365 giorni, Libroarbitrio

“Testo a fronte” Pascal Riou

foglia

Spesso rientrando la notte, l’Orsa
sopra il cammino,
la sua grande casseruola che scivola lungo le ore
sul piano celeste
– poi, perduto, nascosto nel folto degli alberi
l’ammasso delle Pleiadi
come un fuoco dentro una bruma distante.
Sì può sempre, la testa imbottita di sistemi,
non sollevarla troppo
e irridere i secoli che camminarono
guidati dalle stelle – ma è miseria
quando la meraviglia ritorna ogni notte,
miseria simile a non vedere più l’autunno
che avanza con i suoi stracci reali
nel mormorio di ali intorpidite,
che avanza, disfacendoci, un pezzo alla volta,
dei giochi di scena e dei fasti del sapere
e lasciandoci, l’anima quasi nuda,
per certo a brandelli e straripante di vuoto.

365 giorni, Libroarbitrio

Ishikawa Takuboku “TANKA”

Roma 28 gennaio 2014

Ishikawa Takuboku

Nel cielo blu
il fumo svanisce
triste.
Il fumo che svanisce
forse mi somiglia?

Come un aquilone
con il filo spezzato
ricordo il cuore
di giovani giorni
volare in cielo.

Lavoro, lavoro sempre
pure – non so perché – sprofonda
nella miseria la mia vita.
Guardo immobile e muto
le mie povere mani.

Ti sembra starno
se giunge il mattino
se si fa chiaro il mondo?
Perché allora dubitare
di questo amore vero?

Ero ragazzo,
avevo la tristezza negli occhi.
Invidiavo allora
il volo di un uccello
che volando cantava.

Poeta giapponese, Ishikawa Takuboku, fu in contatto con il gruppo dei poeti riformatori di Tokyo. Condusse una vita difficile, segnata da povertà e malattie che lo condussero alla morte a soli ventisette anni.
Tuttavia la sua fama si è espansa fino in Occidente per la bellezza delle composizioni poetiche scritte nella tradizionale forma del Tanka, ma pervase di una nuova sensibilità antiretorica e realista.
I Tanka di Takaboku non sono infatti quadretti descrittivi  di scorci del paesaggio o momenti della giornata, ma amare, disperate riflessioni sul doloroso destino della sua vita.

A domani
Lié Larousse