365 giorni, Libroarbitrio

il diavolo è un tipo impegnato – David Foster Wallace

Rockz

Può darsi benissimo che avrà il solo effetto di farti sembrare un babbeo ripiegato con impaccio su se stesso, sono dei tanti Artisti Cazzari manipolatori pseudopostmoderni che cerca di rimediare a un fiasco ritirandosi in una metadimensionalità a commentare il fallimento stesso.
Perciò, dimostrai un’abilità inconscia e, a quanto pare, naturale, automatica, nell’ingannare sia me stesso sia gli altri, che, a «livello motivazionale», non solo privava completamente la cosa generosa che avevo cercato di fare di qualsiasi autentico valore, facendomi fallire, ancora una volta, nei miei tentativi di essere sinceramente quello che qualcuno avrebbe classificato come una persona autenticamente buona o brava, ma mi metteva, pericolosamente, in una luce tale da poter essere classificato come «tenebroso», malvagio, o «senza alcuna speranza di diventare sinceramente buono»
Yang si siede a gambe incrociate tangenzialmente rispetto all’ombra inginocchiata, fuma. La sua T-shirt dice CHIEDETEMI DEI MIEI NEMICI INVISIBILI
È questa la vera malvagità, non sapere nemmeno che si è malvagi, no?
E come dice King “Io per primo sono un tossico. Non capisco chi beve un bicchiere di vino: io voglio tutto il vino del mondo”

D.F.Wallace

365 giorni, Libroarbitrio

Il Mostro – Lindze

Lindze

C’è un mostro dietro di me che ovunque mi segue.

Me ne accorsi una notte rientrando a casa ubriaco.

Mentre mi fissavo allo specchio del bagno, perso,

alle mie spalle un volto nero di tenebra si era affacciato.

Vidi il suo occhio malvagio lentamente comparire,

vidi le sue zanne sbavanti  ferme in ghigno animale

e ascoltai il suo basso ruggito

sentendo il suo fiato infernale lambire il mio collo.

Mi girai urlando, ma già era sparito.

Ma ormai potevo percepire la sua presenza insistente.

Invisibile, alcune volte si palesava anche ad altre persone,

e quando succedeva esse fissavano un punto alle mi spalle

sbiancando di colpo, scomparendo per sempre dalla mia vita.

E io sapevo che l’avevano scorto.

All’inizio ebbi paura e terrore e mi chiedevo se stessi impazzendo.

Poi pian piano imparai la convivenza forzata.

Ora quando rientro a casa furtivo nel cuore della notte,

ci sediamo uno di fronte l’altro in quella stanza

disordinata, densa di disperazione e di solitudine

e con un bicchiere di liquore in mano, sospettosi,

ci fissiamo,

nell’oscurità notturna,

senza proferire parola.

settembrina Lié 2015