
Al giorno d’oggi molte opere letterarie di un secolo fa sono considerate dei capolavori, e con esse la bravura dei loro autori, quasi nessuno sa, che queste opere ai tempi della loro pubblicazione non venivano comprese, addirittura nemmeno prese in considerazione dal pubblico lettore e quindi abbandonate sugli scaffali, o peggio negli angusti magazzini e mai giunte in libreria. Altre venivano accolte negativamente dalla critica, a volte, se si era proprio dei grandi scrittori accadevano tutte queste cose assieme, e lo sconforto e la depressione ne erano le indegne conseguenze di anni di studi e lavori di scrittura.
Ora, per carità, non voglio dire che tutte le opere contemporanee che vedono la poca luce di occhi e bocche affamate di leggerle siano tutti dei capolavori, ma, molto spesso so di libri che meriterebbero più interesse da parte del pubblico lettore, ormai assuefatto e sterilizzato mentalmente, ineducato allo sperimentare con la propria testa la piacevole scoperta di un nuovo autore e il suo libro.
Lettori attenti non vi offendete, non è per tutti così, ma siamo sempre gli stessi, quelli che alla fine facciamo già parte del favoloso mondo della lettura, a volte facciamo parte del rarefatto mondo dell’editoria e quindi, forse, abbiamo più di un motivo per voler sperimentare. Ma tra il pubblico lettore quanti di voi sono disposti ad investire quindici euro in un romanzo d’esordio? In una raccolta poetica di un non Gio Evan? Insomma in una lettura al buio di cui non sappiamo nulla a priori dell’autore, nemmeno il profilo instagram?
Mentre a tutti gli autori che si sentono di aver fallito vi dico – non fate così!
Non ha a che fare con il fallimento, né propriamente con voi, ha a che fare con l’apparire e il marketing spietato che sta caratterizzando quest’epoca, un’involuzione umana e tutto ciò che ne concerne, il naturale decorso della vita che si percorre e ripercorre sempre uguale. Magari tra cento anni sarete dei Bestsellers come L’interpretazione dei sogni (1899) e ne godranno i vostri nipoti, economicamente, forse.
Tuttavia se hai pubblicato il tuo libro, e magari non è nemmeno il primo, e nessuno ne parla, e sono sempre troppo pochi a leggerlo, tu continua lo stesso con il tuo lavoro quotidiano per la scrittura, con la lettura, la ricerca, il volere bene e fare del bene, ridi, magia, vivi una vita il più possibile normale, passeggia, scopri un barlume di luce mentre dentro tempesta, abbraccia la notte, ogni tanto lasciati stare e lascia stare le ansie, e di nuovo leggi e di nuovo scrivi, e chi vivrà vedrà, e se sarai letto e venderai tanto e andrai in ristampa sii felice, e se invece arrivi sullo scaffale e vendi dieci copie, nove agli amici e una ad un perfetto sconosciuto, vivi, leggi, scrivi, e sii ancora più felice.
Dal diario di Sigmund Freud:
“Sono stato come tagliato fuori dal mondo; non una foglia si è mossa per dimostrare che l’Interpretazione dei sogni significhi qualcosa per qualcuno. L’ accoglienza che ha avuto il libro e il silenzio che ne è seguito hanno di nuovo distrutto il mio nascente rapporto col mondo” E ancora qualche giorno dopo “Nelle molte ore tristi mi è di conforto pensare che lascio almeno questo libro. In verità il modo come è stato accolto, perlomeno finora, non mi ha recato alcun piacere. Esso ha incontrato la comprensione più avara, le lodi che gli sono state concesse sono misere come la carità; evidentemente non piace alla maggioranza dei lettori e ancora non ho avuto sentore che qualcuno si sia accorto di tutto il suo valore. Mi faccio una ragione di ciò pensando di aver anticipato i tempi di quindici o venti anni. Poi, inevitabilmente, mi assale il dubbio tormentoso che si tratti invece di un giudizio in propriis”
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