Le stelle
a una a una
nel cielo freddo della sera
si affacciano.
Al di là del valico
una città fortificata
e stormi di aquiloni.
Senso di debolezza,
un lampo luminoso:
dalle barche giungono voci
di fantasmi che chiamano.
365 giorni
Roma 3 agosto 2013
Con occhi invidiosi
insegui la farfalla
uccellino in gabbia!
“La nostra casa”:
freschezza
di queste parole.
E’ in fiore il susino,
l’usignolo canta
ma io sono sola!
Paese di montagna:
la luna piena autunnale
entra nella mia zuppa.
Gocce di pioggia cadono
qua e là
zanzare variegate!
Quando morirò
fai la guardia alla mia tomba
piccolo grillo.
Tra i fiori del tè
i passerotti
giocano a nascondino.
L’uccellino prepara il nido.
Non sa che taglieranno
l’albero.
Kobayashi Issa
Originario di Kashiwabara, Issa considerato uno dei maggiori poeti giapponesi.
Rimasto orfano a quindici anni andò a vivere a Edo, l’attuale Tokyo,per apprendere l’arte dell’haiku.
Dopo alcuni anni prese a girovagare per il paese facendo visita a illustri poeti e traendo dai nuovi ambienti conosciuti motivi di ispirazione per le sue composizioni.
Si sposò, ma nel giro di pochi anni, uno alla volta, gli morirono i quattro figli e la moglie.
Si risposò, ma il matrimonio fu un fallimento.
Fu colpito da una grave malattia e un incendio gli bruciò la casa.
L’opera più nota di Issa, La mia primavera, è un “haibun”, cioè una sequenza di haikai alternati a brani in prosa, che rispecchiano fatti ed emozioni della sua vita.
A domani
LL
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