🔥ECCO LA COPERTINA DEL NUOVO LIBRO di Lié Larousse .la vita comunque. 🔥
In uscita a febbraio 2020, edito dalla casa editrice americana BestsellerBooks & Co.
Del libro ne scrive la prefazione il poeta Er Pinto:
“#LiéLarousse inizia i suoi versi mettendo un punto, non a caso sembra che in alcuni momenti questo punto è quello che vorrebbe saper mettere in alcune situazioni della vita, ma che non vuole o non riesce a mettere mai veramente. La vita va avanti, sia per noi senza gli altri, che per gli altri senza di noi. Un egocentrismo altruista. Una generosità egoista. Lasciare qualcosa, lasciarsi qualcosa, invece di lasciarsi scivolare la vita addosso, anche quando non ci si sente poi troppo importanti, e quindi valorizzare ciò che ci circonda: le persone, le cose, la natura. Cogliendo l’attimo, perché è la somma degli attimi che crea il tempo della vita.
La vita è importante.
Viverla soprattutto.
La vita comunque. “
Vuoi mettere
una domenica mattina senza postumi
e anche sotto il temporale
viverci la città?
Rintanarci in un museo
e fare l’amore
– surrealismo orgasmico
a tinte forti –
e il pomeriggio
continuare a fare l’amore
fino a perderne il conto.
Ed è da sballo
farlo con Tyler Durden.
Aspetta, mi spiego
io e lei
e Tyler in sottofondo.
Vuoi mettere
una domenica senza postumi,
la pioggia che suona la finestra
io e lei
e quasi Dio che ci parla?
Tutti dovrebbero vedere questo film.
In primis tutte quelle persone che con troppa facilità ed ignoranza esprimono il loro parere giudicando la vita di un artista, di qualsiasi artista, dal pittore all’attore, dal poeta al cantante, senza aver mai avuto a che fare davvero con il mondo dell’arte, né con nessuno di loro.
Perché? Perché questo film non racconta solo i momenti salienti della vita del grande cantautore italiano che è tutt’oggi De André, ma di ogni persona che ha fatto parte della sua vita, a partire dal padre Giuseppe De André, fino ad arrivare a Luca Marinelli. E se nel guardare la pellicola, liberi da preconcetti, riuscirete a carpire ogni istante della sua vita, e quella di ogni personaggio, allora questo film vi regalerà il più grande degli insegnamenti: conoscere è la libertà.
Fin dal primo minuto si respira proprio aria di libertà, poetica e musicale, che sarà la vera ambientazione di tutto il racconto, dalla Genova dell’adolescenza, alla Sardegna della vita adulta, proprio da qui inizia il lungometraggio, dalla tenuta in Gallura per poi percorrere a ritroso quarant’anni di vita artistica di De André. Vita artistica, punto. Glielo dice Luigi Tenco “Non puoi dividere la vita personale da quella artistica”, durante una delle loro nottate birra e spiaggia. Luigi Tenco, interpretato da Matteo Martari, che diventerà presto amico e complice di intuizioni poetiche su carta, e scoperte musicali d’oltre oceano. Il giovanissimo De André lo vediamo approcciarsi alla musica con la chitarra, regalatagli dal padre dopo aver avuto il coraggio di confessargli che no, suonare il violino non gli piaceva affatto, ed ecco che il coraggio di scegliere da sé diventa l’obiettivo di una vita, così come avere sempre la penna e stracci di carta alla mano, pronto ad annotare pensieri, frasi ascoltate, o parole che scrive mentre beve e scambia opinioni con amicizie importanti, che ne formeranno il carattere, che lo ispireranno, come quella straordinaria con Paolo Villaggio, interpretato da Gianluca Gobbi (calato perfettamente nella parte), a fargli presente la grandezza dei testi, della sua voce, prima di chiunque altro, che lo porterà a leggere e a cantare tra amici al bancone, e poi sul palco di un piccolo teatro. De André venticinquenne e ostinato, che preferisce la compagnia di prostitute e i loro avventori alle giovani della borghesia, mondo quest’ultimo dove le feste altro non sono che stanze sorde dove “parlare di niente”, ma dove trova il primo grande amore, e scoprire col tempo, quanto lontano e doloroso sia da lui, e quanto non faccia più parte del suo essere. Durante gli anni del successo tentenna, fugge, quasi sopraffatto da nuove forme di paura, come quella di desiderare di prendersi una pausa, temendo però di non riuscire più a scrivere, ad incidere dischi, e poi ritrovarsi innamorato, di nuovo, di colei che diventerà la sua compagna, poi seconda moglie Dori Ghezzi, con lei il coraggio di cambiare vita, il primo concerto, il sequestro e il dolore della reclusione imposta, ma quando finalmente torna libero vive, vive davvero la libertà che ha sempre cercato, scritto e cantato.
“Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile Grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere E un invito all’Hotel Supramonte dove ho visto la neve Sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete Passerà anche questa stazione senza far male Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore ”
Fabrizio De André
Il film arriverà nelle sale come evento speciale il 23 e 24 gennaio e su RAI 1 diviso in due parti, il 13 e 14 febbraio, noi ve lo consigliamo vivamente!
Un nuovo talk show tra i tavoli del club 55, un varietà di arte e buffonate per presentare ogni mese il meglio e il peggio della programmazione live della capitale.
Cantanti, attori, ballerine, mimi, poeti, sciantose, pulci ammaestrate verranno da me invitate per darci un’assaggio dei loro prossimi live. Artisti affamati di pubblico per un pubblico affamato di artisti.
Una volta al mese, ogni secondo mercoledì
CLUB 55 pigneto Via perugia 12 – 14, 00176 Roma
dalle 21:30 alle 00:00
Per questa puntata pilota abbiamo ospiti di eccezione:
Giovan Bartolo Botta e Enzo Tatti del collettivo poetico A.S.M.A Barbino Menestrello Apocalittico che ci delizierà con i suoi canti da fine del mondo Quac Illustration con la sua mostriciattola e i suoi ritratti espressi La Soubrette meneghina Patty Olgiati e il suo Sex and Detriti e molti altri.
(se volete partecipare come Ospiti e presentare il vostro prossimo live, concerto, spettacolo, disco, libro, castello di sabbia al nostro pubblico per convincerlo a venirvi a vedere, non esitate a contattarmi)
La direzione del Club 55, mette a disposizione due date nel proprio cartellone per gli artisti più aprrezzati
foto di copertina di Sara Root
A.S.M.A (Ansia Socialmente Mentalmente Armonica)
Chi Siamo Chi Siamo Stati Cosa Saremo Mai
La Poesia è sostanzialmente un disturbo d’ansia somatizzato. O Forse molto di più. La Poesia è una nevrosi multiforme. Tanto Psichica Quanto Somatica. La Poesia è un Ossessione Compulsiva. La Poesia è Una Psicosi indelebile incisa nell’ipofisi del poeta dall’infame bisturi dell’esistenza. La Poesia è la faccia d’angelo della schizofrenia. La Poesia è la totale anestesia dell’apparato muscolo-scheletrico dovuta a cause ancestrali che annaspano nell’Oceano sommerso di quella menzogna sincera chiamata Subconscio. Il Poeta è un alchimista. Capace di convertire le proprie batoste in un verso. Se non avesse a disposizione il verso per chetare i mano-rovesci serviti in faccia dalla Vita, il Poeta sarebbe sicuramente un potenziale assassino-seriale. Un omicida senza fissa dimora. Uno psicopatico giustiziere della notte! Roba da far impallidire di vergogna il nocchiero Charles Bronson!!! La Poesia non possiede risposte. Forse nemmeno domande. Ma ha in se il privilegio di schiaffarti la verità davanti agli occhi. E la verità è che L’Universo non giudica! L’Universo non è Un Magistrato pronto ad insegnare alla gente come reggersi in piedi quando si va al cesso ad espletare le proprie funzioni fisiologiche. La Poesia essendo l’apice del lirismo universale, ragiona come L’Universo stesso. Non giudica. Anzi. Perdona anche Quando punta contro l’indice, ed è sempre pronta ad auto-assolversi anche quando è stata sorpresa in flagranza di reato. La Poesia è li distesa sul letto, nuda come una spogliarellista Parigina o come uno Gigolò Boliviano, bella da mozzare il fiato, pronta a sussurrarti nell’orecchio la verità: Che tu dentro di te sei potenzialmente tutto: Assassino, Benefattore, Puttaniere, Crocerossino, Guardiano e Ladro, Santo e Peccatore, Paziente e Intransigente, Serio e Cialtrone, Fascista e Libertario! Anarchico e Ossessionato dal Codice di Hammurabi. Comunista e Individualista. Epico ma Lirico. Servo Spadroneggiante e Padrone Servile. Tu sei potenzialmente tutto questo miscuglio emotivo. Tu sei la chiave d’interpretazione dell’Intero Creato che è La Contraddizione. L’Intero Universo MultiDimensionale si regge sulla Legge Fisica del Coacervo di Contraddizione. Un Esempio? Basta pensare a quando si è innamorati o feriti nei sentimenti! Ed ecco sorgere dal costato la bestia mora del coacervo di contraddizioni! Lo Dice La Fisica Lo Insegna La Storia lo Sottoscrive La Poesia. Tu Sei Potenzialmente Tutto. E se così non fosse, vuol dire che sei solo un poeta. E allora forse la Poesia non è solo Poesia. Ma un farmaco Salvavita!
