🔥ECCO LA COPERTINA DEL NUOVO LIBRO di Lié Larousse .la vita comunque. 🔥
In uscita a febbraio 2020, edito dalla casa editrice americana BestsellerBooks & Co.
Del libro ne scrive la prefazione il poeta Er Pinto:
“#LiéLarousse inizia i suoi versi mettendo un punto, non a caso sembra che in alcuni momenti questo punto è quello che vorrebbe saper mettere in alcune situazioni della vita, ma che non vuole o non riesce a mettere mai veramente. La vita va avanti, sia per noi senza gli altri, che per gli altri senza di noi. Un egocentrismo altruista. Una generosità egoista. Lasciare qualcosa, lasciarsi qualcosa, invece di lasciarsi scivolare la vita addosso, anche quando non ci si sente poi troppo importanti, e quindi valorizzare ciò che ci circonda: le persone, le cose, la natura. Cogliendo l’attimo, perché è la somma degli attimi che crea il tempo della vita.
La vita è importante.
Viverla soprattutto.
La vita comunque. “
Per Casolino legge gli altri Daniele Casolino legge la poesia di Lié Larousse intitolata
.la vita comunque.
.nonna Nannina
stende mutande, calzini e pezze da spolvero
sul filo che corre da finestra a finestra
chiacchiera del tempo al tempo
le mani ghiacce odorano di sapone
il marito e il figlio
li rivede solo quando in corridoio
passa difronte a lumini che ravvivano i volti sbiaditi
si fa il segno della Croce e svelta va in cucina:
per il nipote suo adorato ha messo su la pila dell’acqua
il sugo bolle già da due ore,
manca un pizzico di sale, due foglie di basilico;
Robertino sta al bar di sotto
coi denti neri e il Campari nelle mani
fatto ancora di un giorno non finito
conta buffi e rimbocca il bicchiere restando seduto,
la sedia se la tiene calda lui che dentro c’ha freddo
ma fuori basta una parola storta e prende subito fuoco
e non ce n’è più per nessuno,
non si vince e non si pareggia con lui,
appena fa buio la sera sparisce, nessuno lo sa dove va
pure se tutti lo sanno dove se ne va, e la mattina:
– finirai male, farai la fine di tuo padre, te lo dimo perché te volemo bene –
consigliano vecchi tra una mano di briscola e tresette
ma lui non li è mai stati a sentire, e all’unica amica buona
strizza l’occhio e dice voltandosi appena
– Chicca non è vero, non faremo la fine che dicono loro -;
Chicca, la figlia di nessuno,
gli dà un buffetto sulla guancia e se lo abbraccia
forte quel ragazzo
conosciuto quando aveva cinque anni,
ha gli occhi azzurri Robertino,
la pupilla impallata racconta degli stessi guai,
le strade, gli amori falliti, tutto l’abbandono del mondo,
gli sorride e se ne va sospirando,
occhi ben aperti alle spalle pensa alla sua di vita
e di nuovo a quella dell’amico caro
un ritornello infinito
di una canzone stonata
ma loro che ne sanno
e invece sì che sanno
e intanto passano anni, e tutto pare possa passare,
e intanto tutto è cambiato, e tutto è pure rimasto lo stesso
ieri Robertino stava seduto infondo al bus, le ha fatto l’occhietto,
Chicca è scesa due fermate prima, come sempre,
con un – ciao, a domani – nella mano, e un filo di voce per l’aria;
ed è già domani e l’edicolante scuote la testa,
scansa uno sbadiglio su quotidiani che non legge nessuno
un ventenne con le caviglie scoperte sfila spedito
occhi all’iphone e musica trap nell’orecchie,
la campanella della scuola materna chiama la ricreazione
bus, macchine e pedoni attraversano col rosso
il verde è una macchia di prato sporco, dall’altra parte del marciapiede,
ingoia altalene e panchine sbracate
sotto gli occhi lividi di case popolari rattoppate
e la vita marcia negli appartamenti occupati
ma con le facciate pittate belle
grazie alla speranza di artisti di strada che ci credono ancora e
– a Roberti’, non sai quanto te voglio crede’ –
sussurra Chicca al cielo,
soprattutto oggi, che il giorno tuo l’hai finito così
di punto in bianco te ne sei andato
hai chiuso l’azzurro degl’occhi coccolato
dall’andirivieni della tua vita in quel bus
e se n’è accorto uno zingaro al capolinea
e poi tutti stamattina
quando l’hai lasciati zitti e muti ad aspettare
quell’uomo rimasto per loro ragazzino sempre
che alla fine,
la fine del padre l’ha fatta per davvero,
e non ci sta più niente da dire
e nonna Nannina non ha più pezze da stendere
né sughi da far per ore bollire
e Chicca, bé,
Chicca ha un altro angelo da pregare.
