365 giorni, Libroarbitrio

Fai da tela – Caparezza

robertokusterlewomanwithwings

La mia testa è nei morsi di gogna
I sensi di colpa nei sorsi di cognac
La paranoia
che nelle sere mi ingoia
Come un bicchiere di Nero di Troia dipingo pitture nere di Goya
Come se non meritassi ciò che ho
Come se contassi ma per quante ciocche ho
Assuefatto al fastidio
prendo merda addosso e mica la schivo
chiamami Steve, Oh!
Vivo in un sogno surreale come Dalì
Qualcuno mi chiede “Michele, dimmi, com’è da lì?”
Da qui? Come non si era mai visto prima
Uno sballo! Senza dietilammide né mescalina
Ti do una dritta: appendimi al muro come un Magritte!
Mettici su la mia faccia e sotto la scritta “Ceci n’est pas une pipe!”
O mettici quello che vuoi tanto non cambia!
Ascolto una voce che parla con calma

Fai,
Fai da,
Fai da te,
Fai da tela,
E lascia che la gente ti dipinga, come può
Come deve
Come crede!

La gente!
Tutti ce l’abbiamo con la gente
Come se non ne fossimo parte ci si estromette sempre
Sempre
Vorremmo la perfezione ma non può essere
Essere: ci viene male come le fototessere
Dubbi!
Chissà se è bastardo!
Chissà se è castrato!
Chissà se è bastato!
Nasconde la follia… chissà se la stano!
Mantegna insegna a fare delle frecciate un’icona San Sebastiano
Sospetto vago
Vago spettro di Christmas Carol
Ma da Escher non si esce
E mi ritrovo qui daccapo
intrappolato nella mia visione della vita, caro
Io con le mie sopracciglia da Frida Khalo
Calo
La mia testa nei morsi di gogna
I sensi di colpa nei sorsi di cognac
La paranoia che nelle sere mi ingoia
Come un bicchiere di Nero di Troia
Vede l’angoscia come ad Utoya

Fai,
Fai da,
Fai da te,
Fai da tela,
E la scia che la gente ti dipinga, come può!
Come deve!
Come crede!
Siamo come tele!
Siamo come tele!

365 giorni, Libroarbitrio

“Comunque Dada” Caparezza

Le quattro di notte,
sono in pigiama,
in preda alla noia,
scendo sotto casa,
salgo sul tettuccio
di quel fuori strada,
col megafono a palla canto una serenata.
Comunque vada, comunque Dada
Comunque vada, comunque Dada
Scoppia la guerra, io me ne scappo,
ma quale patria, io me ne sbatto,
tu mi imponi le divise, io me le strappo,
ho due bottiglie tu combatti, io me le stappo.
Disertore a vita , e me ne vanto,
se foste come me non ci sarebbe guerra in atto.
La cadenza e il passo sono demodé,
Io la sera me la spasso al Cabaret Voltaire!
Comunque vada, comunque Dada,
Comunque Vada
al Cabaret Voltaire!
Comunque vada, comunque Dada,
Comunque Vada
Qualcuno mi accusa, sei una sanguisuga,
rispondo: fallo pure tu, vieni avanti suca!
ho ancora voglia di irritarti, morso di zanzara,
e te lo manifesto Dada, come Tristan Tzara.
Sono la negazione, sono irrazionale,
amo l’arte detesto l’orgoglio nazionale.
Rompo gli schemi,
tu rompiti tibia e perone!
Perché non vieni insieme a me, al Cabaret Voltaire?

Comunque vada, comunque Dada,
Comunque Vada
al Cabaret Voltaire!
Comunque vada, comunque Dada,
Comunque Vada
Comunque vada, comunque Dada,
Comunque vada, resto comunque Dada,
io vedo una sola strada, comunque Dada,
qualsiasi cosa accada, comunque Dada,
Rimetto in discussione tutto,
proprio tutto,
proprio tutto,
forse non sono Dada, ma sono un po’,
Dada un po’, dada un po’!

Mi interessa l’arte,
ma le emozioni zero,
mi ha detto: Capa io canto le mie canzoni fiero!
Si, mi ricordano un’opera di Manzoni, credo,
e non parlo di Alessandro, ma Manzoni Piero.
Questa canzone è ready made,
nata già pronta,
e suona come fare i baffi sulla Gioconda,
più fastidiosa di un nuvolo di pettegole,
ma rende la mia vita più piacevole,
al Cabaret Voltaire!
Frasi sconnesse sgorgano dall’ugola,
Iolifantobamludogolaueugobal,
non hai capito nulla,
copia incolla, Google App,
neologismi sciapi dovunque come la rucola.
Non mi smuovi, no,
proseguo indomito,
a vedere il bello ovunque,
pure nel mio vomito.
è stravaganza,
vacanza extra,
passo la vita che mi resta
al Cabaret Voltaire!
al Cabaret Voltaire!
al Cabaret Voltaire!
al Cabaret Voltaire!
Comunque vada, comunque Dada,
Comunque vada, comunque Dada,
Comunque vada, comunque Dada,
Comunque vada, comunque Dada.