Il tramonto
screziava il cielo
di sfumature rosse e arancio.
Vino bianco profumato
conversazioni e risate
ci condussero
alla tiepida notte,
whisky, rum e hashish
passavano di mano
e il buio ci colse più intimi.
Si parlava in toni rochi
quasi
che una sola voce acuta, sgraziata
potesse infrangere
quel temporaneo istante
di pace e il suo
sortilegio magico.
Qualcuno mi rivolse
una domanda.
Alzai lo sguardo:
un insetto
urtava contro il lume,
volava in stretti
nervosi giri
per poi
sbatterci e sbatterci ancora contro.
Ogni suo ritorno più debole,
ogni sua ellisse più stanca,
le sue fragili ali nervate
lentamente bruciava.
Capii che la vita,
la mia vita
era simile a quel volo d’insetto,
un vagare
cieco e stupido
verso un abbaglio che è nulla.
Mi voltai verso il mio interlocutore,
sorrisi
e risposi qualcosa
che nemmeno ricordo
mi alzai di scatto
barcollando me ne andai
a casa.
Gli altri intanto ridevano,
io pure, ma seppi
che da quel momento
tutto stava cambiando.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.