Era una lunga festa,
quella sera d’estate calda e umida,
dove la musica suonava alta
e si ballava sulla spiaggia.
Io solita scheggia
che si staccava
impazzita
dal cuore delle danze
in cerca di solitudine,
per lenire il mio disagio
per trovare un poco di pace.
E qualcuno che mi chiedeva
dove mai stessi andando,
e io che rispondevo fugace
“arrivo subito”
cercando il mare, nel buio
verso il canto delle onde.
Mi ritrovai in acqua
fino alla vita
bevendo rum
sperando che nessuno mi trovasse
pregando una qualsiasi divinità abissale mi trasformasse
in una solitaria creatura marina
con il suo tocco salato
per poter sgusciare via
nelle sue profondità
dimenticato
da tutti,
dimentico di tutto.
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