365 giorni, Libroarbitrio

Ragione Patria L.L.

Gianfranco Sergio 2

Fiale d’amour,2013,acrilico su tela 50×40 cm. opera dell’artista  Gianfranco Sergio

E’ fuori dalla finestra dove vola la mia vista che la notte avvolge di buio il campo di sterpaglie. Il vento arriva da lontano a portarmi ricordi che odorano di sangue ma io ho bianca carta e questa matita e mi disegnerò il più meraviglioso dei mondi pure se sono accecato dal nero. E allora sarò mare che s’infuria che si lamenta dal pesare antichi peccati mentre nuovi si accumulano lungo rive scie stellari costruendosi abbazie di sabbia con varchi di conchiglia.

Vago

uomo vacuo

inspiro ed espiro come meglio posso

stringo un pugno e penso che

– Pure se volessi cambiare…non lo so.

Buona la volontà

a coloro a cui appartiene

come credere nei comandamenti

fedele sedersi e pregare il povero Cristo a tua immagine e somiglianza e non vergognarsi

come credere nella propria Patria

soldato combattersi e uccidere quel povero Cristo a tua immagine e somiglianza e non vergognarsi.

La mia Patria

è la mia ragione d’uomo

è  il mio volere

 pure se i piedi sono scalzi cammino lo stesso

 pure se non so dove andrò a dormire oggi

tra un ora

questa sera

sta notte

– Come vi pare a voi

so per certo però di sapere

dove mi sveglio ogni domani.

Je ferai un domaine

Où l’amour sera roi

Où l’amour sera loi

Où tu seras reine

L.L.

365 giorni, Libroarbitrio

“Se solo io. Ciuf. Ciuf. Niente conta.” L.L.

Bimbi e rotaie

Niente conta.

Vedi ci sono binari sul soffitto.

Il ciuf ciuf corre lungo il davanzale di quest’unica finestra.

E m’affaccio. Raccolgo fiori da un suolo senza terra né seme né acqua.

Bugie. Bugie e strazio.

Non ci bere da lì.

Nuvolette di vapore.

Ciuf. Ciuf.

Ciuf. Ciuf.

Ma guardalo che c’è. Mica è immaginario!

Quanto scotta il carbone.

Come l’oro in moneta straccia.

Come i palmi delle sue mani mentre avide lo stringono e se ne affamano.

– Aho  macché te sei messa in testa? Nun sei te che decidi se lo voi o nullo voi fà!-

Vabbenevabbenevabbenevabbene

Niente.

Non ho nulla in testa.

Pulita la mia testa.

Poi però per un po’.

Ho trovato un modo almeno.
Per non sentire le loro dita trapassare i fili della corrente.
Capelli di sangue.
E li ho annodati con l’uncinetto.

E per quel po’ ho creduto di aver vinto.

Ma quando fra tutti è tornato lui ho capito che era cosa inutile.

Affranta avvinta sconvolta disgustata terrorizzata

Li ho snodati e fatti ricrescere.

E m’affaccio. E raccolgo fiori dipinti su mattonelle stuccate in pavimenti gelidi.

Perché.

Ciononostante.

Non lo distolgo lo sguardo.

Se io solo potessi salvarli da loro stessi.

Ma non ne sono capace.

Già all’inizio.

Alle lettere dell’alfabeto.

Ma quando è arrivata la coscienza.

Tutto è andato in frantumi.

E loro avevano così bisogno di me.

Ed io così bisogno della loro pena.

E m’affaccio raccogliendo fiori dai petali di polvere nera e steli d’acido melmoso rimasuglio di vecchi bicchieri lungo binari di carne.

Ciuf ciuf dicono le mie labbra insanguinate.

Ciuf ciuf stringono le mie mani insanguinate.

Se solo io fossi capace di salvarli da loro stessi.

Se solo io non fossi la bambina mostruosa che sono.

Se solo io.

So per certo che li salverei tutti.

E invece stanno morendo come i soldati che non vogliono fare la guerra

uno ad uno

colpiti in faccia da un proiettile di cui non hanno sentito l’avvicinarsi.

Poveri.

A volte siamo un giorno senza luce
assassini amatoriali
ispirati dall’odio che zampilla
in gocce di barbiturici fuori produzione,
maledette case farmaceutiche,
ma niente conta vero?

L.L.

365 giorni, Libroarbitrio

“Il sogno s’avvicina” dipinto di Salvador Dalì

Roma 14 febbraio 2014

Salvador Dalì- Il sogno si avvicina

Tira via le mani dal cuore guarda che hai fatto, l’hai strappato e ti stai dissanguando.
Ma perché non ti arrendi a te stesso semplice essere umano.
Perché non cerchi di essere normale come tutti gli altri.
Smettila.
Smettila di cercarti.
Smettila di cercare.
Non esisti.
Non esiste.
Quello che cerchi non esiste.
E’ sì di certo una dolce fiaba la più delicata che tu abbia mai scritto, ma non esiste.
Va bé magari tu ci credi che esista, lo speri, preghi per trovarlo perché lo desideri tanto da sembrarti vero, addirittura possibile ma è solo un’invenzione della tua mente è solo la creazione di un sogno e il sogno è fumo senz’aria che risiede vagabondo nel cervello e ti deride allucinandoti.
Non esiste.
Fidati.
Smettila di cercare.
Godi di quello che hai pure se è immondo sbagliato ingiusto deforme perché l’Amore non esiste.
Perciò smettila di cercare.
Arrenditi.
No!
Non fare così!
Tira via quelle mani dalle cervella, smettila ti ho detto!
Stai imbrattando tutto ti stai smembrando e a me non resta che ripulire questo schifo un’altra volta ancora ma non ho più stracci per raccoglierti, vedi, sono tutti stesi alla 
maestria del nostro Creatore mentre goccioli goccioli giù nel cortile della tua ragione persa.

