Tag: Mille e una notte
Fra cronaca e favola: la costruzione del Decameron
Roma 21 febbraio 2012
Il genere della novella
La disposizione del Boccaccio al racconto, che si era manifestata nelle forme del romanzo cortese, del poema epico e dell’idillio bucolico, sfociò qualche anno dopo il suo ritorno a Firenze in un grande impegno narrativo. Tale è il Decameron, il cui titolo grecizzante designa un’opera compiuta in dieci giorni, quanti ne impiega una brigata di giovani per raccontare cento novelle. La nuova opera, che non era un romanzo, ma una raccolta di novelle, valorizzava un genere minore rispetto alla più tipica narrativa cortese ed all’epica classica e medievale. Il genere della novella aveva trovato tuttavia notevole fortuna nell’uso della conversazione e dell’intrattenimento piacevole presso le corti signorili e nei ritrovi del mondo borghese, come nella pratica della predicazione, che accoglieva sempre più largamente l’esempio favolistico e quello storico o aneddotico per rendere persuasivo l’insegnamento morale. Alcuni autorevoli modelli, come le Metamorfosi di Apuleio, un romanzo in prosa della tarda latinità che Boccaccio conobbe e apprezzò, la tradizione novellistica orientale confluita nelle Mille e una notte, assai diffusa nel Medioevo, inserivano le novelle in uno schema particolare, attribuendo loro la funzione di pausa distensiva e piacevole su uno sfondo tragico che si trasformava in un pretesto.
A domani
LL
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