ASMA di Poesia
Ci piace dire ciò che ci pare!!!
Sarà presente un banco con le proposte editoriali di Edizioni Haiku*
Inseguo parole che svaniscono
tra le labbra
non è il momento giusto,
mi dico.
E’ lo stress
i cazzi, i smazzi,
ripeto.
E il talento allora?
Il genio?
Non dovrebbero essere più forti?
È che le persone mi stanno sul cazzo
scrivo il mio mondo per perdermici dentro,
un labirinto
senza filo da seguire.
Ma anche gli artisti, gli intellettuali
non li tollero proprio,
vomitano paroloni in pose da divi
aforismi stantii e tartine marce
flash e autoscatti
torture medievali chiamate reading.
Tutti fulgidi geni,
tutti a districare l’inestricabile,
tutti senza nulla da dire.
Allora me ne sto a casa,
stappo un rosso
e guardo fuori dalla finestra
il mondo fuori di testa
e scrivo,
scrivo il mio mondo per perdermici dentro.
Diario di Jonathan Harker
Quando ho scoperto d’esser prigioniero, una sorta di ira selvaggia si è impadronita di me. Correvo su e giù per le scale, provando le porte una ad una, e scrutando da ogni finestra che trovavo; ma dopo un po’ sono stato sopraffatto da una sensazione di totale impotenza. Ripensandoci adesso, dopo qualche ora, credo di essere stato fuori di me, perché mi sono comportato come un topo in trappola. Alla fine, certo dell’inutilità di qualsiasi tentativo, mi sono seduto con calma – la stessa con cui ho sempre affrontato gli eventi della vita – e ho cominciato a pensare cosa fosse meglio fare. Ci sto ancora pensando, e finora non ho trovato una soluzione certa. Solo di una cosa sono sicuro: è inutile parlarne al Conte. Egli sa bene che sono prigioniero; e poiché è stato lui a volerlo, avrà le sue ragioni, e se gliene chiedessi spiegazione mi darebbe certo false risposte. A mio parere, il mio unico piano può essere tenere per me quanto so, tutte le mie paure, e stare con gli occhi ben aperti. So bene che o sono i miei timori a ingannarmi, come accade ai bambini, oppure mi trovo in una situazione molto difficile.
“Nessun suono migliore per farsi incantare”
opera di Pietro Mancini
Bambino credi di esserti perso? Una foulard’aria nebulosa stoffa cristallizzata di sabbia ed acqua marina ti parla. Vieni a spasso con me. La voce si sparpaglia, t’avvolge piroettando e in una spirale come di galassia di latte e piccoli astri accoglie a sé foglie cadute estirpando delicata radici fresche della terra tra lo svolazzare imbizzarrito di farfalle, poi l’ombra di un volto di bambina appare. Vieni questo è mondo nuovo. Qui non ci sono veleni. Ti prende la mano. Le dita di radici mutano morbide e il palmo caldo e rosa pallido. La stretta è forte, lei così più piccina di te eppure ti senti al sicuro. Bambino hai le mani di uomo grande tu. Rosse e gonfie come già stanche, ma non temere, non c’è stanchezza nel tuo cuore né nella tua mente. E lei ride e a te viene da ridere con lei. Bambino perché hai gli occhi chiusi? Aprili! Non hai gli occhi chiusi, eppure, fai per aprirli come appena sveglio. Ed è bellissimo. Il mare tranquillo dorme e luccica abbracciato al cielo cosparso di stelle blu scintillante pietra primitiva, cammini coi piedi nudi su di una coltre iridescente di cespugli di bacche circondato da castagni e soffice grano cullato dal vento che tacito soffia profumo di petali d’alba ninfea. Sei in cima ad un bosco su una scogliera. C’è casa tua. Ha le fondamenta che traspaiono e le vedi correre ed aggrapparsi al nucleo della terra. E la Terra è tua madre e il Cielo che t’abbraccia è tuo padre. Ora finalmente vedi. Qui nulla può farti del male! Le credi. Le credi davvero, e avverti la testa alleggerirsi il collo le spalle il petto le cosce perdere ogni costrizione. Sorpassi l’uscio. Il mare e il bosco t’accompagnano, in dono creano di giunco una seduta e gambe al tuo tavolo da lavoro di pura salsedine. Ti accomodi. L’albatro canta il tuo arrivo lasciando cadere una sua piuma nel tuo palmo, nell’altro un petalo di magnolia si trasforma in pagina e tu. Sei bambino uomo poeta tu. Non avere mai paura di perderti. A te non accadrà.
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