365 giorni, Libroarbitrio

Lié Larousse alla mostra di VENEZIA per CIRCUS BLINK di Lorenzo Mastroianni

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Grazie al folle “Mastro” Lorenzo Mastroianni!
Questa sua opera fa parte dell’istallazione viaggiante BLINK CIRCUS CANTO IX #holographictour2019 che troverete alla mostra di Venezia il 23 e il 24 febbraio.
Isola Liri, dove dimora e lavora il maestro, è un’ambientazione suggestiva, colma d’animo di artisti, e con ben due cascate nel cuore della cittadina. Se non riuscite ad arrivare fino a Venezia, andate a bere una birra nel  suo #blinksalottofotografico respirerete buon’aria d’arte🍻  

Fb Lié Larousse

365 giorni, Libroarbitrio

L’Io segreto – Anais Nin

 

Lié Larousse  '00

C’è qualcosa che non va in me.
Voglio soltanto vivere con l’intimo io del prossimo.
Di esso solo mi curo.
Odio vedere la quotidianità della gente,
le loro maschere, le loro falsità,
la loro resa al mondo,
la loro somiglianza agli altri.
A me importa solo l’io segreto.
Cerco soltanto il sogno e l’isolamento.
Guardo la gente che cammina per la strada,
che cammina e nient’altro, ed è questo che sento:
camminano, ma vengono anche trascinati via.
Sono parte di una corrente.
E ho paura che l’amore muoia in un istante.
A.N.

365 giorni, Libroarbitrio

“Dal dolore nasce il canto: Aragon!” Alphonse Dzanga Konga

Fiaba africana

Avete presente quella sensazione che accappona la pelle l’attimo prima di volgere lo sguardo al cielo?
Sta per accadere qualcosa?
Un filo di voce iniettato dal cielo stesso a richiamare la staticità della schizofrenia del corpo a terra.
Una goccia di pioggia improvvisa sul naso.
– Amica mia questa è per te.
(Il rumore di uno strappo nelle orecchie, la vista su una pagina di parole.)
– Ma no! Non dovevi. Mannaggia. Che peccato ora non lo venderai più.
– Amica mia non tutti i libri nascono per essere venduti, ma le loro parole sono state scritte per essere lette, e queste da te!
– Ma grazie! Che bel gesto, grazie grazie. Però mi dispiace che ora il libro è rovinato. Lo compro io!
– No amica mia non devi e non ti dispiacere. Io sono felice.
– Come ti chiami?
– Come te!
– Ahahaha, davvero?
– Sì!
Va bene allora ci chiamiamo uguali! Sta arrivando il mio autobus. Ti ringrazio tanto tanto. Ma proprio tanto! Ciao amico mio.
– Ciao Africa.
(Africa) 

CAVERNE

La notte, l’aspra notte.
Mi toglie il respiro.
Il giorno se n’è andato.
La notte è arrivata.
Dov’è la vita mia?
Ella emana lo stesso fetore
di questa Caverna
di tanti cicloni
qui si confonde
il giorno con la notte.
La settimana ed il mese
l’anno e la vita
e passano
insulsi e monotoni
questi giorni questi anni
come una litania che esce
dalle gole delle monache.
Aspre, acri, inacidite
in questa tomba
di uomini-leoni
sprofondati nei carnai.
Dimmi dov’è dunque la tua vita?
La mia vita la vita.
Il sole non è posizionato
in cima alle nostre teste?
E queste maschere.
Queste maschere flaccide
dormono dormono.
Un dormiveglia
orribile
penoso.
Yééé! Nanenggo!!!
Dove si sono visti?
Dove?
degli uomini ghiri?
No, questo no!
Nel nome di mio padre
da troppo dura questo sonno.
Io sono sveglio.
La mia coscienza vigila.
Sanguina di melma.
Di disgusto
di vergogna.
In questa caverna
dove non si mangia.
Non si beve.
Non si danza.
Non si canta.
Non si parla.
Non si ride.
Non si legge.
Non si…
Non si…
E la mia coscienza sanguina.
Sanguina.
Dal soffocamento.
Dall’isolamento.
Dall’odio.
Dal dolore.
Dalla collera.
Dall’ulcera.
E dalla…eccetera.
Notte troppo scura.
Notte scura troppo pesante.
Per risalire fuori
da questa caverna.
Puah! Come essere!
Mi muoio di fame.
Cielo! E’ la fine.
Non ne posso più.
Non ne posso più.
Ma chi mi sente.
Chi?
Il mio grido lo sentite
uomini della terra?
La mia caverna non ha uscita.
Sicuramente.
Il sole non brilla più.
Dov’è dunque la mia vita.
La tua vita la vita
E quelle sagome
dormono dormono
un sonno di mercurio
incuranti
incoscienti
impotenti.

