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John Keats e la nascita dell’amore più romantico della letteratura

Roma 3 giugno 2013

John Keats dipinto da Severn

Lentamente ci siamo lasciati alle spalle illustri personaggi dell’epoca illuministica per farci largo al futuro, un futuro appassionato e lussureggiante, l’ Ottocento.

Massimo esponente con il quale apriamo le danze è lui, l’amato nostro John Keats, rappresentante massimo del romanticismo inglese.

Ieri abbiamo letto Al Sonno, meravigliosa poesia, oggi leggiamo della sua vita.

Nato nel 1795 nel sobborgo londinese di Moorgate, primo di cinque figli, dopo pochi anni di un’infanzia felice Keats conosce presto la sventura, che lo accompagnerà sempre nel corso della sua breve vita: a otto anni perde il padre, morto per una caduta da cavallo, qualche anno dopo la madre, che lo lascia, con i fratelli, in custodia alla nonna.

Affidato poi dalla nonna a due tutori, Keats è costretto a interrompere gli studi, in cui pure eccelleva, e a lavorare come apprendista chirurgo, ma riesce ugualmente a dedicarsi con passione a vaste letture poetiche e alla scrittura.

Stringe amicizia con Leigh Hunt, editore e poeta, che nel 1817 gli pubblica il primo volume di poesie, intitolato semplicemente Poems.

Come se presentisse che non gli è concesso molto tempo, Keats scrive con intensità febbrile.

Per lavorare indisturbato alle sue opere si trasferisce sull’isola di Wight, e  nel frattempo cura con abnegazione l’amato fratello Thomas, affetto da tubercolosi.

Terminato il poema epico Endymion, Keats parte per un’escursione in Scozia e Irlanda accompagnato dall’amico Charles Brown, ma durante il viaggio avverte i sintomi dell’infezione da tubercolosi e deve interrompere il viaggio.

Al suo ritorno a casa lo aspettano giorni amari: le condizioni del fratello si sono molto aggravate, inoltre Endymion, al pari di Poems, viene stroncato dalla critica.

Nel 1818 il fratello muore, ma nasce uno degli amori più romantici della letteratura: nella casa dell’amico Brown, di cui è ospite a Londra, Keats conosce Fanny Brawne, giovane sarta e ricamatrice, e i due s’innamorano perdutamente.

Ma il poeta è troppo povero per potersi sposare, e la sua salute è minata.

E’ ora che il poeta parte per Roma, grazie a una colletta organizzata dai suoi amici letterati, nella speranza che il clima mediterraneo possa salvarlo dalla tubercolosi. Inizia così l’epistolario tra John e Fanny, nel quale un amore infiammato tenta di colmare la distanza geografica tra i due innamorati.

Non sono pochi i critici che ritengono le lettere d’amore che John indirizza a Fanny all’altezza della sua produzione poetica.

Eppure, la pubblicazione postuma di questa intensa corrispondenza amorosa provocò, nell’Inghilterra vittoriana, un vero e proprio scandalo.

Quindi nel 1820, dopo un burrascoso viaggio in nave, il poeta sbarca a Roma, dove ad accoglierlo c’è il fior fiore della letteratura inglese: Lord Byron, la scrittrice Mary Shelley, inventrice di Frankestein, e Percy Bysshe Shelley, fratello di Mary.

Ma anche a Roma gli inverni possono essere rigidi per chi vive in una soffitta gelida, e per di più si ciba solo di un’acciuga e di un pezzo di pane a causa di un’assurda dieta alla quale lo costringe il medico dopo aver sbagliato la facile diagnosi, e che gli procura atroci sofferenze e allucinazioni, accelerando la sua fine.

Assiste Keats negli ultimi giorni di vita l’amico pittore John Severn, che ci lascia un ritratto del poeta morente in cui mette in risalto l’ancora delicata , eterea bellezza.

Sulla sua lapide, come lui stesso volle, si legge:

Qui giace uno il cui nome fu scritto sull’acqua

A domani

LL