Non chiedevano molto
gli sarebbero bastate quattro mura
una materasso
uno stereo, vecchio
di quelli a torcioni.
Magari una finestra per guardare fuori
e vedere che in due, poi,
non fa più così tanta paura.
Lui, per lei
avrebbe perfino rinunciato al materasso:
dormire abbracciati, sul pavimento
l’inverno rende ancora più bello
stringersi a quel calore,
lasciando che consumi quanto vuole
purché continui a bruciare.
Lei, per lui
aveva rinunciato al suo nome
a tutta la sua famiglia
consapevole che lega libero di scegliere
più un bacio umido, una media di saliva
che sette litri d’emoglobina.
Non vissero felici e contenti,
stringono i denti e vanno avanti
perché non sanno cosa serva
per essere felici, e non se lo chiedono
si fanno bastare il fatto d’esserlo
e pace.
Li guardo
e non posso fare a meno di pensare:
altro che cuore, per innamorarsi,
ci vuole fegato,
ahia.
Il mio sta a pezzi di suo
per questo non chiedo troppo
mi faccio bastare scrivere poesie
buone per i sottobicchieri
di una sbronza colossale,
e pace.
Estratto dal libro WHISKEY & SODA CAUSTICA
d’amore, di vita, morte e altri casini
di Gianluca Pavia
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