IO

SONO

SVEGLIO!

365 giorni, Libroarbitrio

Ride L.L.

Rocky

E quando ci penso la domanda che le faccio è sempre questa:

ma cosa credi sia la vita? Cosa vorresti da lei bambina astronauta?

Ali di petali di tulle indaco vorrei

mani e sorriso per carezzare le lacrime di chi ingiustamente piange

vorrei essere io quella Lei a cui L’etere insaziabile scrive lettere mentre la notte gli si rovescia liscia addosso

eliminare il palcoscenico dal mondo coi suoi attori e le loro maschere e costumi

 città senza catrame

aria che non puzzi d’avidità umana.

La bambina astronauta è sempre accovacciata nell’angolo

con le braccia strette alle ginocchia

e quel casco troppo grande che è diventato il suo rifugio

e allora vado a prenderla per mano

le dico che in fin dei conti ci sarà sempre chi reciterà una miserabile parte ma non importa

perché c’è e ci sarà sempre anche chi lotterà per inseguire i propri piccoli giganteschi irreali sogni

che sa che si farà tanto male per realizzarli ma pure questo non importa

Lui si darà forte contro ogni raggiro

e con un gancio finale ogni inganno crollerà a terra esanime

come in un incontro di pugilato

perché chi vince duro

vince solo per KO.

E la bambina astronauta ride ed io con lei.

L.L.

365 giorni, Libroarbitrio

La commedia dell’arte

Roma 14 marzo 2013

La commedia dell’arte fiorisce nel 1545 che è la data di fondazione della prima compagnia comica.

Famiglie di attori, persino dinastie, fioriscono a metà del cinquecento formando le compagnie dei comici. Essi possono recitare per il pubblico, ma si appoggiano a una corte o a un potente protettore, lo studio è quello di creare uno spettacolo prima di interpretare un testo: “ogni attore deve creare se stesso come attore”.

Le loro maschere o personaggi si diffonderanno poi per tutto il mondo e avranno la loro consacrazione figurativa nei balli di Sfessania del Callot.  Questo è il frutto di personalissimi interventi degli attori e insieme  opere collettive, da questo concetto nasce il bisogno di caratterizzare socialmente e linguisticamente  i personaggi, dal tentativo di inventare dei tipi che possano essere ricreati dalla personalità dei grandi attori.

Alcune maschere hanno hanno un particolare significato storico, come quella del capitano, che esprime la satira popolare contro il prepotente gradasso, specialmente ma non soltanto spagnolo, o anche come la maschera del dottor Ballanzon o di Graziano, che esprime la satira contro la cultura vuota e ingannevole. Soprattutto agli inizi del secolo gli attori tendono a fare di se stessi una maschera: Angelo Costantini diventa Mezzettino, Carlo Cantù  diventa Buffetto, Nicolò Barbieri diventa Beltrame, Francesco Andreini diventa il capitano Spavento.

La commedia dell’arte e la parola comico non indicavano in senso stretto la commedia, ma l’arte di recitare e le composizioni teatrali anche drammatiche. La commedia dell’arte italiana ha certo consacrato la separazione fra il  teatro recitato e il teatro scritto. Tuttavia essa nasce dall’incontro della cultura letteraria con tradizioni teatrali, dalla mescolanza di forme liriche romanzesche  e realistiche .

In Italia i  comici dell’arte hanno una coscienza culturale  e da loro nasce anche un teatro scritto, troviamo così prova nella prima raccolta di scenari nel Teatro delle favole rappresentate di Flaminio Scala pubblicato nel 1611.

A domani

LL