365 giorni, Libroarbitrio

Lei – Charles Bukowski

roberto-ferri

Dietro quel seno, quelle labbra da baciare
al sapore di pesca, si chiudeva a chiave
e si portava dentro una
piccola dispettosa bambina di cinque anni
lei che non voleva crescere,
che non aspettava altro che
le rimboccassero le coperte calde.
Lei era
magia incompresa, ma io l’avevo capito.
Lei.
C’erano i sogni.
C’era la realtà.
C’era lei che li faceva incontrare.
Occhi.
Quei maledetti occhi mi fottevano sempre.
Ci facevo l’amore solo a guardarli.

 

365 giorni, Libroarbitrio

“Bambina sotto il lampione” Silvana Gay

Lago di Martignano - Lié - 1992

Io fumo per la luna,
la piccola luna che cala a Ponente.
Le mando nuvole lievi,
che mai saranno pioggia.

Fumo per il lampione,
che mi accende i capelli
e li allunga nell’ombra.

Fumo per la notte,
che non mi dimentichi nei sogni.
Fumo per disperdere l’ardore
delle labbra inquiete.

E anche perché
l’orrore è grande.
E va bruciato.

365 giorni, Libroarbitrio

“Costa occidentale” Lana Del Rey

Mi bacerà mai

Giù nella costa occidentale, hanno le loro icone
Le loro luci stellari d’argento, le loro regine e cicloni
E tu hai la musica, hai la musica in te, non è vero?
Giù sulla costa occidentale, amano i loro film
Le loro auto dorate e le groupies rock-n-roll
E tu hai la musica, hai la musica in te, non è vero ?
Mi spingi più forte lungo la strada
Mi sento più calda del fuoco
Come essere e fare sentire che io sono una ragazzina ma credo di sapere
Non dici di sapere ciò che devi sapere, uomo sei tu che desidero!

365 giorni, Libroarbitrio

“Cavaliere sul ponte” Marina I. Cvetaeva

Anna Madia L isola di Kalyptein 2012

27 settembre 1923

Oh, troverò in esso
pace dalle labbra e dalle mani?!

Non ci stancheremo
noi – finché esiste passione! –
coi ponti di vendicarci.

Sia dolcezza o tristezza
in esso, tu meglio vedi,
– Cavaliere che custodisci
il fiume – dei giorni.

 

365 giorni, Libroarbitrio

“L’isola del dottor Moreau” H.G.Wells

Just-Dessert-by-Nicoletta-Ceccoli

…trovai quei gridi oltremodo irritanti; essi crebbero di profondità e d’intensità con l’avanzare del pomeriggio. In un primo momento facevano pena, ma il loro costante ripetersi finì per sconvolgere completamente il mio equilibrio. Scaraventai in un canto un volume di Orazio che stavo leggendo, e cominciai a stringere i pugni, a mordermi le labbra e a camminare su e giù per la stanza.
Dopo un po’, dovetti turarmi le orecchie con le dita. La mia angoscia a quei gridi aumentava sempre di più: essi  divennero un’espressione così raffinata di sofferenza che non potei  tollerarli più a lungo, in quella stanza chiusa. Uscii fuori, nel calore sonnolento del tardo pomeriggio, oltrepassai l’ingresso principale (notai ch’era di nuovo chiuso a chiave) e girai l’angolo del recinto.
All’aperto quei gridi risuonavano con maggior forza. Pareva che in essi tutto il dolore del mondo avesse trovata una voce. Se avessi saputo dell’esistenza di un tale dolore nella stanza accanto, senza udire nessun grido, avrei sopportato la cosa abbastanza bene, l’ho sempre pensato. E’ quando il dolore trova una voce e fa vibrare i nostri nervi che siamo sconvolti dalla compassione. Nonostante la luce fulgida del sole e il verde degli alberi che ondeggiavano nella calma brezza marina, il mondo era tutto un caos, pieno di erranti fantasmi neri e rossi, finché non fui fuori di portata da ogni voce, lontano da quel recinto.

365 giorni, Libroarbitrio

“Mi lasciai andare” Costantino Kavafis

Pin

Non mi contenni.
Quando labbra e pelle rammentano,
e alle mani pare di nuovo di toccare.
Mi lasciai andare fino in fondo.
Ai godimenti, per metà reali
e per metà erranti dentro il mio cervello,
mi lasciai andare nella notte chiara.
E per metà reali e per metà erranti dentro il mio cervello.
E bevvi vini forti,
di quelli che bevono i campioni del piacere.
E bevvi vini forti,
e mi lasciai andare,
per metà reale e per metà errante.

tratto da “75 Poesie inedite”,
1891, Alessandria d’Egitto

365 giorni, Libroarbitrio

mentre Nyman e il suo piano e il suo violino

 

 

Svestita

 

 

ma tu che ne sai

mentre Nyman e il suo piano e il suo violino

non sai

che d’improvviso mi ritrovo a pensarti

uomosalsedine

e suona

to the edge of the earth

e saperti distrutto dalle genti

indurisce il mio sguardo

che corre a proteggerti dalle loro insulse ragioni

voglio leggerti inchiostro sulle tue pagine

tutte

e non voglio che il vizio ti corroda l’animo sbattendoti contro mura di scogli

ma scuoterti accrescendo ogni tuo difetto come unica medicina

curarti con l’aria inalata dai cormorani

ma tu che ne sai

quanto è contorto

il mio volere

che radere al suolo è bene

se ancora non mi conosci

cosa credi sia solo desiderio?

cosa credi sia solo capriccio di bambina che crea disastri di parole?

sì?

infatti tu che ne sai

mentre Nyman e il suo piano e il suo violino

la mia lingua vortica

nell’immaginaria tua bocca

liquido oppiaceo

crine d’arco

le mie mani nei tuoi capelli

ti spingo a me

e i nostri denti si mordono le labbra

e tu così vicino

sei granitico

così vicino

pungi

così vicino

sembri vero

così vicino

fai male

tu confusione

vortice di oceani

vento gelido d’estate

cocente d’inverno

mi scompigli la mente

sempre

tu

Luminescenza di questo dolce tormento

ma tu che ne sai

mentre Nyman e il suo piano e il suo violino

 

L.L.

 

 

 

 

365 giorni, Libroarbitrio

Camillo Sbarbaro “Versi a Dina”

Roma 15 settembre 2013

Ora che sei venuta,
che con passo di danza sei entrata
nella mia vita
quasi folata in una stanza chiusa –
a festeggiarti, bene tanto atteso,
le parole mi mancano e la voce
e tacerti vicino già mi basta.

Il pigolio così che assorda il bosco
al nascere dell’alba, ammutolisce
quando sull’orizzonte balza il sole.

Ma te la mia inquietudine cercava
quando ragazzo
alla notte d’estate mi facevo
alla finestra come soffocato:
che non sapevo, m’affannava il cuore.
E tutte tue sono le parole
che, come l’acqua all’orlo che trabocca,
alla bocca venivano da sole,
l’ore deserte, quando s’avanzavan
puerilmente le mie labbra d’uomo
da sé, per desiderio di baciare…

da Versi a Dina, Camillo Sbarbaro

A domani

LL