Siamo onorati e felici di comunicarvi che non solo da oggi il romanzo #BLACKOUT dell’autore Gianluca Pavia (Ned Edizioni) è sugli scaffali del Megastore Librerie #LaFeltrinelli, ma anche che siamo stati invitati a presentarlo con un FIRMA COPIE:
un incontro con l’autore e i lettori che si terrà questa settimana nelle giornate di venerdì 23 novembre dalle ore 16:00 alle 20:00, e sabato 24 novembre in mattinata dalle 10:00 alle 12:30.
*** #BLACKOUT L’ALIENATO,
CINICO E SCORRETTO ROMANZO
DI CASA NEI PUB COME IN LIBRERIA! ***
.quella sera
l’uomo
inviò un messaggio
e ripose il cellulare nello zaino,
staccò dal lavoro
infuriato
confuso
esausto
del giorno passato
tra chiacchiere per sentito dire
ipocrisie, maschere bieche
e ingiustizie vere
di tutta questa gente
di questo poco Stato
andando avanti così
arrivato fino a qui
prima ancora di salire in moto
cercarsi per sei piani nello specchio dell’ascensore
bussare alla porta di lei
pensò
di lui, domani
di tutta questa gente
di questo poco Stato
della sua donna
cosa resterà?
quella sera
la donna
lesse il messaggio
ripose il cellulare sul comodino
entrò in doccia
l’acqua tiepida sulla pelle l’accarezzava
mentre a mente ripassava
il suono della sua voce
le linee del viso
la ferocia del suo sorriso
le parole dell’ultimo messaggio letto
ancora nuda mise in tavola due bicchieri
e pane caldo e croccante
versò vino, accostò le persiane
la puntina sul disco prese a girare
e quel gruppo col nome difficile che piace tanto a lui
iniziarono a cantare
pensò
chi se ne frega di domani
del mondo che non sarà
della gente che invece è
dello Stato poi
perché per un momento
o almeno per poche ore adesso
possiamo smettere di starci tanto male
e fare di questo posto un mondo tutto nostro ora
e sentì il campanello suonare
e corse alla porta
vestita solo di quei due bicchieri di rosso aprì
a questo uomo così grande
si alzò sulle punte dei piedi
gli sorrise un bacio
gli accostò il bicchiere alle labbra
lui lasciò cadere lo zaino
e ogni preoccupazione
le strinse i fianchi
bevve di quel bacio e di un sorso di vino
e tutto svanì
quella sera
quell’uomo e quella donna si amarono forte,
si amarono proprio forte.
poesia .ad ognuno il suo mondo. di Lié Larousse letta da Sara Colonnelli – La Kol -Autrice dei libri : “In questo soffio di Vita” e “Siamo tutti un po’ poeti”-Speaker di Radio Eklisse -Sceneggiatrice / Regista, che ringrazio di cuore per questa sorpresa e dono speciale.
Per saperne di più:
Sara Colonnelli nasce a Roma il 13/08/1990.
