365 giorni, Libroarbitrio

Arcadia

Roma 1 maggio 2013

Il Settecento si apre con le fondamenta di una nuova istituzione letteraria.

Nel 1690 viene fondata l’Arcadia, accademia delle arti letterarie romane, da alcuni sommi scrittori che con essa intendono reagire al Marinismo e al Barocco in nome del buon gusto, della verità, della semplicità stilistica, della chiarezza e facilità dei temi, del sentimentalismo, opponendosi alla finzione del mondo pastorale.

Nel corso del secolo lo stile arcadico, che  non si scosterà mai del tutto dai contenuti facili e semplicistici per una piacevole immaginazione, acquisisce con Metastasio e Frugoni  un’impronta classica.

Tuttavia, ai componimenti che ammirano con compiacimento le raffinatezze frivole della quotidianità aristocratica, si contrappongono nel tardo Settecento la satira di alto valore civile del Parini, che denunciando tante sottili ed inutili bassezze degli ambienti nobiliari, propone un’esemplare immagine dell’uomo dignitoso, e con la poesia drammatica di Alfieri si tratterà con grande passionalità il tema astioso della libertà dell’uomo dalla ricchezza, il nuovo uomo libero.

A domani

LL

 

365 giorni, Libroarbitrio

Poesia Seicentesca

Roma 1 aprile 2013

Le categorie assolute che interpretano tutto il presunto spirito di un’epoca sono sempre ingannevoli e, nella migliore delle ipotesi, possono tutt’al più definire e descrivere soltanto alcune forme di linguaggio, non la concreta opera né la singola personalità e nemmeno le precise tendenze storiche. Per la lirica, cioè per quel genere nel quale le forme letterarie hanno avuto un valore in un certo modo preminente e autonomo, spesso astratto se non vuoto, occorre precisare e stabilire alcune caratteristiche comuni di linguaggio. La linea che passa, pur modificandosi, attraverso il primo ed il secondo Seicento e attraverso la stessa contrapposizione di marinismo e di antimarinismo è quella del  concettismo, cioè di un sistema, di una combinazione, di un metodo di rapporti metaforici.

Non tutti gli scrittori del Seicento la seguono, ma tutti, e in particolar modo quelli che scrivono in versi, si pongono dinnanzi a questo problema.

Il concettismo è certo una componente nella quale non si risolve  tutta la lirica del Seicento e nondimeno questo riferimento, piuttosto che non un’analogia di valori culturali e morali, può, se non unire, avvicinare alcuni autori pure distinti come il Marino  e il Chiabrera.

A domani

LL