Roma 28 maggio 2013
Etienne Bonnot, poi abate di Condillac, fu un rappresentante della cultura illuministica.
A metà del Settecento abbandonò gli interessi teologici per dedicarsi pienamente allo studio della filosofia.
Entra così in contatto con i maggiori esponenti del suo tempo: Diderot, Rousseau, D’Alembert, e nel 1746 scrisse Il saggio sull’origine della conoscenza, la sua opera più importante, in cui enunciò la celebre ipotesi della statua.
I suoi interessi per i fenomeni della sensazione lo portano, assieme a Berkeley e a Diderot, alla partecipazione su discussioni sorte a seguito dei primi interventi chirurgici di cataratta, che riproponevano in modo nuovo gli antichi problemi relativi alla visione.
Nel 1758 lo accusano di eresia e ateismo, per tale avvenimento si vede costretto ad abbandonare Parigi per stabilirsi a Parma. Durante il periodo “italiano”, durato dieci anni, lavora presso Ferdinando di Borbone, esercitando un notevole influsso sugli intellettuali italiani.
Tornato a Parigi, si ritira nella sua dimora, un castello di famiglia sulla Loira.
Questi saranno gli ultimi anni di studio, approfondirà argomentazioni sulla scienza dell’economia, dell’agricola, della pedagogia e della logica.
A domani
LL
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