Ha studiato presso l’istituto Alberghiero di Tor Carbone. Balla dall’età di otto anni e scrive fin dall’adolescenza. Ha lavorato come articolista presso il giornale online L’Unico. Ha partecipato al cast di ballerini nel video di Anna Tatangelo: “Occhio per occhio” E’ stata intervistata da varie radio : Manà Manà, Radio Radio, My radio, Radio Libera Tutti. Ha partecipato ad una puntata del programma: “La voce degli scrittori ” su Lazio Tv, canale 12 del digitale terrestre.
Nell’ ottobre del 2008 vince un piccolo concorso con la famosa casa editrice: “Mondadori” che la porta a viaggiare da Roma a Milano per conoscere Alessandro Cattelan e Niccolò Agliardi autori del libro :”Ma la vita è un’altra cosa”.
Nel dicembre del 2013 realizza il uso più grande sogno, pubblicare il suo libro.
dal titolo IN QUESTO SOFFIO DI VITA edito da ALTER EGO EDIZIONI
MELTING POT È UN’IDEA DI SERATA CHE UNISCE MONDI MUSICALI DIVERSI. NASCE CON L’IDEA DI ALLARGARE IL COSIDDETTO “GIRO” E CREARE UN CONTENITORE FATTO DI STILI E RITMI DIFFERENTI.
Melting Pot è un momento d’incontro e di scambio tra artisti e pubblico.
Cantautori, Indie, Black Music (Rap,Reggae,Rnb, Soul), i più interessanti rappresentanti underground di settore danno vita ad un nuovo modo di concepire una serata musicale nella capitale. Una serata di festa e vibrazioni positive.
Il 15 Febbraio festeggeremo il primo anno di vita del format e per l’occasione il Melting Pot diventa XXL.
Tanti ospiti in scaletta e tanti altri ospiti a sorpresa!!!
Ospiti:
– DANIEL MENDOZA
– SOUL FLAKE
– MARCONDIRO
– H.E.R.
Special Guest: GABRIELE ZIANTONI autore di “Un secondo dopo l’altro”
Gabriele Ziantoni, giornalista per hobby, polemico per professione, nasce a Marino, un piccolo paese in provincia di Roma, il 12 dicembre 1983. Solitario, testardo e vagamente intollerante, vive con una penna in mano e un foglio bianco davanti agli occhi fin da quando ne ha memoria. Dopo varie esperienze nel campo del giornalismo, soprattutto sportivo, dal 2011 affronta in maniera ondivaga il rapporto con il suo secondo amore dopo la scrittura: quello con la radio.
Speaker radiofonico e radiocronista per le partite della Roma, dal 2014 è una delle voci di Teleradiostereo 92.7, dal 2017, invece, è il direttore del magazine internazionale So Wine So Food. Un secondo dopo l’altro è il suo primo romanzo.
Durante la serata si potrà finalmente acquistare in anteprima l’album
RIVINCITA di Daniel Mendoza
La serata non si può perdere e noi non mancheremo. Voi?
Ci vediamo al Risto-Cultural-Live L’ASINO CHE VOLA
in via Antonio Coppi 12d, Roma
Tutti dovrebbero vedere questo film.
In primis tutte quelle persone che con troppa facilità ed ignoranza esprimono il loro parere giudicando la vita di un artista, di qualsiasi artista, dal pittore all’attore, dal poeta al cantante, senza aver mai avuto a che fare davvero con il mondo dell’arte, né con nessuno di loro.
Perché? Perché questo film non racconta solo i momenti salienti della vita del grande cantautore italiano che è tutt’oggi De André, ma di ogni persona che ha fatto parte della sua vita, a partire dal padre Giuseppe De André, fino ad arrivare a Luca Marinelli. E se nel guardare la pellicola, liberi da preconcetti, riuscirete a carpire ogni istante della sua vita, e quella di ogni personaggio, allora questo film vi regalerà il più grande degli insegnamenti: conoscere è la libertà.
