365 giorni, Libroarbitrio

SEI TU – Paulo Coelho

L'attesa L.L.

Mi spingi oltre i miei limiti
in te ho incontrato me stesso
e ho guardato oltre,
oltre ogni inimmaginabile.
Ho guardato nel profondo dei tuoi occhi
cercando di comprenderti
ma, ho visto tutto quello che di me
mai avrei voluto vedere.
Ho visto la mia fragilità
la mia insicurezza
i miei sensi di colpa
le mie paure
la mia insofferenza
ho visto le mie tenebre e i miei demoni
allora, ho guardato ancora oltre
e nel profondo del mio cuore,
un mare in tempesta,
un oceano immenso dove tuffarsi e perdersi
e lì
nel profondo della mia anima
ho compreso
ho provato piacere
orgoglio
nel capire quello che provo
nel sapere e adesso so
che amo le cose belle
e so che una di quelle
sei tu…

365 giorni, Libroarbitrio

Lié Larousse e il Guerriero Poeta

L.L.

Lié Larousse nasce in un circo itinerante tra stoffe di taffetà ruvida seta in baco e carta straccia. Non sa che giorno fosse né l’anno né la direzione che prese il treno, forse spinto sulle rotaie dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un’ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell’ammasso di ferro legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, bestie, lustrini e paillette.

– Lié faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma fuori di qui cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me, chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più – .
Mr Freak, bellissimo, alto l’inimmaginabile irremovibile dal suo sgabello con la fisarmonica in grembo e l’armonica alla bocca, appena la vedeva sbucare dal nulla la spostava di lato col bastone argenteo imperando -Fsthgrfth!- .

Lié continuò a chiedere.

Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, a Sir Amour il clown così tanto triste d’esser meravigliosamente felice,  al mangia fuoco Evviva con la tutina gialla aderente e le polpette puzzose di petrolio, alla signorina Edena la donna più bella dell’universo con tre capezzoli, ai due antichi teatranti Ostilis, a Cano lo straordinario pianofortista quadrupede, al triste Robért col trucco sempre al contrario e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare.
Nulla.
Nebbia .
Ombre.
Ogni risposta una chiusura di porte senza maniglie.
Inerme ad ogni ingresso riappariva lui, bellissimo, ad attenderla sempre, l’incomprensibile Mr Freak.

Ma si narra che fu all’imbrunire di un tempo senz’etere, che un uomo, con la mascella serrata e gli occhi di sangue, vestito di cicatrici d’acciaio salì sulla carrozza 17 di quel malridotto treno. Stese una coltre di cellulosa ricoprendo l’intera cabina che iniziò a riempirsi d’acqua di mare e le sue mani elettrizzate dalle correnti vorticarono una tempesta di dipinte parole e pesci mille colori nuotavano balzando di vagone in vagone e sabbia dorata ondeggiava nella forma dei desideri e zampilli d’acqua cristallina si infrangevano contro lamiere e corpi componendo musica di tutte le note. Gli abitanti del treno si precipitarono ad ammirare la magia, e tra chi applaudiva entusiasmato e chi vociferava pettegolezzi la voce dell’incomprensibile Mr Freak, bellissimo, alto l’immaginabile irremovibile dal suo sgabello con la fisarmonica in grembo e l’armonica alla bocca, mise tutto a tacere imperando:
– Lié, lui è il Guerriero Poeta. Tuo Fratello! –

Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, vi presento storie di genti del mondo, com’erano e in astratte forme come saranno, qui, dietro le quinte di questo palcoscenico fluttuante leggerete l’idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce. Col mio unico ricordo. Vero. Solo mio. Che d’improvviso di giorno o in sogno m’appare, col profumo caldo di neve silenziosa e sale marino.

Lulù

Come è nel vostro verbo
sarò acqua
liscia e trasparente
 fluirò via
mescolerò cammini

e gradino 
dopo gradino
scoprirò chi sono
creando già da ora
il mio oggidomani
grazie 
Guerriero Poeta.
Lié

365 giorni, Libroarbitrio

Ada Negri:il mondo delle fabbriche e dei paesaggi industrializzati di fine secolo

Roma 11 settembre 2013

Ada Negri scrittrice

Di origini modeste, Ada Negri nacque a Lodi nel 1870 e morì a Milano nel 1945.

Lavorò per molti anni come maestra elementare, ma si dedicò anche al giornalismo e alla poesia.

Nel 1892  la pubblicazione  del volumetto di poesie Fatalità, la rese improvvisamente famosa.

In un tempo di violenti contrasti sociali, l’appassionato e spontaneo slancio delle sue liriche si presentò come la voce dei poveri e dei lavoratori oppressi.

Per la prima volta con la Negri entrò entrò nella poesia il mondo delle fabbriche, delle squallide periferie cittadine e dei paesaggi industrializzati della Lombardia di fine secolo, avvolti nelle nebbie e nel fumo delle ciminiere.

Numerose furono le raccolte poetiche pubblicate dopo il successo della prima: Tempeste (1896), Maternità (1904), Dal profondo (1914), Esilio ( 1914), Il libro di Mara (1919), I canti dell’isola (1924), Vespertina (1930) e Il dono (1936).

Tali opere dapprima continuarono ad affrontare i temi sociali con la stessa passione e lo stesso spirito di protesta, poi assunsero via via un carattere più strettamente letterario, connotato da toni eccessivamente sentimentali e intimisti, a scapito dell’intensa e fresca immediatezza iniziale.

La danza della neve

Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve cade.

Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa, stanca.

In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini dorme.

Tutto d’intorno è pace;
chiuso in oblìo profondo,
indifferente il mondo tace.

A domani

LL