Aveva smesso di parlare.
Aveva bisogno di tranquillità, di pace.
Per far riposare la mente, il cuore, le gambe,
calmare le ansie del caos dal chiasso opprimente ed ossessivo,
e ritrovare dentro di sé ciò ch’era fuori di sé .
Voleva star bene e aveva deciso di guarire col silenzio,
ma quello buono,
che fa zittire il fischio nelle orecchie,
il pianto dagli occhi,
il tremore delle mani.
Aveva smesso di parlare per questo,
per medicarsi.
Tag: medicina
“Ode su un’urna greca & Ode a un usignolo” John Keats
Avere un sorso di vino!
Da lungo, lungo tempo
raffreddato nelle profonde caverne della terra,
dal sapore di Flora, di campagna verde,
danze, canti provenzali, e allegria solare!
Poter bere una coppa colma del caldo Sud,
colma di rossa, vera Ippocrene,
con perle, bollicine scintillanti all’orlo,
e la bocca una purpurea macchia;
potessi io bere, e non visto abbandonare il mondo
e via, con te svanire nella foresta oscura.
Via! Via! Volerò da te,
non portato da Bacco e dai suoi leopardi,
ma sulle ali invisibili della poesia,
anche se lenta e dubbiosa la mente indugia:
con te, di certo, tenera è la notte…
Ma qui non c’è alcuna luce,
se non quella che dal cielo le brezze hanno soffiato
attraverso verdeggianti oscurità
e tortuosi sentieri di muschio
“Antidoto” di Alceo
Sangue fluido opera di Alessandro Crapanzano
Affoga i polmoni di vino.
La costellazione orbita.
Questo tempo pesa.
Mondo assetato da calura.
Riverbera tra fronde ebbrezza di cicale…
Sboccia il cardo.
Ora sfiancano, le donne.
Liquefatti, gli uomini: testa ginocchia
fulmina canicola
non cedere a desolazione: è doveroso.
Non facciamo passi avanti lacrimando,
Bicchis. Eroica medicina
è vino a fiotti, e stordimento
sì, vino è spioncino d’uomo
sotto a bere!
Non tiriamo ai lumi.
Il giorno è spanna.
Amico, abbassa le caraffe grandi, disegnate.
Vino: sì, il figlio di Semele e Zeus,
scacciapensieri umano l’ha creato.
Mescola uno a due.
Riempi all’orlo.
Una caraffa
via l’altra…
Oggi, obbligo di vino, vino!
Sforzato avvicinarci!
Eh sì, Mìrsilio è crepato.
Irroriamo la lotta di sangue acre sale e miele
sarà piacevole la sconfitta
dopo aver ucciso
L.L.
Freud la pratica ipnotica e il caso di Anna O. (seconda parte)
Roma 26 settembre 2013
Anna O.
Approfondendo la nostra ricerca sulla psicoanalisi e sull’ipnosi mi sono imbattuta nel quesito più determinante della storia degli studi di Freud ovvero: “Esistono patologie fisiche determinate da cause prettamente psichiche, spirituali?”
Il caso di Anna O.è determinante nella nascita della psicoanalisi e nella pratica dell’ipnosi.
La paziente soffriva di un quadro sintomatico quanto mai strano e complesso: paralisi saltuarie causate da immotivate contrazioni muscolari, inibizioni comportamentali, stati confusionali.
Assieme al dottor Breuer, Freud iniziò a sottoporre la malata al sonno ipnotico, ingiungendole di esprimere ad alta voce i pensieri che le opprimevano l’animo.
La psicanalisi nacque nel momento in cui i due giovani medici si resero conto che i sintomi fisici sparivano automaticamente e definitivamente ogniqualvolta Anna O. riusciva a focalizzare , con l’aiuto dell’ipnosi, determinate immagini, pensieri o eventi del passato, presenti allo stato latente nella sua memoria.
L’impatto filosofico di una simile scoperta non è facilmente descrivibile e lo stesso Freud impiegò l’intera esistenza per renderne conto.
Basti pensare alla millenaria questione dei rapporti fra anima (spirito, pensiero) e corpo, che, dopo Freud, non può più essere affrontata in termini di opposizione o incomunicabilità.
Tratto da Studi sull’isteria
A domani
LL
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