 Lié Larousse

 

 

 

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“La Débacle, temps gris 1880” Claude Monet

Roma 5 febbraio 2014

Claude Monet

“La Débacle, temps gris 1880”

Vanno perdendosi le ore del sonno in luoghi dove l’irreale si piega al ticchettio invisibile delle ere costellate da disfatti astri brandendo le forme sinuose di compromessi che disserrano segreti vergini racchiusi in labirinti di fanga plasmando circostanze in corsa a degradare la ragione tuttavia sopraggiunge da un inedito mondo un tacito soffio di vento a spazzare altrove l’immaginifico dall’insana mente e in una spirale d’assenso le ore si riavvolgono al suo volere maestoso a quietare il sonno di colei che lo ambisce.

Lié Larousse

 

365 giorni, Libroarbitrio

Immanuel Kant e il “procedimento critico”

Roma 30 maggio 2013

Sfogliando alcune pagine di un testo di studio, anche questa volta, mi sono imbattuta in una frase che per me ha dello straordinario, fantastico e meraviglioso. Di seguito la riporto:

La vita del più importante filosofo dell’era moderna (forse di tutti i tempi) fu straordinariamente priva di avvenimenti.

Ma di chi? Stiamo parlando di Immanuel Kant.

A questo punto non possiamo non continuare a leggere con stupefacente emozione la normalissima vita di un essere straordinario.

Kant nasce in una famiglia borghese devota ai pietisti quindi ricevette un’educazione rigorosamente religiosa.

Dal 1741 frequentò gli studi universitari in filosofia, matematica e la fisica di Newton. Le ristrettezze economiche lo portano ad abbandonare gli studi ed a lavorare presso nobili famiglie come precettore.

Nel 1756 ottiene la libera docenza e un modesto incarico di professore a konigsberg la sua città natale.

Qui decide di rimanerci definitivamente rifiutando anche incarichi molto prestigiosi, per attendere con serenità agli studi e all’insegnamento.

Per la stessa ragione, dopo attenta riflessione, decide di rimanere celibe.

Negli ultimi anni di vita soffrì di disturbi celebrali che gli impedirono di scrivere.

Vuota di avvenimenti mondani, la vita di Kant fu però densa di scoperte, crisi, intuizioni e svolte intellettuali; attraversando un percorso che iniziò sul piano della ricerca scientifica (sul modello del sapere newtoniano), si confrontò poi con le tesi scettiche di Hume, per arrivare in fine all’intuizione del procedimento critico .

Un percorso che lo stesso Kant descrisse come una specie di romanzo filosofico, ossia come il traumatico passaggio da un sonno dogmatico alla scoperta di una grande luce.

Per riassumere non c’è  bisogno di vivere avvenimenti straordinari o catastrofici, la luce è già dentro di noi, dobbiamo solo svegliarsi dal grande sonno.

Ovviamente mio opinabile parere.

A domani

LL

365 giorni, Libroarbitrio

Introduzione al Settecento

Roma 2 maggio 2013

La storia del Settecento si colloca sotto il segno del rinnovamento e della trasformazione.

La nuova società si scontra con la vecchia in un aperto conflitto di fatti ed idee.

Con l’antico ordine sociale, fondato sull’assolutismo monarchico e sul potere  del clero e della nobiltà, contrasta la nuova forza della borghesia.

Il primo grande atto di rinnovamento viene compiuto da un vasto movimento di idee, che si indica con il nome di illuminismo.

Questo movimento ha l’intento di di combattere i pregiudizi, far coincidere le istituzioni con le necessità reali, riscoprire i concetti di libertà, sovranità popolare  e uguaglianza civile, esaltare i diritti umani, la tolleranza, la giustizia, ricondurre l’uomo ad un dominio equilibrato del mondo attraverso l’energia della ragione.

Dal punto di vista letterario  la prima parte del secolo predilige  lo stile dilettevole  e raffinato, elegante nelle forme, evasivo nella sostanza, frivolo e cortigiano.

Non ha nulla di intimo e commovente, deve solo allietare e onorare la società aristocratica nella sua vita quotidiana.

Nella seconda parte del Settecento le idee illuministiche richiamano la letteratura ad un compito di aderenza alla realtà, di educazione morale e civile, di indagine severa dei problemi.

La cultura non deve restare esperienza privata e personale per pochi, ma raggiungere strati sempre più vasti della popolazione.

A domani

LL

 

Spunto di lettura:
Poesia, Antologia illustrata,
Elvira Mrinelli
Editore Demetra