Nella notte ho stramaledetto dio veramente e con folle rabbia,
una lava rossa e nera che mi saliva dal profondo delle viscere.
Ho preso una mosca
e l’ho portata al ragno,
più per vedere la cosa
che per pietà del ragno.
E nella notte ripetevo quello che avrei scritto giunto a casa
e giunto a casa nel cortile pensai di essere pugnalato alle spalle
mentre orinavo e cercavo in cielo la luna che non c’era
perché sprofondata di prima sera sotto la linea dell’orizzonte.
Questa è una delle tante poesie che devo scrivere
affinché si piangano i vivi di sangue e di anima.
Tag: Mosca
“Non parlate mai con gli sconosciuti” Goethe & Bulgakov conversano nella mente mia mente
….dunque chi sei?
Sono una parte di quella forza che
eternamente vuole il male
ed eternamente opera il bene.
Il poeta si passò una mano sul viso
come se si fosse appena svegliato
e vide che ai Patriarsie si era fatta sera.
Si vedeva distintamente in cielo la luna piena,
non ancora dorata ma pallida.
…come ho fatto a non notare che è riuscito a mettere assieme un intero racconto?
Ecco, è già sera! E forse non è stato lui a raccontare
ma semplicemente mi sono addormentato
e tutto questo l’ho sognato.
“Ditele l’assenza” Mariasole Ariot
Ditele la fame, ditele che la bocca è il centro di una testa, ditele che se piange è per pudore, ditele lo sputo, ditele che il cielo senza occhi non ha ragione, ditele che una parola è matura quando è grave, ditele che grido, ditele che hanno forato il cranio con un punteruolo, ditele che passano le voci, ditele che non passa, ditele che i bambini hanno lo sguardo torvo, ditele che non guardo, ditele che le maglie della terra sono strette, ditele che non usciamo, ditele che usciremo, ditele che l’uomo ha una gabbia sulla testa, ditele della cornea, datele una retina, ditele il sangue sui tappeti, ditele che non avrò figli, ditele che ha innaffiato fiori finti, ditele che non fingo, ditele che i pianeti quando non cadono è perché cedono, ditele che nel pozzo non cadano bambini, ditele di non cadere, ditele che il radicale è un frutto senza seme, ditele dei confini mancati, ditele che se non sono – Sono l’altro, ditele della rincorsa dei coltelli, ditele della camera nera, ditele che un luogo non fa territorio, ditele che i territori sono reti, ditele della ragnatela, ditele che il mio scheletro ha la forma di una mosca, ditele dei ragni. Ditele che non ho pertugi, ditele che il consiglio è : evaporare, ditele che un foro non è un passaggio, ditele che non passa, ditele che hanno cartografato il vuoto, ditele che la fedeltà non si misura in giuramenti, ditele che sono infedele, ditele che la parola è un segno, ditele che ci parliamo, ditele che vedo, ditele che l’uomo ha creato bocche ovunque, ditele che sono una buca, ditele che non ho un fondo, ditele dell’universo osservabile, ditele che se ho taciuto è per gravità, ditele che non ho mai taciuto, ditele che il principio di reazione ha fallito, ditele che è falso, ditele che ho fame, ditele che è freddo, ditele che piange, ditele che un uomo è un bambino in verticale, ditele che cado, non ditele niente, ditele della sbarra piantata sulla schiena, ditele che la verità è una menzogna, ditele che mento.
“Alla mia vita” Marina I. Cvetaeva
Michail Bulgakov “Satana rende giustizia ai deboli”
Roma 11 novembre 2013
Nato a Kiev nel 1891, Michail Bulgakov si laureò in medicina successivamente, dopo la rivoluzione bolscevica del 1917, andò a vivere a Mosca.
Non esercitò mai la professione medica: fin dai primi anni venti iniziò un attivo lavoro di giornalista, scrittore e critico teatrale.
Nel 1925 uscì il suo primo romanzo, La guardia bianca, che fu pubblicato a puntate su una rivista sospesa successivamente dalla censura.
Del 1925 furono anche i suoi tre romanzi satirici, Le uova fatali, Diavoleide e Cuore di cane.
Anche i lavori teatrali incontrarono censure e critiche, perché il regime al governo in Unione Sovietica non gravida la sua vena satirica, nella quale era riconoscibile l’ironia verso la burocrazia del potere.
Nel 1928 Bulgakov, che si trovava ormai in condizione di non poter più lavorare liberamente, iniziò la stesura del suo capolavoro, Il maestro e Margherita.
