Roma 2 agosto 2013
O dèi della pioggia,
o dèe della pioggia,
o giovani dèe della pioggia,
vi chiediamo di aspirare questa santa umidità,
di tessere con questa sacra nebbia i vostri vestiti.
O dèi della pioggia che siete ovunque ,
dèi della pioggia che siete rossi, azzurri e gialli,
e grigi e trasparenti come l’acqua,
vi chiediamo di essere felici senza lacrime
sereni senza tristezza
e tranquilli senza solitudine.
Continuate a vivere sopra di noi,
a fare ciò che avete sempre fatto
con amore e benevolenza,
donateci le cose migliori della vita,
permetteteci di essere amati e benvoluti,
di ottenere quanto sempre abbiamo desiderato.
Popolo dei Pueblo
I riti della pioggia, presso gli indiani d’America, erano rivolti alle forze che presiedevano alla formazione della pioggia stessa e che si riteneva vivessero negli oceani che circondavano la terra, nelle sorgenti, nei fiumi, nei corsi d’acqua sotterranei, nei cumuli di nuvole e nelle nebbie.
Queste cerimonie avevano luogo all’inizio dell’estate, subito dopo il solstizio ed erano dirette da particolari sacerdoti, il cui nome significava “coloro che per far piovere cantano”.
Durante il rito, che non era pubblico, i sacerdoti si disponevano in punti diversi dislocati a nord, a est, a sud, a ovest, in alto, in basso, nel centro e in posizione laterale.
A domani
LL
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