Fin dal primo minuto si respira proprio aria di libertà, poetica e musicale, che sarà la vera ambientazione di tutto il racconto, dalla Genova dell’adolescenza, alla Sardegna della vita adulta, proprio da qui inizia il lungometraggio, dalla tenuta in Gallura per poi percorrere a ritroso quarant’anni di vita artistica di De André. Vita artistica, punto. Glielo dice Luigi Tenco “Non puoi dividere la vita personale da quella artistica”, durante una delle loro nottate birra e spiaggia. Luigi Tenco, interpretato da Matteo Martari, che diventerà presto amico e complice di intuizioni poetiche su carta, e scoperte musicali d’oltre oceano. Il giovanissimo De André lo vediamo approcciarsi alla musica con la chitarra, regalatagli dal padre dopo aver avuto il coraggio di confessargli che no, suonare il violino non gli piaceva affatto, ed ecco che il coraggio di scegliere da sé diventa l’obiettivo di una vita, così come avere sempre la penna e stracci di carta alla mano, pronto ad annotare pensieri, frasi ascoltate, o parole che scrive mentre beve e scambia opinioni con amicizie importanti, che ne formeranno il carattere, che lo ispireranno, come quella straordinaria con Paolo Villaggio, interpretato da Gianluca Gobbi (calato perfettamente nella parte), a fargli presente la grandezza dei testi, della sua voce, prima di chiunque altro, che lo porterà a leggere e a cantare tra amici al bancone, e poi sul palco di un piccolo teatro. De André venticinquenne e ostinato, che preferisce la compagnia di prostitute e i loro avventori alle giovani della borghesia, mondo quest’ultimo dove le feste altro non sono che stanze sorde dove “parlare di niente”, ma dove trova il primo grande amore, e scoprire col tempo, quanto lontano e doloroso sia da lui, e quanto non faccia più parte del suo essere. Durante gli anni del successo tentenna, fugge, quasi sopraffatto da nuove forme di paura, come quella di desiderare di prendersi una pausa, temendo però di non riuscire più a scrivere, ad incidere dischi, e poi ritrovarsi innamorato, di nuovo, di colei che diventerà la sua compagna, poi seconda moglie Dori Ghezzi, con lei il coraggio di cambiare vita, il primo concerto, il sequestro e il dolore della reclusione imposta, ma quando finalmente torna libero vive, vive davvero la libertà che ha sempre cercato, scritto e cantato.
“Grazie al cielo ho una bocca per bere e non è facile Grazie a te ho una barca da scrivere ho un treno da perdere E un invito all’Hotel Supramonte dove ho visto la neve Sul tuo corpo così dolce di fame così dolce di sete Passerà anche questa stazione senza far male Passerà questa pioggia sottile come passa il dolore ”
Fabrizio De André
Il film arriverà nelle sale come evento speciale il 23 e 24 gennaio e su RAI 1 diviso in due parti, il 13 e 14 febbraio, noi ve lo consigliamo vivamente!
Avere un sorso di vino! Da lungo, lungo tempo raffreddato nelle profonde caverne della terra, dal sapore di Flora, di campagna verde, danze, canti provenzali, e allegria solare! Poter bere una coppa colma del caldo Sud, colma di rossa, vera Ippocrene, con perle, bollicine scintillanti all’orlo, e la bocca una purpurea macchia; potessi io bere, e non visto abbandonare il mondo e via, con te svanire nella foresta oscura.
Via! Via! Volerò da te, non portato da Bacco e dai suoi leopardi, ma sulle ali invisibili della poesia, anche se lenta e dubbiosa la mente indugia: con te, di certo, tenera è la notte… Ma qui non c’è alcuna luce, se non quella che dal cielo le brezze hanno soffiato attraverso verdeggianti oscurità e tortuosi sentieri di muschio
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