel 1942.

L’opera di Musil segna un passo importante sulla strada del romanzo moderno.

Egli attua il superamento di due strutture narrative tradizionali che erano state i cardini del romanzo realista e naturalista dell’Ottocento: l’intreccio e il tempo cronologico.

La sequenza degli avvenimenti si riduce al minimo, la riflessione prevale sulla narrazione, al punto che il romanzo diventa un romanzo-saggio, con una forte prevalenza di interventi del narratore.

Alla trama viene a mancare il filo conduttore e non si stabiliscono  più i legami di tipo causale o temporale.

Tutto appare ordinato  e finalizzato solo in apparenza: in verità niente porta a niente e il caos in cui è immersa la realtà viene imitato nella disgregazione delle strutture narrative.

Nel romanzo i personaggi sono rappresentati dalla vecchia società austroungarica in pieno disfacimento alla vigilia della prima guerra mondiale , ma ancora legati ai tradizionali valori  di patria e dovere.

Essi perciò si muovono all’interno di schemi noti ma ormai vani e si agitano a vuoto senza perseguire alcun obiettivo, senza individuare alcuna meta possibile.

Da questa contraddizione nasce l’ironia, che finisce col travolgere anche la figura del narratore ormai privato della sua tradizionale onniscenza, in un mondo dominato dal caos, che rende relativa e provvisoria ogni certezza.

A domani

LL

365 giorni, Libroarbitrio

Fedor Dovstoevskij l’ultimo grande scrittore realista dell’Ottocento

Roma 26 agosto 2013

Fedor Dovstoevkij scrittore

Nato  a Mosca  nel 1821, figlio di un medico, Fedor Dovstoevskij  crebbe in una famiglia di idee chiuse e autoritarie.

Iscritto alla scuola del Genio militare di Pietroburgo, si diplomò nel 1843 ma rinunciò alla carriera militare per dedicarsi alla scrittura.

Nel 1846 pubblicò il primo romanzo, Povera gente, che ebbe un buon successo di pubblico.

Nel 1849 la sua carriera fu momentaneamente troncata dalla vicenda che condizionò tutta la sua vita successiva: l’arresto e la condanna a morte da parte del regime zarista per aver aderito a un circolo di intellettuali socialisti.

Il giorno stesso dell’esecuzione fu graziato dallo zar  e la condanna fu tramutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia e quattro anni di servizio militare  successivo.

Scontata la pena e convertitosi a idee meno progressiste in politica, si accostò con grande slancio alla dottrina cristiano-ortodossa in campo religioso.

Le ristrettezze economiche e il cattivo stato di salute , segnato da continui attacchi epilettici, resero gli anni seguenti della sua vita molto duri.

Nel 1857 si sposò con una giovane vedova (che morì sette anni dopo)  e riprese la sua attività di scrittore.

Fu narratore molto prolifico e scrisse numerosi romanzi, tutti di grande successo, uno dei quali in particolare, Delitto e castigo 1886, lo fece conoscere al pubblico di tutta Europa.

Queste opere, tuttavia, non gli procurarono l’agiatezza economica.

Dovstoevskij, dopo essersi sposato in seconde nozze con la sua segretaria, a causa di  dissesti economici dovuti anche alla sua passione per il gioco d’azzardo, fu addirittura costretto  a fuggire dai suoi creditori, viaggiando per cinque anni in Germania, Francia, Svizzera e Italia.

In questo periodo scrisse L’idiota 1868-1869.

Tornato in Russia  nel 1783, proseguì l’attività di romanziere, pubblicando I demoni  e altri lavori di grande impegno e successo.

L’ultimo grande romanzo fu I fratelli Karamazow  1879-80, terminato  un anno prima della morte , avvenuta improvvisamente a Pietroburgo nel 1881.

Dovstoevskij è considerato l’ultimo grande  scrittore realista  dell’Ottocento  e insieme il precursore del romanzo del Novecento.

La sua scrittura infatti , riprende i temi della narrativa realistica  e del romanzo popolare , ma introduce un importante elemento di analisi e di intuizione psicologica dei personaggi, di seguito le opere principali:

Il sosia 1846

Le notti bianche 1848

Umiliati e offesi 1862

Memorie dal sottosuolo 1865

Il giocatore 1867

L’adolescente 1875

A domani

LL