Roma 15 luglio 2013
Ed eccoci di nuovo a lui, l’amatissimo Arthur Rimbaud!
Dopo il periodo delle prime poesie, nel maggio del 1871 Arthur scrive la lettera del “veggente”, vero capolavoro della letteratura francese.
Posta quasi al centro della lettera e centro sostanziale di questa troviamo la categorica volontà di diventare veggente:
“ Il poeta diventa veggente attraverso una lunga, immensa e ragionata sregolatezza di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di follia; cerca egli stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che le quintessenze. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa fra tutti il gran malato, il gran criminale, il gran maledetto, – e il sommo Sapiente!
– Perché giunge all’ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di ogni altro!”
Arthur Rimbaud, Illuminazioni,
cura e versione di Gabriele Aldo Bertozzi, Newton 1994
A domani
LL