365 giorni, Libroarbitrio

“Pensieri? Sempre!” Loris Giorgi

rosso

ora il mio sorriso devasta le mie paure
squarciandone il futile significato
ora la testa
alta
infrange ogni mia regola

sotto l’ombra di parole incantate
mi fai sentire al sicuro

e continuo a sorridere

la gioia di alcuni momenti
mi stupisce ancora
come l’amaro di attimi deludenti
che ti soffoca ogni parola
in una lotta senza perdenti
è ora
vivi il mio sorriso come mai prima
d’ora

nell’assoluto silenzio
di attimi infiniti
persa sembra la mia anima
in bilico tra l’attesa e il traguardo

sappi che
anche se
celato
Il mio amore
per te
cresce ogni giorno.

365 giorni, Libroarbitrio

“E tu che hai nella bocca le dolcezze” Muhammad

Muhammad internet point

E tu che hai nella bocca le dolcezze
uno dei tuoi malati ti domanda,
che dalla bocca tua ne beva un sorso.

Quando sarà per lui l’ora del sonno,
ché ai tuoi quegli occhi suoi tolsero il sonno?

Quanta guerra per te, notte su notte,
e quanti assalti disperati. Quanti per me
i desideri di te, gli sgomenti.

Concedo a me di svegliarti, nemica.
Che il tuo cuore morto lo voglia, ti concedi.

Attenta, anima mia, che un’altra a lui interessa
ed uguale sarà un’altra volta ancora
darti uguale dolore. Attenta, attenta.

Tu che passi di qui e ti siedi
per far passare il tempo sorridi felice
e lo attendi lui che non arriva mai.

Io se lascerò che amore apra la porta
strapperò cuore dal petto; e sarò come te
innamorato del nulla, e tu che hai nella bocca le dolcezze
sopportala la verità ora.

365 giorni, Libroarbitrio

“Il Pan del Diavolo” Nick Cave

L'angelo custode

Tutte le torri d’avorio si stanno sbriciolando
le rondini hanno affilato i propri becchi
questa è l’ora della nostra grande rovina
questa è l’ora che arriverò correndo
dritto dentro te

365 giorni, Libroarbitrio

“Il sabato del villaggio” Giacomo Leopardi

la bimba del bosco

La donzelletta vien dalla campagna
in sul calar del sole,
col suo fascio dell’erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e viole,
onde, siccome suole, ornare ella si appresta
dimani, al dí di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dí della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch’ebbe compagni nell’età piú bella.
Già tutta l’aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l’ombre
giú da’ colli e da’ tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore;
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dí del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l’altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s’affretta, e s’adopra
di fornir l’opra anzi al chiarir dell’alba.(…)

365 giorni, Libroarbitrio

“Il Ponte Mirabeau” Guillaume Apollinaire

Roma 20 febbraio 2014

Quadro-Paesaggi-ponte-lavertezzo016

Sotto pont Mirabeau scorre la Senna
e i nostri amori, lo devo ricordare
veniva sempre la gioia dopo l’affanno.

Venga la notte suoni l’ora
i giorni se ne vanno io resto ancora.

Le mani nelle mani restiamo faccia a faccia
e sotto il ponte delle nostre braccia
stanca degli eterni sguardi l’onda passa.

Venga la notte suoni l’ora
i giorni se ne vanno io resto ancora.

L’amore se ne va come quell’acqua fugge
l’amore se ne va come la vita è lenta
e come la speranza è violenta.

Venga la notte suoni l’ora
i giorni se ne vanno io resto ancora.

Passano i giorni e poi le settimane
né il passato né gli amori tornano
sotto pont Mirabeau scorre la Senna.

Venga la notte suoni l’ora
i giorni se ne vanno io resto ancora.

 

A  domani
Lié Larousse