365 giorni, Libroarbitrio

“Ode su un’urna greca & Ode a un usignolo” John Keats

Ricardo Fernandez Ortega

Avere un sorso di vino!
Da lungo, lungo tempo
raffreddato nelle profonde caverne della terra,
dal sapore di Flora, di campagna verde,
danze, canti provenzali, e allegria solare!
Poter bere una coppa colma del caldo Sud,
colma di rossa, vera Ippocrene,
con perle, bollicine scintillanti all’orlo,
e la bocca una purpurea macchia;
potessi io bere, e non visto abbandonare il mondo
e via, con te svanire nella foresta oscura.

Via! Via! Volerò da te, 
non portato da Bacco e dai suoi leopardi,
ma sulle ali invisibili della poesia,
anche se lenta e dubbiosa la mente indugia:
con te, di certo, tenera è la notte…
Ma qui non c’è alcuna luce,
se non quella che dal cielo le brezze hanno soffiato 
attraverso verdeggianti oscurità
e tortuosi sentieri di muschio

365 giorni, Libroarbitrio

Il favoloso John Keats e il suo “Al sonno”

Roma 2 giugno 2013


targa romana John_Keats

A Roma, sulla facciata di un’antica casa lungo la scalinata di Piazza di Spagna una targa recita:

L’inglese poeta Giovanni Keats, mente meravigliosa quanto precoce, morì in questa casa, li 24 febbraio 1821, ventesimosesto dell’età sua.

Al Sonno

O tu che dolcemente imbalsamando

la silenziosa mezzanotte serri

con le dita benigne e diligenti

gli occhi nostri protetti dalla luce,

compiaciuti dell’ombra, sigillati

in un oblio divino, o soavissimo

Sonno, nel mezzo di quest’inno tuo

chiudi i miei occhi se così ti piaccia,

consenzienti, od aspetta l'”Amen”, prima

che sul mio letto sparga il tuo papavero

le sue cullanti carità. Poi salvami,

o il giorno ormai passato splenderà

sul mio cuscino, generando molti

tormenti; dalla curiosa coscienza

tu salvami, che ancora per il buio

accumula le forze, perforando

come talpa; abilmente nei serrami

oliati gira la tua chiave, e il tacito

scrigno della mia anima sigilla.

di John Keats

A domani

LL