In questo testo Bulgakov, attraverso la fantastica narrazione della comparsa di Satana a Mosca, rifletteva sul bene e sul male, sull’arte e sulla funzione, sulla corruzione del potere.
Il romanzo, rimasto incompiuto, proprio per la sua caratteristica di critica al conformismo, non poté essere pubblicato ed uscì solo nel 1967, molti anni dopo la morte di Bulgakov, avvenuta a Mosca nel 1940.
” Il maestro e Margherita
Mosca, anni venti: nella città fa la sua improvvisa comparsa nientemeno che Satana, incarnato nel misterioso Wolland che, aiutato da due “infernali” assistenti, il gatto parlante Behemoth e il buffissimo Fagotto, colpisce con tremenda crudeltà i personaggi più corrotti e meschini del mondo letterario: direttori di teatro assetati di potere, critici letterari incapaci e boriosi, scrittori mediocri e tronfi di superbia.
Tuttavia Satana, nella sua azione, sembra colpire proprio i peggiori, mentre i suoi poteri magici vanno in soccorso del debole maestro, uno scrittore infelice, colpito dalla censura del regime e perseguitato dai critici proprio mentre sta scrivendo il suo capolavoro, un romanzo su Ponzio Pilato.
Il maestro che nelle sue disavventure finisce in manicomio, ha una tenera storia con Margherita, una ragazza dolcissima, pronta ad aiutarlo in ogni occasione, anche quando lui, preso dalla disperazione, brucia il manoscritto della suo grande romanzo.
Saranno proprio l’amore di Margherita e l’intervento di Satana-Wolland a salvare lo scrittore. Il suo romanzo sarà addirittura recuperato dalle ceneri, ma Margherita, avendo usufruito dell’aiuto di Satana, si trasformerà a sua volta in una strega.”
A domani
Lié Larousse
Fedor Dovstoevskij l’ultimo grande scrittore realista dell’Ottocento
Roma 26 agosto 2013
Nato a Mosca nel 1821, figlio di un medico, Fedor Dovstoevskij crebbe in una famiglia di idee chiuse e autoritarie.
Iscritto alla scuola del Genio militare di Pietroburgo, si diplomò nel 1843 ma rinunciò alla carriera militare per dedicarsi alla scrittura.
Nel 1846 pubblicò il primo romanzo, Povera gente, che ebbe un buon successo di pubblico.
Nel 1849 la sua carriera fu momentaneamente troncata dalla vicenda che condizionò tutta la sua vita successiva: l’arresto e la condanna a morte da parte del regime zarista per aver aderito a un circolo di intellettuali socialisti.
Il giorno stesso dell’esecuzione fu graziato dallo zar e la condanna fu tramutata in quattro anni di lavori forzati in Siberia e quattro anni di servizio militare successivo.
Scontata la pena e convertitosi a idee meno progressiste in politica, si accostò con grande slancio alla dottrina cristiano-ortodossa in campo religioso.
Le ristrettezze economiche e il cattivo stato di salute , segnato da continui attacchi epilettici, resero gli anni seguenti della sua vita molto duri.
Nel 1857 si sposò con una giovane vedova (che morì sette anni dopo) e riprese la sua attività di scrittore.
Fu narratore molto prolifico e scrisse numerosi romanzi, tutti di grande successo, uno dei quali in particolare, Delitto e castigo 1886, lo fece conoscere al pubblico di tutta Europa.
Queste opere, tuttavia, non gli procurarono l’agiatezza economica.
Dovstoevskij, dopo essersi sposato in seconde nozze con la sua segretaria, a causa di dissesti economici dovuti anche alla sua passione per il gioco d’azzardo, fu addirittura costretto a fuggire dai suoi creditori, viaggiando per cinque anni in Germania, Francia, Svizzera e Italia.
In questo periodo scrisse L’idiota 1868-1869.
Tornato in Russia nel 1783, proseguì l’attività di romanziere, pubblicando I demoni e altri lavori di grande impegno e successo.
L’ultimo grande romanzo fu I fratelli Karamazow 1879-80, terminato un anno prima della morte , avvenuta improvvisamente a Pietroburgo nel 1881.
Dovstoevskij è considerato l’ultimo grande scrittore realista dell’Ottocento e insieme il precursore del romanzo del Novecento.
La sua scrittura infatti , riprende i temi della narrativa realistica e del romanzo popolare , ma introduce un importante elemento di analisi e di intuizione psicologica dei personaggi, di seguito le opere principali:
Il sosia 1846
Le notti bianche 1848
Umiliati e offesi 1862
Memorie dal sottosuolo 1865
Il giocatore 1867
L’adolescente 1875
A domani
LL
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