La villetta era al capo opposto della città
vi stagnava un afrore di soffritti
il fermacarte era un bossolo di granata.
La vestaglia mia frusciava, un po’ si apriva
lasciavo s’intravedesse
succhiavo assorta una matita faber
dal sotterraneo udivo il ronzio
di un uomo ingegnere.
Capivo poco, dicono dipenda dall’età,
non ricordo altro,
sì, clacson nelle vie sotto cieli di piombo…
Tag: mostri
dalla terra il cielo – L.L.
Davanti ai vostri occhi noi
siamo diavoli dissidenti
artisti mostri eroi infedeli
non cambiamo idea
non torniamo indietro
combattiamo per gioco
sorgiamo nell’inaspettato
facciamo a pugni per vivere
ci ribelliamo per resistere
e se non possiamo essere amati
allora siamo e saremo odiati
ed ora fatalità, è l’ora del divertimento
ed iniziamo a commettere crimini d’oblio
sadici masochisti
c’innamoriamo anche
di puritani, lunatici ed ipocriti
e siamo solo il disastro
del grande errore
l’essere il difetto
l’inquinamento umano
di chi ogni giorno cresce nell’apnoica confusione
intrappolati tra facce vacanti senza espressione
bruciamo nell’acqua
sprofondiamo nel fuoco
e non cambiamo idea
e non torniamo indietro noi
davanti ai vostri occhi.
L.L.
L’eutanasia del fine settimana – Negrita
Dvorak “Romance for piano and violin op.11”
Il Mostro Allegro delle feste …
-Signor Grinch le porto l’invito per fare il Mostro Allegro delle feste…lo so che lei odia il Natale, ma se fosse tutto un malinteso? Insomma anch’io ho dei dubbi sullo spirito natalizio…
VI AUGURO A TUTTI BUON NATALE!
Lié
Lié Larousse e il Guerriero Poeta
Lié Larousse nasce in un circo itinerante tra stoffe di taffetà ruvida seta in baco e carta straccia. Non sa che giorno fosse né l’anno né la direzione che prese il treno, forse spinto sulle rotaie dal canto stridulo di ogni palpitante sterzata o forse dalle urla del parto di un’ipotetica madre immaginata sotto ogni forma. Quel che è certo, è che, quell’ammasso di ferro legna e carne in transito era vivo, colmo di saltimbanchi, clown, bestie, lustrini e paillette.
– Lié faceva caldo, quello, si me lo ricordo, ma fuori di qui cara, un freddo, quello anche mi ricordo, e poi non insistere con me, chiedi a Mr Freak ti saprà dire di più – .
Mr Freak, bellissimo, alto l’inimmaginabile irremovibile dal suo sgabello con la fisarmonica in grembo e l’armonica alla bocca, appena la vedeva sbucare dal nulla la spostava di lato col bastone argenteo imperando -Fsthgrfth!- .
Lié continuò a chiedere.
Chiese a tutti, ai giocolieri con le clave, a Sir Amour il clown così tanto triste d’esser meravigliosamente felice, al mangia fuoco Evviva con la tutina gialla aderente e le polpette puzzose di petrolio, alla signorina Edena la donna più bella dell’universo con tre capezzoli, ai due antichi teatranti Ostilis, a Cano lo straordinario pianofortista quadrupede, al triste Robért col trucco sempre al contrario e il diario nascosto che solo lei sapeva dove trovare.
Nulla.
Nebbia .
Ombre.
Ogni risposta una chiusura di porte senza maniglie.
Inerme ad ogni ingresso riappariva lui, bellissimo, ad attenderla sempre, l’incomprensibile Mr Freak.
Ma si narra che fu all’imbrunire di un tempo senz’etere, che un uomo, con la mascella serrata e gli occhi di sangue, vestito di cicatrici d’acciaio salì sulla carrozza 17 di quel malridotto treno. Stese una coltre di cellulosa ricoprendo l’intera cabina che iniziò a riempirsi d’acqua di mare e le sue mani elettrizzate dalle correnti vorticarono una tempesta di dipinte parole e pesci mille colori nuotavano balzando di vagone in vagone e sabbia dorata ondeggiava nella forma dei desideri e zampilli d’acqua cristallina si infrangevano contro lamiere e corpi componendo musica di tutte le note. Gli abitanti del treno si precipitarono ad ammirare la magia, e tra chi applaudiva entusiasmato e chi vociferava pettegolezzi la voce dell’incomprensibile Mr Freak, bellissimo, alto l’immaginabile irremovibile dal suo sgabello con la fisarmonica in grembo e l’armonica alla bocca, mise tutto a tacere imperando:
– Lié, lui è il Guerriero Poeta. Tuo Fratello! –
Così oggi, ad un età inconsapevole, con i capelli spagliati di un colore incolore, vi presento storie di genti del mondo, com’erano e in astratte forme come saranno, qui, dietro le quinte di questo palcoscenico fluttuante leggerete l’idillio della vita degli esseri quali siamo dove conduce. Col mio unico ricordo. Vero. Solo mio. Che d’improvviso di giorno o in sogno m’appare, col profumo caldo di neve silenziosa e sale marino.
Come è nel vostro verbo
sarò acqua
liscia e trasparente
fluirò via
mescolerò cammini
e gradino
dopo gradino
scoprirò chi sono
creando già da ora
il mio oggidomani
grazie
Guerriero Poeta.
Lié
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