365 giorni, Libroarbitrio

“Il canto dell’erica” Emily Bronte

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Alta ondeggiante piegata da un vento tempestoso
chi abita monti ama l’erica
più della più ricca pianura
e non darebbe una landa selvaggia
per tutti i prati ridenti del mondo
perché solenni e delicati i raggi lunari dormono
sulle rive d’erica

365 giorni, Libroarbitrio

“Corrispondenze” Charles Baudelaire

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La Natura è un tempio dove pilastri viventi
lasciano sfuggire a tratti confuse parole;
in essa l’uomo attraversa foreste di simboli,
che l’osservano con sguardi familiari.
Come lunghi echi che lontano si confondono
in una tenebrosa e profonda unità,
vasta come la notte e la luce del giorno,
i profumi, i colori e i suoni si rispondono.
Vi sono profumi freschi come carni di bimbo,
dolci come oboi, verdi come prati,
e altri, corrotti, ricchi e trionfanti,
che si espandono come cose infinite:
l’ambra, il muschio, il benzoino e l’incenso
che cantano i moti dell’anima e dei sensi.

365 giorni, Libroarbitrio

L’inquieto poeta

Roma 5 aprile 2013

La letteratura seicentesca affina l’idea di donna  come unica vera  protagonista indifferentemente che essa sia mendicante, cortigiana frustata o spiritata, ma non solo, questa è l’epoca della creazione delle basi ideologiche di quegli autori, personaggi artistici vari, che tra un secolo circa saranno i “nuovi pensatori” .

Così in bilico tra l’essere poeta, cortigiano e segretario personale, in stretta relazione con le avventure letterarie di questo secolo, vive l’inquieto Girolamo Preti.

Le sue “Rime”, pubblicate a Venezia nel 1614 ebbero varie edizioni, nel 1623 ristampate a Perugia acquisirono il titolo di “Poesie” dopo l’aggiunta di alcuni scritti. Di derivazione classica, ma rinnovata da una personale esperienza, visse tra le corti di Ferrara e di Torino ove però era sempre a rimpiangere le usanze di coloro che, correndo tra i campi, godevano di una vita libera dalle dipendenze aristocratiche.

Vi sono alcuni temi che passano da un canzoniere all’altro e che il poeta s’impegna a descrivere variando l’ordine, la lunghezza e la posizione del suo commento. Questo nuovo stile sperimentale verrà chiamato “impresa”. Tali “imprese”  sono la combinazione tra elementi letterari, rappresentazione figurativa, motti e ammonimenti simbolici, che si distendono e si continuano in in una insistente applicazione e riduzione nella pagina.

Anche il Prati sarà dedito con originali sforzi stilistici a rifarsi alle basi del concettismo, come abbiamo letto ieri,  serviranno allo scrittore e alla sua storia a  raccogliere ed unificare tutti questi elementi e lo farà soprattutto nell’affrontare i due ricorrenti temi dell’oriuolo e delle rovine, allarga il primo in una successione descrittiva e moraleggiante insieme, nell’ampiezza di sette ottave mentre restringe il secondo nella ingegnosa interruzione degli endecasillabi di un sonetto.

A domani

LL