365 giorni, Libroarbitrio

Ragione Patria L.L.

Gianfranco Sergio 2

Fiale d’amour,2013,acrilico su tela 50×40 cm. opera dell’artista  Gianfranco Sergio

E’ fuori dalla finestra dove vola la mia vista che la notte avvolge di buio il campo di sterpaglie. Il vento arriva da lontano a portarmi ricordi che odorano di sangue ma io ho bianca carta e questa matita e mi disegnerò il più meraviglioso dei mondi pure se sono accecato dal nero. E allora sarò mare che s’infuria che si lamenta dal pesare antichi peccati mentre nuovi si accumulano lungo rive scie stellari costruendosi abbazie di sabbia con varchi di conchiglia.

Vago

uomo vacuo

inspiro ed espiro come meglio posso

stringo un pugno e penso che

– Pure se volessi cambiare…non lo so.

Buona la volontà

a coloro a cui appartiene

come credere nei comandamenti

fedele sedersi e pregare il povero Cristo a tua immagine e somiglianza e non vergognarsi

come credere nella propria Patria

soldato combattersi e uccidere quel povero Cristo a tua immagine e somiglianza e non vergognarsi.

La mia Patria

è la mia ragione d’uomo

è  il mio volere

 pure se i piedi sono scalzi cammino lo stesso

 pure se non so dove andrò a dormire oggi

tra un ora

questa sera

sta notte

– Come vi pare a voi

so per certo però di sapere

dove mi sveglio ogni domani.

Je ferai un domaine

Où l’amour sera roi

Où l’amour sera loi

Où tu seras reine

L.L.

365 giorni, Libroarbitrio

Muhammad Iqbal “La Luna Nuova”

Roma 3 novembre 2013

Muhammad Iqbal poeta

E’ naufragata la nave del Sole, nelle acque è affondata del Nilo

e ne galleggia ora sull’acque,ondeggiante, un frammento.

Goccia nel gran vassoio del cielo il sangue purissimo  del crepuscolo,

quasi che una lancia sottile abbia aperto le vene del sole!

O il firmamento ha rubato un orecchino alla sposa della Sera?

O è il liquido pesce d’argento che guizza nell’acque del Fiume?

Senza squilli di campanelle s’avvia ora la tua carovana,

e orecchie umane non posso udire il tuo passo leggero.

Tu mostri agli occhi dell’uomo  come si declina e si cresce:

la patria tua dov’è? A quale paese te n’ vai?

O astro errante colorato di quiete! Portami con te lontano,

ché spina di nostalgia pungente mi penetra l’anima ora.

Brama di luce m’agita in questa stretta dimora,

vagabondo fanciullo che vuol fuggire leggero dalla scuola triste

dell’Essere!

Da Muhammad Iqbal, Poesie, a cura di Alessandro Bausani, Guanda, Parma 1957.

A domani

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Il Romanticismo in Italia

Roma 8 giugno 2013

In Italia si cominciò a parlare di romanticismo solo dopo la caduta di Napoleone, anche se si erano già manifestate personalità dalla sensibilità e dal temperamento chiaramente romantici, come Alfieri e Foscolo.

Nel 1816 sulla “Biblioteca Italiana” un giornale letterario milanese, apparve un articolo in cui Madame de Stael invitava gli italiani a liberarsi  dal culto esclusivo dei classici ed a leggere i contemporanei scrittori stranieri.

L’articolo suscitò una battaglia letteraria  in cui si scontrarono i fautori della nuova letteratura  e i difensori della tradizione classicistica. Questi ultimi , opponendosi a ogni novità di pensiero e di espressione  artistica, si rivelarono ben presto reazionari e conservatori anche in politica.

I romantici invece sentivano la necessità di una poesia e di una letteratura nuove e aderenti agli ideali e ai sentimenti che in quegli anni attraversavano l’Europa e che invano la Restaurazione cercava di soffocare.

La battaglia tra classici e romantici si trasformò ben presto da discussione letteraria a polemica di significato civile e politico.

A questo dibattito partecipò Giovanni Berchet con un opuscolo intitolato Sul cacciatore feroce  e sulla Eleonora di G.A. Burger: lettera semiseria di Grisostomo, considerato il manifesto del romanticismo italiano.

Nella Lettera di Berchet troviamo già gli indirizzi e le scelte fondamentali del nostro Romanticismo: rifiuto degli aspetti più individualistici e patetici del romanticismo d’oltralpe, accettazione invece della polemica anticlassicistica ed antimitologica, insistenza  sul motivo dell’importanza educativa e sociale della poesia.

A domani

LL

365 giorni, Libroarbitrio

Ansaldo Cebà poeta della politica morale

Roma 11 aprile 2013

Discendente da una famiglia nobile in decadenza, Ansaldo Cebà si forma culturalmente a Padova dove frequenta Sperone Speroni e Giason de Nores.

Nativo nella Repubblica di Genova, dopo gli studi,  vi fa rientro come suo difensore chiamando in causa il bene comune.

Queste sue idee politiche all’avanguardia con i tempi creano al poeta grandi disagi fino al suo imprigionamento da parte del senato genovese.

Obbligato a ritirarsi dalla politica attiva mantiene il suo pensare politico con una sorta di funzione pedagogica nelle epistole con le quali si relaziona e dove non  rinuncia ad esporre il suo parere sulla classe dirigente repubblicana.

Inizia in questo periodo della sua vita l’intensa opera letteraria con  ” Rime“, poemi eroici come “Il Gonzaga overo”, produzione letteraria   caratterizzata da un linguaggio metaforico con legami politico morali ove egli riflette la sua ideologia  e la sua passione civile.

A domani

LL