365 giorni, Libroarbitrio

Ezra Pound “Vana”

Roma 21 dicembre 2013

Ezra Pound

Invano ho lottato
per convincere il mio cuore a piegarsi;
invano gli ho detto:
“Ci sono poeti più grandi di te.”
La sua risposta, come un vento, un suono di liuto
un vago lamento nella notte
che non mi concede tregua, dice sempre:
“Un canto, un canto.”
Gli echi si susseguono nel tramonto
cercando sempre un canto.
Ma io sono consumato dal lavoro
e vagare per infinite strade ha cerchiato di viola
e riempito di polvere i miei occhi.
Su di me c’è ancora un fremito nel tramonto,
e piccoli elfi rossi di parole gridano: “Un canto.”
Piccoli elfi grigi di parole chiedono un canto,
piccole foglie gialle di parole gridano “Un canto.”
Piccole foglie verdi di parole chiedono un canto,
le parole sono foglie, vecchie foglie gialle:
già dalla primavera il vento le porta
in cerca di un canto.

 

Ezra Pound, nacque a Halley, nell’Indaho, nel 1885 e morì in Italia, a Venezia, nel 1972.
Dopo la laurea, lasciò gli Stati Uniti per un lungo viaggio in Europa e dal 1908 al 1920 si stabilì a Londra, divenendo corrispondente di alcune riviste americane. Letterato, critico e saggista d’avanguardia, Pound fu scopritore e sostenitore di nuovi talenti poetici quali Frost, Lawrence, T.S.Eliot, Yeats e Joyce.
Fondò il movimento poetico detto “Imagismo” e successivamente il Vorticismo”.
Nel 1921 si trasferì a Parigi dove conobbe il Dadaismo e frequentò gli intellettuali più in vista.
Fortemente interessato al regime mussoliniano, scelse di vivere in Italia e a partire  dal 1925 abitò a Rapallo per un ventennio, legandosi a molti letterati italiani.
Nel 1945 venne arrestato dalle autorità statunitensi  per aver pronunciato discorsi di propaganda fascista antiamericana alla radio, e trascorse un periodo di prigionia in un campo di concentramento presso Pisa. Per evitare il processo per tradimento, fu dichiarato insano di mente e internato in un ospedale psichiatrico di Washington. Rilasciato nel 1958, trascorse gli ultimi anni a Venezia.
La sua opera fondamentale è costituita dai Cantos, poema complesso, in cui confluiscono culture ed esperienze letterarie di diversa origine.

A domani

Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

Gabriele D’Annunzio sensuale ed allusivo

Roma 9 settembre 2013

Gabriele D'Annunzio

Nato a Pescara nel 1863, Gabriele  D’Annunzio esordì giovanissimo come poeta e poi si dedicò al giornalismo e alla letteratura.

A Roma, a Napoli, a Firenze, a Milano, e Venezia e a Parigi visse un’intensa vita mondana, riempiendo le cronache con le notizie delle sue numerose avventure galanti, dei suoi successi letterari, dei suoi atteggiamenti di accentuato snobismo.

Durante la prima guerra mondiale fu acceso interventista e partecipò attivamente al conflitto con audaci imprese autocelebrative.

Tra 1919 1 il 1921 occupò militarmente Fiume, per protesta contro il governo italiano.

Non aderì al fascismo e mantenne con Mussolini un atteggiamento di critico distacco.

Caratterizzato da volontà e attivismo inesauribili, D’Annunzio praticò tutti i generi letterari, si confrontò con tutte le correnti artistiche europee, seppe assimilare le più diverse esperienze culturali.

In poesia la ricerca lo sperimentalismo lo portarono all’uso del verso libero, alla scelta di un’accentuata musicalità  e di un linguaggio fortemente sensuale e allusivo, impreziosito da virtuosismi formali.

Nella sua vastissima produzione poetica il capolavoro è costituito dalle ottantotto liriche della raccolta Alcyone, ambientata in Toscana.

Morì nella sua villa sul lago di Garda nel 1938.

A domani

LL