365 giorni, Libroarbitrio

.dimmi solo quello che voglio sentirmi dire. – Lié Larousse


maria Kreyn - the catch

.dimmi che non hai sofferto
quando eri bambino
che dai grandi
non hai mai preso calci
per un tozzo di pane
che non sei stato messo faccia al muro
dalla miseria e dalla loro cattiveria
dimmi che c’era
almeno un adulto,
chi t’ha protetto
a tutti i costi ha lottato per te
senza sentirsi mai in difetto,
dimmi che non conosci
della violenza l’arroganza
dell’indifferenza il silenzio
del fango lo sporco
che insudicia la pelle
gli occhi, le mani
dimmi che è già domani
e nonostante tutto
resti ancora qua
perché delle mie brutture
non te ne importa niente
e allora dimmi che sono bella
e che non morirò, non morirai
mai.

Lié Larousse

DuediRipiccaMiraggi Edizioni
#Liépermiraggiovunque
#MARIAKREYNTHECATCH

365 giorni, Libroarbitrio

.il male minore. – Lié Larousse

El rapto - Roberto Ferri

.l’alternanza attivo emotiva
è mattanza psico ossessiva
e mesciti polveri dai grani umidi
tra ragioni che sragionano
praticando identità dismesse
essere in essere
l’uccidersi lento
del suicida intento
a rubarsi la vita combattendo
sul precipizio
di non so dove sono
tutti parlano
lingua d’oltreoceano
in questo altrove
il pianeta che ruota
vagabondo scalza
con l’angoscia
di dover abbandonare tutto
mentre tutto non m’abbandona
e sì,
sono viva sì,
allora rido sì,
nottetempo sì,
quando vivermi
è solo il male minore.

 

poesia di Lié Larousse , presente nel libro .Lié. edito Miraggi Edizioni. In tutte le librerie
e su Amazon https://www.amazon.it/Li%C3%A9-Larousse/dp/8899815429
DuediRipicca
#RobertoFerri

365 giorni, Libroarbitrio

LEGGETE TRAMONTI – Gianluca Pavia

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Ho scoperto
molta più consapevolezza
in un fiore
che in parecchie persone,
e ascoltato parole
intelligenti e sincere
dai pesci
ma mai nei discorsi
di politici e prelati.
Promesse mai mantenute,
al contrario del vento
che ogni sera
canta per me,
puntuale
come la rondine
a ricordare
che è primavera ogni giorno
se riesci a sentire
il calore della pioggia
la dolcezza della tempesta.
Gioco a scrivere poesie
anche se credo
che qualcuno
lo stia già facendo
per me,
e per tutti voi.
Leggete più tramonti,
male non fa.

Gianluca Pavia
DuediRipicca
#VLADIMIRKUSH

365 giorni, Libroarbitrio

Alejandra Pizarnik “Le opere e le notti”

Roma 21 marzo 2014

Alejandra Pizarnik

La poesia che non dico,
quella che non merito.
Paura di essere due
sulla vita dello specchio:
qualcuno che dorme in me
mi mangia e mi beve.

Rimpiango di smemorare
l’ora in cui sono nata.
Rimpiango di non officiare
da ultima arrivata.

***

Tu scegli il luogo della ferita
dove dicemmo il nostro silenzio.
Tu fai della mia vita
questa cerimonia troppo pura.

Di notte al tuo fianco
le parole sono chiavi, sono chiavi.
Il desiderio di morire è sovrano.

Che il tuo corpo sia sempre
un amato spazio di rivelazioni.

E ancora mi azzardo ad amare
il suono della luce in un’ora morta,
il colore del tempo in un muro abbandonato.

Nel mio sguardo ho perduto tutto.
Chiedere è così lontano. Così vicino sapere che non c’è.

A domani
Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

L’ “Adone” di Giovan Battista Marino

Roma 3 aprile 2013

Dato il grande interesse che ha riscosso l’argomento di ieri sulla vita e le opere di Giovan Battista Marino, approfondiamo oggi la sua opera principale l’Adone.

Scritto in ottave, il poema trae spunto dalla vicenda mitologica di Venere e Adone. Il manoscritto narra di come Cupido, adirato con Venere per essere stato rapito, si vendica colpendola con una freccia che la fa innamorare di Adone, il giovane nato dall’unione incestuosa di Mirra con il padre.
Venere conduce Adone nel suo palazzo e lo avvia alla conoscenza dei sensi e a quella intellettuale.
I due amanti, susseguentemente, si sposano, ma Adone è costretto a fuggire per l’arrivo di Marte, geloso di Venere.
Quando, dopo lunghe peripezie, la dea e il giovane riescono a ricongiungersi , Adone muore a causa dell’aggressione di un cinghiale colpito da una freccia di Cupido. Venere trasforma il cuore dell’amato in un anemone, celebrando in modo grandioso il funerale e dando giochi in suo onore.

Marino amplia questa vicenda, inserendo digressioni narrative, che aggiungono storie, descrizioni, e nuovi racconti al mito.
Queste parti sono spesso legate tra loro da associazioni curiose e ardite, del tutto slegate dalla logica della narrazione.
In questo modo, Marino rompe, e si allontana, da quelle che sono le convenzioni del gusto rinascimentale.
Anche il tema, eroico e mitologico, si distanzia dalla storicità e dalla verosimiglianza, princìpi, solitamente raccomandati per il poema eroico, dalla precettistica cinquecentesca.

Ciò che è alla base di queste scelte è il gusto tipico dell’epoca Barocca che, accresciuto nello stile,  suscita anche nel Marino un approccio di richiesta di un interesse legato alla “meraviglia” che il lettore può scaturire dalla sua lettura, così come anche lo stupore, pertanto, l’Adone scatenerà nei contemporanei dell’epoca accesi dibattiti.

A domani

LL