365 giorni, Libroarbitrio

“Traum der Liebenden – Sogno d’amore” Marc Chagall

Chagall, Traum der Liebenden (sogno d'amore)

Or che le stelle affogano
in un mare di nebbia scintillante,
e dalla chiusa tenebra
sgorga la luna colma e allucinante,
disserra le tue magiche
porte, o città del sogno e dell’oblio

Giovanni Alfredo Cesareo

365 giorni, Libroarbitrio

Vicente Huidobro “Canto II”

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Eccomi qui tra mari spopolati
Solo come la piuma che si stacca da un uccello notturno
Eccomi qui in una torre di freddo
Vestito del ricordo delle tue labbra sapide di mare
Delle tue cortesie e della tua chioma
Luminosa e disciolta come i fiumi che sgorgano dai monti
Stavi forse per diventare cieca perché Dio ti faceste queste mani?

L’arco delle tue ciglia che si tende come arma degli occhi
Nell’invito feroce colpo d’ala che l’orgoglio dei fiori fa sicuro
In vece mia ti parlano le flagellate pietre
In vece mia ti parlano le onde degli uccelli senza cielo
In vece mia ti parla il gregge delle pecore silenti
Addormentato nella tua memoria
In vece mia ti parla la nudità del piccolo ruscello
L’erba che sopravvisse legata alla ventura
Avventura di luce e sangue d’orizzonte
Vestita appena d’un fiore pronto a spegnersi
Al primo soffio flebile di vento

Le pianure si perdono sotto il tuo piede di fragile grazia
E si smarrisce il mondo al tuo limpido andare
Giacché tutto è artificio quando appari
Nella tua minacciosa trasparenza
Innocente armonia senza tregua né oblio
Elemento di lacrima mulinante all’interno
Fatto d’ansia altezzosa e di silenzio

Fai dubitare il tempo
E il cielo con istinti d’infinito

365 giorni, Libroarbitrio

Paul Celan “Con labbra rosse di tempo”

Roma 8 gennaio 2014

Paul Celan

Nel mare è maturata la bocca
le cui parole qui la sera ridice
al cospetto dei suoi paesi.
Mormorando essa le ridice
con labbra rosse di tempo.

Bocca, che evocarono le maree,
nel mare in cui nuotava il tonno,
nello splendore
che irraggia dagli uomini.

Argento del tonno toccato dal raggio,
argento specchiante del tonno:
improvvisa agli occhi riluce
la seconda, la migrante
aureola
delle fronti.

Argento ed argento.
Doppio argento del profondo.

Rema con la barca fin laggiù,
fratello.
Lancia le tue reti,
fratello.

Tiralo su,
gettalo nelle nostre case,
gettalo sulle nostre tavole,
gettalo sui nostri piatti –

Guarda, le nostre labbra si fanno turgide,
anch’esse rosse di tempo come la sera,
mormoranti anch’esse –
e la bocca sorta dal mare
già emerge
al bacio infinito.

Celan nel suo percorso poetico coniuga tre elementi chiave in versi: amore, memoria, oblio.
Costernato da sensi di colpa e attacchi di “delirio di relazione” come egli stesso definisce, vive di ricoveri in cliniche psichiatriche e prove di componimenti ed aforismi, nei quali il suo delirio appare evidente.
Poco tempo dopo essere stato dimesso dalla clinica, nel 1970, Celan mette fine ai suoi giorni gettandosi nella Senna dal Pont Mirabeau.

A domani
Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Ada Negri:il mondo delle fabbriche e dei paesaggi industrializzati di fine secolo

Roma 11 settembre 2013

Ada Negri scrittrice

Di origini modeste, Ada Negri nacque a Lodi nel 1870 e morì a Milano nel 1945.

Lavorò per molti anni come maestra elementare, ma si dedicò anche al giornalismo e alla poesia.

Nel 1892  la pubblicazione  del volumetto di poesie Fatalità, la rese improvvisamente famosa.

In un tempo di violenti contrasti sociali, l’appassionato e spontaneo slancio delle sue liriche si presentò come la voce dei poveri e dei lavoratori oppressi.

Per la prima volta con la Negri entrò entrò nella poesia il mondo delle fabbriche, delle squallide periferie cittadine e dei paesaggi industrializzati della Lombardia di fine secolo, avvolti nelle nebbie e nel fumo delle ciminiere.

Numerose furono le raccolte poetiche pubblicate dopo il successo della prima: Tempeste (1896), Maternità (1904), Dal profondo (1914), Esilio ( 1914), Il libro di Mara (1919), I canti dell’isola (1924), Vespertina (1930) e Il dono (1936).

Tali opere dapprima continuarono ad affrontare i temi sociali con la stessa passione e lo stesso spirito di protesta, poi assunsero via via un carattere più strettamente letterario, connotato da toni eccessivamente sentimentali e intimisti, a scapito dell’intensa e fresca immediatezza iniziale.

La danza della neve

Sui campi e sulle strade
silenziosa e lieve
volteggiando, la neve cade.

Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa, stanca.

In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini dorme.

Tutto d’intorno è pace;
chiuso in oblìo profondo,
indifferente il mondo tace.

A domani

LL